Gli importanti benefici fiscali che si hanno con residenza disgiunta, come funziona e si ottiene

Quali sono i casi in cui è possibile avere residenza disgiunta tra due coniugi, cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Gli importanti benefici fiscali che si h

Come funziona la residenza disgiunta?

Se secondo le leggi in vigore, due coniugi devono vivere sotto lo stesso tetto e lasciarlo potrebbe costituire addirittura reato, è anche vero che per legge sussistono casi in cui è possibile avere la residenza disgiunta, cioè essere sposati ma avere due residenze diverse, per cui marito e moglie vivono separati. I casi in cui la decisione di vivere separati e non nella stessa casa e avere la residenza disgiunta è possibile sono quelli in cui sussistono motivi personali o professionali che prevedono l’allontanamento dalla casa coniugale e la residenza disgiunta è possibile solo se la decisione è presa di comune accordo tra i due coniugi ed è temporanea.

Come funziona la residenza disgiunta e i benefici a livello fiscale che si possono ottenere? Quando due persone contraggono matrimonio, unendosi nel sacro vincolo matrimoniale, scattano una serie di doveri a cui adempiere, tra cui quello di coabitazione, vivere cioè sotto lo stesso tetto, altrimenti si rischia di incorrere nel reato di abbandono del tetto coniugale, con tutte le negative conseguenze che ne derivano.

Esistono, però, casi in cui per legge, solo se in presenza di validi e specifici motivi, due coniugi possono avere residenza disgiunta, vale a dire possono essere sposati ma vivere in due case diverse. Vediamo quando è possibile e come funziona la residenza disgiunta.

  • Come funziona residenza disgiunta e quando è possibile
  • Benefici fiscali per chi ha residenza disgiunta

Come funziona residenza disgiunta e quando è possibile

Se secondo le leggi in vigore, due coniugi devono vivere sotto lo stesso tetto e lasciarlo potrebbe costituire addirittura reato, è anche vero che per legge sussistono casi in cui è possibile avere la residenza disgiunta, cioè essere sposati ma avere due residenze diverse, per cui marito e moglie vivono separati.

I casi in cui la decisione di vivere separati e non nella stessa casa e avere la residenza disgiunta è possibile sono quelli in cui sussistono motivi personali o professionali che prevedono l’allontanamento dalla casa coniugale e la residenza disgiunta è possibile solo se la decisione è presa di comune accordo tra i due coniugi ed è temporanea.

Se marito e moglie decidono, infatti, di comune accordo di vivere separatamente per motivi di lavoro, infatti, non violano l’obbligo di coabitazione previsto dalle leggi in vigore e anche dopo il matrimonio possono mantenere la residenza disgiunta solo però se per determinati periodi dell’anno.

Sussiste, invece, la violazione dell’obbligo di coabitazione quando uno dei coniugi decide unilateralmente, da solo e in maniera autonoma di abbandonare la casa coniugale spostando la propria residenza.

Benefici fiscali per chi ha residenza disgiunta

Quando si parla di residenza disgiunta è inevitabile pensare ai benefici fiscali che potrebbero derivarne e ultimamente sono cambiate le leggi in tal senso. A partire dal pagamento Imu. Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, l’Imu, imposta municipale unica dovuta su tutto gli immobili di proprietà, deve essere pagata su tutti gli immobili, appunto, ad eccezione di prima casa e relative pertinenze, a meno che non si tratti di casa di lusso rientrante nelle categorie catastali A/1, A/8, A/9. 

Di solito, se si ha una sola casa adibita ad abitazione principale l’Imu non si paga e se i coniugi hanno residenze diverse e due case, si dovrebbe pagare l’Imu solo su una casa e i coniugi possono, o meglio, potevano scegliere su quale immobile pagare l’Imu, lasciando quindi l’esenzione all’altro. 

Le cose in tal senso dovrebbero però cambiare per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale: sembra, infatti, che per l’Imu nel 2023 scatti l’esenzione dal pagamento dell’Imu per coniugi residenti in abitazioni diverse. 

Se, come detto, prima la norma prevedeva che l’esenzione dell’Imu valesse solo per una delle due abitazioni, mentre sull’altra si doveva pagare l’imposta, una recente sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che se due coniugi hanno residenze separate nello stesso comune o in località diverse e si tratta di residenza effettive, vale la doppia esenzione Imu su entrambe le case e non solo su una abitazione.

Nessun beneficio fiscale sussiste, invece, per il pagamento della Tari sui rifiuti nel caso di residenza disgiunta tra due coniugi: in questo caso, infatti, è sempre obbligatorio pagare l’imposta sui rifiuti per entrambe le residenza, essendo comunque superfici suscettibili di produrre rifiuti.