Sono due le agevolazione da segnalare: la prima è la decontribuzione per l'assunzione a tempo indeterminato di donne, la seconda è il bonus per le cooperative che assumono donne vittime di violenza.
Assumere una donna nel 2022 è più conveniente per le aziende rispetto al passato. Non per tutte, ma solo per quelle che rientrano nei nuovi requisiti previsti dalla legge. L'obiettivo è infatti quello di incoraggiare l'occupazione femminile, troppo spesso immotivatamente indietro rispetto all'occupazione maschile.
Sono in particolare due le agevolazioni da segnalare: la prima è la decontribuzione per l'assunzione a tempo indeterminato di donne, la seconda è il bonus per le cooperative che assumono donne vittime di violenza. Vediamo quindi i dettagli:
Le categorie di donne che possono essere assunte con la nuova misura occupazionale sono quelle residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell'ambito dei fondi strutturali dell'Unione europea, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, indipendentemente dall'età.
Ma anche le lavoratrici che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, senza limiti di età.
Sono ammesse le donne di qualsiasi età, ovunque residenti, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi. E naturalmente quelle alla base del provvedimento: le donne con almeno 50 anni di età e disoccupate da oltre 12 mesi. In sintesi:
Possono richiedere le facilitazioni fiscali per assumere donne nel 2022 con la doppia decontribuzione al 100% o al 50% gli enti pubblici economici e le ex Ipab trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto prive dei requisiti per trasformarsi in Asp, ed iscritte nel registro delle persone giuridiche.
Via libera anche per gli enti che per effetto dei processi di privatizzazione si sono trasformati in società di capitali, anche se a capitale interamente pubblico, gli Istituti autonomi case popolari trasformati in base alle diverse leggi regionali in enti pubblici economici, le aziende speciali costituite anche in consorzio, i consorzi di bonifica, gli enti ecclesiastici, i consorzi industriali e gli enti morali.
Non possono sfruttare questa agevolazione per l'assunzione di donne nel 2022 le Regioni, le Province, i Comuni, le Città metropolitane, gli Enti di area vasta, le Unioni dei comuni, le Comunità montane, le Comunità isolane o di arcipelago e loro consorzi e associazioni. Ma neanche le Amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado, le Accademie e i Conservatori statali, nonché le istituzioni educative.
Semaforo rosso pure per gli Istituti autonomi per case popolari e gli Ater comunque denominati che non siano qualificati dalla legge istitutiva quali enti pubblici non economici. Restano ai margini anche l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, le aziende e le amministrazioni dello Stato a ordinamento autonomo, gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le Università.