Fino a che punto si può cambiare quota legittima eredità di figli, marito, moglie e parenti

Tutti i casi in cui si possono cambiare gli importi e i beni che spettano come quote legittime di eredità secondo leggi 2022 in vigore.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
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Fino a che punto si può cambiare quota legittima eredità di figli, marito, moglie e altri parenti nel 2022?

Secondo quanto previsto dalle leggi 2022, se, da una parte, il testatore deve lasciare la quota legittima fissata dalla legge ai familiari eredi legittimi, dall’altra, l’erede legittimario può sia rifiutare la quota di legittima tramite rinuncia all'eredità e sia accettare le disposizioni del testamento anche se a lui sfavorevoli. In questi casi, è possibile aumentare, così come ridurre, la quota legittima di eredità ad altri parenti, o figli o coniugi.
 

Fino a che punto si può cambiare quota legittima eredità di figli, marito, moglie e altri parenti nel 2022? La legge italiana regola la successione ereditaria in maniera specifica prevedendo precise regole per la divisione dell’eredità di una persona defunta sia in presenza di testamento che in assenza di testamento. 

Per evitare, infatti, liti familiari, ricorsi e cause, è la legge che disciplina le modalità di successione di una eredità con percentuali stabilite di divisione patrimoniale tra gli eredi, limiti e vincoli. Vediamo quali sono.

  • Fino a che punto si può cambiare quota legittima eredità di figli, marito, moglie e altri parenti nel 2022
  • Divisione eredità secondo quote legittime tra figli, marito, moglie e altri parenti

Fino a che punto si può cambiare quota legittima eredità di figli, marito, moglie e altri parenti nel 2022

La legge italiana fissa dei limiti per la successione di una eredità a figli, marito, moglie e altri parenti e tali limiti sono rappresentati dalle quote legittime, che rappresentano una percentuale di eredità spettante a tutti gli eredi legittimi della persona defunta in base al vincolo familiare e di parentela con il defunto stesso.

L'eredità a figli, marito, moglie e altri parenti non può generalmente cambiare e non rispettare le quote legittime. Secondo quanto previsto dalle leggi 2022, se, da una parte, il testatore deve lasciare la quota legittima fissata dalla legge ai familiari eredi legittimi, dall’altra, l’erede legittimario può sia rifiutare la quota di legittima tramite rinuncia all'eredità e sia accettare le disposizioni del testamento anche se a lui sfavorevoli.

In questi casi, è possibile aumentare la quota legittima di eredità ad altri parenti, o figli o coniugi. Se, per esempio, un erede rinuncia alla sua quota di eredità, la stessa viene poi divisa tra gli altri eredi legittimi, permettendo, quindi, di aumentare eventualmente la quota ereditaria spettante ad altri eredi.

Altrettanto possibile è la riduzione della quota legittima di eredità che si può lasciare a figli, marito, moglie o altri parenti ma solo se, per legge, considerati indegni. Al di là di questi casi, non è mai possibile modificare la percentuale di quota legittima di eredità fissata dalla legge per tutti gli eredi legittimi di una persona defunta. 

Divisione eredità secondo quote legittime tra figli, marito, moglie e altri parenti

Le quote legittime per la divisione di una eredità tra figli, marito, moglie e altri parenti sono percentuali di beni e patrimoni appartenenti alla persona defunta e che spettano agli eredi legittimi. Tali percentuali sono stabiliti dalla legge.

Stando a quanto previsto dalle leggi attuali, le quote legittime di eredità spettante a figli, coniugi e altri parenti cambiano, chiaramente, in base al grado di parentela tra de cuius e familiare superstite e sono le seguenti:

  • se il coniuge defunto lascia solo l’altro coniuge, spetta a lui la metà dell’eredità del coniuge defunto e la casa coniugale e l’altra metà dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il coniuge defunto lascia marito o moglie e un figlio unico, un terzo dell’eredità e il diritto di abitazione sulla casa vanno al coniuge, un terzo dell’eredità va al figlio unico e un terzo dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il coniuge defunto lascia marito o moglie e due o più figli, un quarto dell’eredità spetta al coniuge più il diritto della casa coniugale, metà dell’eredità deve essere divisa tra i figli in parti uguali e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se manca il coniuge e in presenza di un figlio unico, al figlio spetta metà dell’eredità e l’altra metà dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il coniuge scomparso lascia coniuge e genitori e non ha figli, l’eredità spetta per metà al coniuge più il diritto della casa coniugale, un quarto dell’eredità spetta a genitori e altri ascendenti e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il coniuge defunto lascia solo i genitori, spetta a loro un terzo dell’eredità e due terzi dell’eredità sono di quota del testamento liberamente disponibile;
  • in assenza di figli e coniuge superstite del defunto e altri eredi, il patrimonio si divide in parti uguali tra fratelli e sorelle.

In assenza di figli e coniuge e di ascendenti e collaterali, l’eredità spetta anche ai parenti indiretti fino al sesto grado in base ai legami di parentela più prossimi, partendo cioè dagli zii, per arrivare ai parenti in terzo grado, cugini, parenti di quarto grado, ecc.

Se, invece, il defunto non ha congiunti, parenti prossimi o remoti e non c’è un testamento, l’eredità viene totalmente devoluta allo Stato. Precisiamo, infine, che non hanno diritto all’eredità di una persona i parenti successibili gli affini, sia diretti come suoceri, generi e nuore, sia indiretti, come per esempio i cognati.