L’importo della pensione finale può cambiare per tutti i pensionati, considerando che si tratta di assegni soggetti ogni anno a rivalutazione automatica, ad eventuali riforme del fisco, a possibili cambiamenti reddituali che possono portare a cumuli di pensione e reddito da lavoro, pensione e altri trattamenti sociali o previdenziali sempre erogati dall’Inps.
Per chi e di quanto può cambiare l’importo della pensione finale? Se il calcolo della pensione finale dipende da sistemi ed elementi da considerare che cambiano da soggetto a soggetto e possono dare risultati di importi diversi, è anche bene precisare che una volta calcolato l’importo della pensione finale non è detto che rimanga sempre lo stesso. Anzi: si tratta di un importo di pensione finale destinati a cambiare e in misura differente per i diversi pensionati. Vediamo allora come, perché e per chi cambiano le pensioni finali.
La rivalutazione automatica delle pensioni, che avviene ogni anno, è il primo fattore che contribuisce a modificare sempre l’importo di pensione finale. Annualmente, infatti, i trattamenti cambiano, generalmente aumentando, con rivalutazioni su indici sempre differenti stabiliti dal Ministero dell’Economica e la rivalutazione annuale altro non è che un meccanismo di adeguamento degli importi mensili delle pensioni al costo della vita in base all’indice del prezzo al consumo stimato dall’Istat.
Ciò significa che all’aumentare dell’inflazione, cioè del prezzo di beni e servizi, aumenta anche, in proporzione, l’importo della pensione finale per garantire potere d’acquisto a tutti i pensionati.
Per la rivalutazione delle pensioni 2022 il Mef (Ministero dell’Economia) ha fissato un indice pari all’1,7% e, inoltre, da quest’anno, la rivalutazione delle pensioni avviene su tre fasce che, in particolare, sono:
Il trattamento minimo di riferimento dal primo gennaio 2022 è di 523,83 euro. Per la rivalutazione annua delle pensioni, l’importo di pensione finale cambia di qualche decina di euro, oscillando dai circa 12 ai circa 30 euro.
L’importo della pensione finale cambia anche per effetto dell’applicazione dei coefficienti di trasformazione. Si tratta, in particolare, di parametri che si applicano esclusivamente alle pensioni o alle quote di pensione calcolate con sistema contributivo, mentre per il calcolo della pensione con sistema misto o con sistema retributivo per i lavoratori con anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995, i coefficienti di trasformazione valgono solo per le anzianità maturate dopo il primo gennaio 2012 (se in possesso di almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995) o al primo gennaio 1996; e per le donne che decidono di andare in pensione prima con l’opzione donna.
I coefficienti di trasformazione per il calcolo dell’importo di pensione finale variano in base all’anno di uscita del soggetto e cambiano ogni anno. Per quest’anno, i coefficienti di trasformazione sono i seguenti:
L’importo della pensione finale quest’anno cambia, generalmente aumentando, anche per effetto della riforma fiscale 2022 che prevede sia nuove aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito e sia nuove detrazioni da reddito da pensione.
In particolare, le aliquote Irpef da applicare per il calcolo della pensione finale 2022 sono passate da cinque e quattro e sono:
Nuove anche quest’anno le detrazioni. Stando, infatti, a quanto previsto dalla nuova riforma fiscale, le detrazioni per redditi da pensione sono le seguenti:
Si stima che per effetto della nuova riforma fiscale l’importo di pensione finale, a seconda dello scaglione di reddito di appartenenza, possa aumentare per cifre tra 100 e anche oltre 400 euro.
Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, l’importo della pensione finale può cambiare, e sia aumentando o riducendosi in genere, per effetto di cumulo della pensione stessa con altri redditi o trattamenti. Per esempio, se il pensionato inizia a percepire anche la pensione di reversibilità del coniuge deceduto, l’importo di pensione finale viene rivisto per effetto del cumulo dei trattamenti.
Stesso discorso vale se quando si è già in pensione si lavora, o si percepiscono altri trattamenti previdenziali o assistenziali.