Le gift card e i buoni regalo rappresentano oggi uno degli strumenti più diffusi nell’ambito del welfare aziendale e della politica dei benefit per i dipendenti. Questi strumenti, offrendo una maggiore libertà di scelta rispetto ai voucher tradizionali, sono sempre più utilizzati dalle imprese di qualsiasi settore e dimensione come soluzione flessibile di incentivo e premio. L’utilizzo di gift card e buoni regalo contribuisce ad accrescere il benessere dei lavoratori, migliorare la soddisfazione interna e rafforzare la produttività, offrendo al tempo stesso notevoli vantaggi fiscali e contributivi sia per le aziende che per i collaboratori.
I buoni regalo e le gift card sono configurati come benefit aziendali ceduti ai dipendenti sotto forma di titoli di legittimazione cartacei o digitali, con i quali è possibile acquisire beni e servizi presso una vasta gamma di esercizi commerciali, sia fisici che online. Tra i principali vantaggi di questi strumenti nell’ambito del welfare aziendale rientra la loro capacità di adattarsi alle esigenze individuali dei lavoratori e alle preferenze di spesa familiari, abbattendo anche il rischio di ricevere benefit poco graditi o utilizzabili.
L’erogazione dei buoni regalo o delle gift card può avvenire come incentivo, premio di produttività o semplicemente come riconoscimento per il raggiungimento di specifici traguardi. Le aziende ricorrono infatti a questi strumenti sia in occasione di festività che in periodi ordinari, valorizzando l’impegno individuale senza incrementare il reddito imponibile dei dipendenti.
Sotto il profilo normativo, la disciplina dei benefit in natura, compresi buoni regalo e gift card, è contenuta nell’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), così come chiarito dall’Agenzia delle Entrate. La Legge di Bilancio vigente sancisce che il limite di esenzione contributiva e fiscale per i fringe benefit (tra cui gift card e buoni acquisto) è pari a 1.000 euro annui per ciascun dipendente e salito a 2.000 euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico. In caso di superamento di tali soglie, il valore dell’intero benefit risulta concorrente alla formazione del reddito da lavoro dipendente.
Dal punto di vista aziendale, le spese sostenute per erogare prestazioni di welfare e benefit sono totalmente deducibili dal reddito d’impresa (art. 95, TUIR), offrendo così un’opportunità per ridurre il costo del personale senza penalizzare le retribuzioni nette dei dipendenti. I dipendenti, a loro volta, possono godere di più potere d’acquisto e di un sostegno concreto alle spese familiari, senza subire trattenute fiscali o previdenziali su questi benefit.
Le ultime novità normative hanno ampliato notevolmente le possibilità di utilizzo delle gift card e dei buoni regalo all’interno dei piani di welfare aziendale. Le più recenti disposizioni hanno confermato l’innalzamento delle soglie di esenzione sopra menzionate e hanno esteso la possibilità di usufruire di rimborsi esentasse anche per spese legate a bollette di utenze domestiche (acqua, luce, gas), canoni di locazione e interessi su mutui prima casa.
Per beneficiare della maggior soglia di esenzione (2.000 euro), i lavoratori con figli devono presentare una dichiarazione attestante la sussistenza del requisito di carico fiscale. Le stesse novità permettono inoltre l’accumulo di beni e servizi in un unico documento di legittimazione (ad es. carta elettronica nominativa) finché il valore complessivo rimane nei limiti previsti. In caso di sforamento, è tassabile l’intero ammontare del benefit fruito nell’anno.
Il welfare aziendale e i benefit correlati devono essere messi a disposizione della totalità dei dipendenti o di una categoria omogenea di lavoratori, secondo quanto stabilito dalle circolari dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS. Non è ammessa la concessione di benefit esclusivamente “ad personam” pena la perdita di ogni agevolazione fiscale. La nozione di categoria omogenea può riguardare livelli di inquadramento, ruoli aziendali, o altre caratteristiche oggettive condivise.
Inoltre, possono rientrare tra i beneficiari anche familiari dei dipendenti, secondo le regole contenute nel TUIR (art. 12), purché la forma di welfare o benefit lo preveda (ad esempio, per alcuni servizi o rimborsi specifici). Fra i destinatari possono rientrare i lavoratori a tempo determinato, indeterminato, apprendisti, collaboratori con contratto assimilato a lavoro dipendente e, in molti casi, anche stagisti o lavoratori somministrati, secondo le condizioni di legge.
Le gift card e i buoni possono essere utilizzati dai lavoratori per l’acquisto di prodotti alimentari, elettronica, abbigliamento, giocattoli, libri, beni per il tempo libero, articoli sportivi o anche carburante, buoni pasto e servizi vari. Sono disponibili sia buoni “monobrand” (spendibili presso una catena specifica), buoni multibrand (utilizzabili presso diversi partner) e card digitali o fisiche. Alcune piattaforme consentono di convertire il credito in diversi tipi di voucher o di acquistare nuove carte tra una vasta rete di esercizi convenzionati.
Le gift card digitali possono essere scaricate in tempo reale, utilizzate tramite app su smartphone, oppure stampate e presentate ai punti vendita. Gli importi possono variare secondo quanto stabilito dalle aziende, sempre nel rispetto dei limiti di esenzione fiscale. È vietato l’utilizzo da parte di terzi, la cessione a titolo oneroso o la monetizzazione. L’acquisto con buoni regalo è valorizzato interamente e non soggetto a trattenute, con la possibilità di scegliere tra migliaia di prodotti e servizi presso i partner aderenti.
Oltre alla concessione autonoma di buoni regalo e gift card, la legislazione italiana prevede la conversione dei premi di risultato in beni o servizi di welfare, tra cui rientrano le gift card e gli altri benefit. Tale opzione garantisce un regime agevolato sia per il lavoratore, che può evitare la tassazione ordinaria del premio, sia per il datore di lavoro, grazie alla deducibilità completa del costo e all’esenzione per contributi INPS.
La scelta di convertire il premio di risultato in welfare risulta particolarmente vantaggiosa in presenza di beni o servizi interamente detassati (come i buoni regalo entro i limiti previsti), ma in alcuni casi specifici può essere meno conveniente rispetto a una liquidazione monetaria soggetta ad aliquota agevolata (ad esempio, se il beneficio fiscale sulla spesa detraibile per il lavoratore risulta inferiore all’imposta sostitutiva applicata sulla somma cash). La valutazione della convenienza andrà dunque compiuta in relazione alla percentuale di rimborso/agevolazione spettante sul singolo bene o servizio.
Secondo la disciplina fiscale e le risposte ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, le gift card e i buoni devono essere erogati secondo precisi requisiti formali: titolo nominativo o strumento di identificazione del beneficiario, valore nominale chiaro, impossibilità di trasferimento a terzi e divieto di conversione in denaro. In caso di rimborsi, ad esempio per utenze domestiche o affitto, occorre presentare idonea documentazione (fatture, contratto e ricevute di pagamento), secondo quanto dettagliato nelle circolari ministeriali e nell’art. 51 TUIR, comma 3 e 3-bis.
L’erogazione dei benefit va inoltre comunicata tramite busta paga e riportata nelle dichiarazioni fiscali aziendali ai fini della deducibilità. Se l’importo supera i limiti previsti durante l’anno, l’intero valore del benefit deve essere assoggettato a tassazione come retribuzione ordinaria; è pertanto fondamentale monitorare le soglie e tener conto di tutti i benefit percepiti dal lavoratore anche attraverso più rapporti o datore di lavoro.