L’artrosi rappresenta una delle patologie croniche più diffuse del sistema muscolo-scheletrico, capace di influenzare in modo significativo la qualità della vita di chi ne soffre. Questa malattia degenerativa interessa la cartilagine articolare e può evolvere nel tempo con dolore, compromissione funzionale delle articolazioni e, nei casi più gravi, perdita dell’autonomia personale.
Il quadro sintomatologico può variare notevolmente: dalla semplice rigidità articolare mattutina alla limitazione nei movimenti, sino all’impossibilità di svolgere le attività quotidiane e lavorative. Il riconoscimento dei diritti per chi soffre di artrosi, inclusi l’invalidità civile, le agevolazioni della legge 104 e i benefici sul lavoro, dipende dalla gravità della patologia e dal suo impatto sulla vita della persona.
L’artrosi è una patologia degenerativa delle articolazioni caratterizzata dalla progressiva usura e perdita di tessuto cartilagineo, alla quale può associarsi infiammazione della membrana sinoviale e danno alle strutture ossee sottostanti. Si stima che questa condizione colpisca almeno il 30% della popolazione adulta, con picchi nelle donne oltre il mezzo secolo di vita e in persone che svolgono attività lavorative usuranti o presentano familiarità per la malattia.
Le articolazioni più spesso coinvolte dall’artrosi sono:
Tra le forme considerate maggiormente invalidanti si annoverano quelle che coinvolgono le articolazioni portanti (anca, ginocchio, colonna vertebrale), specie se in stadio avanzato e associate a grave limitazione funzionale. L’evoluzione lente dell’artrosi può comportare periodi di accentuazione dei sintomi, con dolore acuto, rigidità articolare crescente nel corso della giornata e difficoltà nella deambulazione. La patologia può aggravarsi sino a rendere impossibili i gesti quotidiani elementari e l’attività lavorativa.
Il riconoscimento dell’invalidità civile per artrosi si basa sulla valutazione medico-legale della gravità della malattia e delle conseguenze sulle capacità lavorative e sull’autonomia personale. La domanda deve essere accompagnata da una documentazione medica dettagliata, comprendente diagnosi, esami strumentali (radiografie, risonanze magnetiche, ecc.) e relazioni specialistiche che attestino la reale compromissione funzionale.
La commissione medica, chiamata a esprimere una valutazione, determina il grado di invalidità mediante specifici parametri, considerando:
Per il riconoscimento di invalidità civile la soglia minima richiesta è di norma pari a una compromissione superiore a un terzo della capacità lavorativa (circa il 34%), anche se l’attribuzione percentuale può subire variazioni in presenza di patologie concomitanti o in base alla gravità della specifica forma di artrosi.
Secondo le tabelle ministeriali (Decreto Ministeriale n. 322/1999), l’artrosi può conferire una percentuale di invalidità variabile dal 5% fino al 100%, a seconda di quanto la funzione articolare risulti compromessa e della presenza di più articolazioni colpite (artrosi polidistrettuale). In presenza di patologie che non rientrano nelle tabelle specifiche, la commissione attribuisce comunque un punteggio per analogia rispetto a patologie simili di pari gravità.
Quando la gravità dell’artrosi determina una marcata compromissione dell’autonomia personale e lavorativa, è possibile ottenere non solo l’invalidità civile ma anche il riconoscimento dello stato di handicap ai sensi della Legge 104/1992. Questa normativa garantisce una serie di benefici finalizzati a sostenere l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità:
Per ottenere tali agevolazioni, la persona interessata deve produrre adeguata documentazione sanitaria e sostenere un accertamento presso la commissione medico-legale locale (ASL-INPS), che valuta l’entità della riduzione funzionale e l’impatto sulla vita quotidiana.
L’accesso alla legge 104 può riguardare anche i familiari che prestano assistenza a chi soffre di una grave disabilità riconosciuta. In assenza dei principali previsti dalla normativa, il beneficio è esteso a parenti fino al terzo grado, in presenza di determinate condizioni (es. genitori anziani, presenza di gravi patologie).
Nei casi più seri, qualora dall’artrosi derivi una impossibilità a deambulare autonomamente o a svolgere in autonomia gli atti elementari della vita quotidiana (come vestirsi, alimentarsi, mantenere l’igiene personale), può essere riconosciuta l’indennità di accompagnamento ai sensi della Legge n. 18/1980. Non sono previsti limiti di età né di reddito, ma è fondamentale dimostrare la totale incapacità lavorativa (100%) e il bisogno di assistenza permanente.
La richiesta deve essere presentata all’INPS corredata da certificazione specialistica recente ed esiti di visita medico-legale. L’indennità non viene riconosciuta nei casi di invalidi ricoverati gratuitamente in strutture pubbliche per periodi prolungati.
Per accedere ai benefici correlati a invalidità civile e legge 104 per artrosi, la prassi richiede la presentazione di un’istanza telematica all’INPS, attraverso il supporto del medico di base (che redige il certificato introduttivo) e, successivamente, del patronato o dei servizi online. Le fasi essenziali sono:
In caso di mancato riconoscimento, il ricorso può essere presentato entro 60 giorni dalla notifica. È consigliato, per le situazioni particolarmente complesse, affidarsi a un avvocato specializzato in materia di previdenza e assistenza sociale.
I soggetti con riconoscimento di invalidità civile o di handicap ai sensi della legge 104 possono accedere a diverse agevolazioni fiscali e lavorative:
Di particolare rilievo sono le possibilità di beneficiare di permessi retribuiti per assenze dal lavoro, la possibilità di richiedere il trasferimento presso una sede più vicina, o di evitare trasferimenti senza il consenso. Ulteriori misure riguardano eventuali bonus e contributi per l’adattamento dell’abitazione, nell’ottica di favorire l’autonomia domestica e tutelare la salute.
La gravità delle agevolazioni e la possibilità di accedere a benefici più ampi dipendono, oltre che dalla percentuale di invalidità, anche dalla localizzazione e dal tipo di artrosi. In generale, più articolazioni risultano coinvolte più è elevato il grado di compromissione:
Le commissioni medico-legali valutano nel dettaglio l’impatto funzionale di ciascuna forma, anche attraverso l’utilizzo di tabelle di riferimento ministeriali. L’artrosi non è in sé una causa automatica di invalidità, ma lo diventa solo in presenza di sintomi invalidanti e gravi limitazioni delle attività ordinarie.
L’interpretazione delle tabelle d’invalidità e delle agevolazioni della legge 104 in relazione alle patologie artrosiche ha ricevuto diversi recenti chiarimenti da parte di INPS e giurisprudenza. In effetti, ancora oggi, l’artrosi non è espressamente inserita tra le patologie che obbligano la concessione dell’invalidità, ma viene valutata caso per caso in base all’effettivo impatto sulla persona. È stato riconosciuto valore crescente alla documentazione clinica dettagliata, specie per le forme polidistrettuali o associate a grave compromissione della mobilità.
È importante sottolineare che le novità più recenti ravvisano la possibilità di valorizzare anche le limitazioni della vita di relazione, l’esigenza di supporto per i gesti quotidiani e la coesistenza di altre patologie reumatiche o cronico-degenerative. Riferimenti normativi di rilievo in materia includono: Legge 104/1992, Legge 118/1971 e Decreto Ministeriale n. 322/1999.
È necessario allegare una relazione dettagliata del medico curante, referti di esami strumentali, diagnosi di specialisti reumatologi o ortopedici e, se disponibili, relazioni su trattamenti effettuati e risposta alle terapie. Tutti gli allegati devono attestare in modo preciso la compromissione funzionale causata dall’artrosi.
No. Il riconoscimento dello stato di handicap ai sensi della legge 104 è valutato in presenza di forme gravi di artrosi e dipende dalla reale limitazione funzionale e dalla necessità di assistenza continua. Per le condizioni lievi non sono previsti i benefici.
Sì. In presenza di invalidità riconosciuta e certificata, si ha diritto alla fornitura gratuita di ausili e protesi, oltre ad agevolazioni fiscali e Iva ridotta per l’acquisto di strumentazione volta al sostegno della mobilità e dell’autonomia personale.
È possibile presentare ricorso amministrativo entro 60 giorni dalla comunicazione di diniego, producendo eventuale nuova documentazione medico-legale. Nei casi più complessi, può essere utile il supporto di un legale e di associazioni di tutela dei diritti dei pazienti.
Per ulteriori dettagli e approfondimenti sulle normative e i diritti dei pazienti con artrosi si rimanda ai riferimenti ufficiali: