In quali casi figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla o molto meno per leggi aggiornate

Quali sono le leggi che regolano la successione di una eredità e unici casi in cui figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla: chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
In quali casi figli, mogli, mariti e nip

In quali casi figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla?

Secondo quanto stabilito dalle leggi aggiornate 2023, non ci sono in realtà casi in cui figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla perché la successione di una eredità è sempre regolata dalle quote legittime ereditarie che spettano a tutti gli eredi legittimi secondo percentuali differenti stabilite dalla legge e sia in presenza che in assenza di testamento. Tuttavia, esistono casi in cui per legge è possibile che figli, coniugi e nipoti non ereditino nulla e si tratta del caso in cui un figlio, moglie, marito o nipote viene considerato erede indegno e del caso di moglie divorziata.
 

In quali casi figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla o molto meno? La successione di una eredità segue regole e leggi ben chiare che non si possono mai aggirare e che prevedono anche priorità di successione di un patrimonio lasciato da un defunto. Vediamo quali sono i casi in cui per legge ci sono parenti che possono non ereditare nulla.

  • Quando figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla
  • Quali sono i casi in cui figli, mogli, mariti e nipoti ereditano molto meno

Quando figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla

Secondo quanto stabilito dalle leggi aggiornate 2023, non ci sono in realtà casi in cui figli, mogli, mariti e nipoti non ereditano nulla perché la successione di una eredità è sempre regolata dalle quote legittime ereditarie che spettano a tutti gli eredi legittimi secondo percentuali differenti stabilite dalla legge e sia in presenza che in assenza di testamento.

Ciò significa che gli eredi legittimi hanno sempre diritto ad ereditare qualcosa, seppur chi più e chi meno in base al diverso rapporto di parentela con il defunto e alle relative diverse percentuali di eredità spettante. Tuttavia, esistono casi in cui per legge è possibile che figli, coniugi e nipoti non ereditino nulla. Si tratta del caso in cui un figlio, moglie, marito o nipote viene considerato erede indegno e del caso di moglie divorziata.

Parendo dalla mancata eredità per indegnità, secondo le leggi aggiornate in vigore, è da considerare indegno l’erede (figlio, coniuge, nipote) che ha tenuto un comportamento riprovevole nei confronti del defunto, tanto da essere escluso dalla successione ed essere ritenuto incapace di succedere. 

Entrando più nel dettaglio, i casi specifici in cui un erede viene considerato indegno, figli compresi, al punto di non poter per legge rientrare nella successione dell’eredità sono i seguenti:

  • se l’erede ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere il parente defunto;
  • se l’erede ha commesso, in danno del parente, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio;
  • se l’erede ha denunciato uno di tali parenti per reato punibile con l'ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denuncia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale;
  • se l’erede ha indotto con dolo o violenza il parente defunto a fare, revocare o mutare il testamento, o gli abbia impedito di farlo;
  • se l’erede ha nascosto o alterato il testamento con disposizioni sull’eredità;
  • se l’erede ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.

Precisiamo che un erede da escludere dall’eredità perché indegno non basta sia considerato tale ma deve essere apposita sentenza di un giudice a decretarlo. 

Non eredita nulla, per legge, anche la moglie o il marito divorziati: quando, infatti, si firma il divorzio definitivo una volta trascorso il periodo della separazione tra coniugi, vengono meno tutti i diritti e i doveri collegati ad un vincolo matrimoniale che si scioglie. Ciò significa che l’ex coniuge non rientra neanche più nell’asse ereditario dall’altro, per cui alla sua morte non ha diritto ad ereditare nulla.

Quali sono i casi in cui figli, mogli, mariti e nipoti ereditano molto meno

Ci sono poi anche casi in cui figli, mogli, mariti e nipoti ereditano molto meno in rapporto al patrimonio ereditario nella sua completezza e totalità. Alla morte di un soggetto, infatti, né un figlio né il coniuge superstite possono ereditare tutto il patrimonio del soggetto defunto ma deve essere diviso tra tutti gli eredi legittime secondo le quote di legittima ereditarie che sono fissate dalla legge e non si possono eludere né tanto meno ledere. 

Per evitare problemi, impugnazioni e simili, infatti, la successione dell'eredità per quote legittime stabilisce specifiche percentuali di eredità spettanti a tutti gli eredi legittimi secondo il diverso gradi di parentela che li univa al defunto. In base alle quote legittime, i primi ad avere diritto all’eredità di un defunto sono i coniugi superstiti e i figli, in assenza di figli l’eredità spetta solo al coniuge, mentre in presenza di un figlio, metà eredità va al coniuge e metà al figlio, in assenza di figli e coniuge superstite, a:
ascendenti, cioè genitori e nonni del defunto;
fratelli e sorelle del defunto;
altri parenti indiretti fino al sesto grado;
affini;
Stato.

Entrando più nel dettaglio, le quote legittime di divisione di una ereditò previste dalle leggi aggiornate in vigore nel 2023 sono le seguenti:
se il defunto lascia solo l’altro coniuge, spetta a lui la metà dell’eredità del coniuge defunto e la casa coniugale e l’altra metà dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
se il defunto lascia marito o moglie e un figlio unico, un terzo dell’eredità e il diritto di abitazione sulla casa vanno al coniuge, un terzo dell’eredità va al figlio unico e un terzo dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
se il defunto lascia marito o moglie e due o più figli, un quarto dell’eredità spetta al coniuge più il diritto della casa coniugale, metà dell’eredità deve essere divisa tra i figli in parti uguali e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
se manca il coniuge superstite e in presenza di un figlio unico, al figlio spetta metà dell’eredità e l’altra metà dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
se il defunto lascia coniuge e genitori, l’eredità spetta per metà al coniuge più il diritto della casa coniugale, un quarto dell’eredità spetta a genitori e altri ascendenti e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
se il defunto lascia solo i genitori, spetta a loro un terzo dell’eredità e due terzi dell’eredità sono di quota del testamento liberamente disponibile;
in assenza di figli e coniuge superstite del defunto e altri eredi, tutto il patrimonio spetta a fratelli e sorelle in parti uguali;
in assenza di figli e coniuge e di ascendenti e collaterali, l’eredità spetta anche ai parenti indiretti fino al sesto grado in base ai legami di parentela più prossimi, partendo cioè dagli zii, per arrivare ai parenti in terzo grado, cugini, parenti di quarto grado, ecc;