Con i nuovi incentivi, assumere i giovani a tempo indeterminato è diventato più conveniente così come stipulare un contratto di apprendistato.
Alla ricerca dei migliori contratti per assumere i giovani e introdurli nel mondo del lavoro. Perché se c'è una cosa che caratterizza il sistema italiano è la varietà di opzione a disposizione delle aziende italiane.
Se la distinzione base è quella tra contratto a tempo indeterminato e contratto a tempo determinato ovvero a termine, esistono numerose sottocategorie tra cui proporre il contratto di lavoro ai giovani. Vediamo nel dettaglio le novità previste dalla normativa aggiornata 2022:
Il principio di base che il legislatore italiano sta cercando di fare passare è la convenienza per le aziende italiane di assumere giovani con contratto a tempo indeterminato anziché a termine. In questa scia si collocano gli incentivi all'assunzione di giovani.
Più esattamente per chi contrattualizza gli under 36, studenti o apprendisti under 30 anni fruisce dell'esonero contributivo del 100%. Stessa cosa per i datori di lavoro con almeno 9 addetti con contratti di apprendistato di primo livello.
Sono però previste alcune limitazioni, tra cui l'applicazione di questa misura per un periodo massimo di 36 mesi o di 48 mesi per le assunzioni in una sede o unità produttiva nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, e il limite massimo di esonero di 6.000 euro annui. In sintesi:
Il contratto di apprendistato è finalizzato alla formazione e all'occupazione a tempo indeterminato dei giovani. La normativa in vigore riferisce di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere o apprendistato di alta formazione e di ricerca.
Norme alla mano, "la qualificazione professionale, al cui conseguimento è finalizzato l'apprendistato è determinata dalle parti del contratto sulla base dei profili o qualificazioni professionali previsti per il settore di riferimento dai sistemi di inquadramento del personale di cui ai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale".
In ogni caso sono i differenti Ccnl dalle associazioni dei datori di lavoro e prestatori di lavoro a definire i dettagli comparto per comparto. Ci pensano poi le disposizioni regionali a individuare i criteri dell'offerta formativa per l'acquisizione delle competenze di base e trasversali degli apprendisti sulla base di quanto definito dalle linee guida nazionali approvate dalla Conferenza Stato-Regioni.
A dimostrazione di come si tratta di una opzione vantaggiosa per le aziende italiane, sono previste diverse agevolazioni all'assunzione. Più esattamente i contributi a carico del datori di lavoro sono al 10% per l'intera durata del contratto di apprendistato. Per le imprese fino a 9 dipendenti sono ridotti all'1,5% per il primo anno di contratto, al 3% per il secondo, al 10% per gli anni successivi. L'agevolazione contributiva è mantenuta per altri 12 mesi in caso di prosecuzione del rapporto di apprendistato come rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a tutti gli effetti.