Sono diversi i diritti sul lavoro riconosciuti a chi soffre di mal di schiena, dal diritto ad assentarsi dal lavoro, previa presentazione di apposito certificato medico, a riconoscimento di retribuzione spettante in caso di malattia, maturazione dei diversi elementi previsti dal proprio Ccnl di assunzione, al diritto di richiedere rendita Inail, se ne ricorrono le specifiche condizioni, a chiedere di essere assegnato a mansioni differenti a lavoro
Quali sono i diritti sul lavoro riconosciuti per il mal di schiena? Il mal di schiena non rientra, per legge, tra le malattie professionali Inail, tuttavia, sempre secondo le leggi 2022 in vigore, lo diventa quando è diretta causa dell’attività lavorativa che si svolge e causa un danno lento e progressivo sull’organismo fino all’infermità in modo esclusivo o prevalente, fino al riconoscimento dell’invalidità.
Pur essendo tra i dolori più comuni, il mal di schiena può diventare invalidante per tanti e per tanti motivi e per poter ottenere riconoscimenti di diritti a lavoro è necessario innanzitutto che il mal di schiena venga certificato per assentarsi dal lavoro per malattia o venga riconosciuto come malattia professionale.
A tal fine, bisogna farsi rilasciare dal proprio medico curante un certificato che dichiari la patologia e i giorni concessi per via della malattia. Il certificato medico viene inviato telematicamente all’Inps direttamente dal medico di famiglia e una volta ricevuto può dar diritto ad assentarsi dal lavoro per malattia.
Il diritto ad assentarsi dal lavoro per malattia implica, contestualmente, il diritto di percepire la retribuzione spettante nei casi di assenza dal lavoro per malattia, secondo quanto stabilito da leggi in vigore e Ccnl di assunzione.
Chi a causa del mal di schiena ha anche necessità di operarsi alla schiena ha diritto alla conservazione del posto per tutto il periodo di comporto, cioè quel periodo di tempo in cui il lavoratore può assentarsi senza alcun rischio di licenziamento, previsto dal proprio Ccnl.
Ogni contratto nazionale di lavoro Ccnl prevede, infatti, un periodo specifico di comporto durante il quale il lavoratore non può essere licenziato ma al termine del quale, se il lavoratore non si ripresenta in servizio, rischia sanzioni fino al licenziamento.
Inoltre, se ci si assenta dal lavoro per mal di schiena si ha diritto, come per qualsiasi altra assenza a lavoro, a ricevere ratei di ferie, tredicesima (se prevista da contratto), maturazione della quota di Tfr, Trattamento di fine rapporto, versamento dei contributi previdenziali utili ai fini pensionistici.
Altro diritto a lavoro che può essere riconosciuto, solo previo accertamento della patologia, per il mal di schiena è quello di ricevere una rendita Inail.
Stando a quanto stabilito dalle leggi 2022, se il lavoratore sviluppa una patologia a carico della colonna vertebrale per le pesanti mansioni svolte a lavoro, può fare causa all’azienda e chiedere la rendita Inail ma solo nel caso in cui si verificano le seguenti condizioni:
Tra i diritti sul lavoro riconosciuti a chi soffre di mal di schiena anche quello di chiedere a datore di lavoro, azienda o ente presso il quale si lavora di essere assegnati a mansioni differenti, compatibili con lo stato di salute.