Nel caso di assegnazione a mansioni superiori il lavoratore ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta e l'assegnazione diviene definitiva, salva diversa volontà dello stesso dipendente.
Le norme sul lavoro sono estremamente precise e lasciano pochi spazi alle interpretazioni. Almeno nella loro versione di base perché poi più volte le i giudici sono stati incaricati di risolvere situazioni intricate con una serie di pronunce che hanno rappresentato altrettanti punti di partenza. Ad esempio è ben codificata la disposizione secondo cui un lavoratore non può essere adibito a mansioni inferiori. Al contrario di quanto accade con quelle superiori.
Ma in questo caso, accanto ai doveri scattano nuovi diritti. E sono proprio quelli che vogliamo approfondire in questo articolo. Come vedremo, sono numerose e sempre particolareggiate le disposizioni in materia. Vediamo quelle più importanti e più precisamente esaminiamo:
Mansioni superiori, quali sono i benefici per il lavoratore
Cambiamento di mansione: cosa comporta per datore e lavoratore
Le norme sui benefici che mi spettano se faccio mansioni superiori durante il lavoro parlano chiaro: Il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti all'inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte.
Dopodiché, in caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali che incide sulla posizione del lavoratore, lo stesso può essere assegnato a mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore purché rientranti nella medesima categoria legale.
Nel caso di assegnazione a mansioni superiori, il lavoratore ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta e l'assegnazione diviene definitiva, salva diversa volontà dello stesso dipendente, se non ha avuto luogo per ragioni sostitutive di altro lavoratore in servizio, dopo il periodo fissato dai contratti collettivi o, in mancanza, dopo 6 mesi continuativi. Il lavoratore non può essere trasferito da un’unità produttiva ad un’altra se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive.
Attenzione perché il cambiamento di mansioni è accompagnato, se necessario, dall'assolvimento dell'obbligo formativo, il cui mancato adempimento non determina comunque la nullità dell'atto di assegnazione delle nuove mansioni. Ulteriori ipotesi di assegnazione di mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore, purché rientranti nella medesima categoria legale, possono essere previste dai contratti collettivi.
In ogni caso, il mutamento di mansioni è comunicato per iscritto, a pena di nullità, e il lavoratore ha diritto alla conservazione del livello di inquadramento e del trattamento retributivo in godimento, fatta eccezione per gli elementi retributivi collegati a particolari modalità di svolgimento della precedente prestazione lavorativa.
Possono quindi essere stipulati accordi individuali di modifica delle mansioni, della categoria legale e del livello di inquadramento e della relativa retribuzione, nell’interesse del lavoratore alla conservazione dell'occupazione, all'acquisizione di una diversa professionalità o al miglioramento delle condizioni di vita. Il lavoratore può farsi assistere da un rappresentante dell’associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato o da un avvocato o da un consulente del lavoro.
Segnaliamo quindi una importante sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui per la sussistenza della frequenza e sistematicità di reiterate assegnazioni di un lavoratore allo svolgimento di mansioni superiori, il cui cumulo sia utile all'acquisizione del diritto alla promozione automatica, non è sufficiente la mera ripetizione delle assegnazioni, essendo invece necessaria - se non un vero e proprio intento fraudolento del datore di lavoro - una programmazione iniziale della molteplicità degli incarichi e una predeterminazione utilitaristica del comportamento.