La legge 104 rappresenta da tempo un punto di riferimento per il sostegno delle persone con disabilità e dei loro familiari. La normativa garantisce una serie di agevolazioni e diritti, tra cui permessi retribuiti e altre misure di tutela essenziali per facilitare l’inclusione sociale e lavorativa. Tuttavia, la permanenza dei benefici è strettamente collegata all'effettivo riconoscimento delle condizioni che li giustificano e, in alcuni casi, può scattare la revoca delle agevolazioni previste dalla legge 104.
La revoca dei benefici derivanti dalla legge 104 è possibile in diverse circostanze. Il caso più frequente riguarda il venir meno della condizione di disabilità grave accertata dalla Commissione medico-legale dell'ASL o dall’INPS. La perdita del requisito può emergere durante visite periodiche di revisione, richieste sia d’ufficio sia su impulso delle autorità competenti o dell’ente previdenziale. Una volta stabilita, la revoca decorre dalla data di notifica del nuovo verbale che attesta la variazione dello stato di salute.
La mancata presentazione alla visita di revisione è un altro motivo frequente di cessazione: il beneficiario che non si presenta senza giustificazione, perde automaticamente il diritto alle agevolazioni. Allo stesso modo, la fornitura di documentazione falsa o dichiarazioni mendaci finalizzate a ottenere i vantaggi previsti dalla legge 104 costituisce un illecito che può portare sia alla revoca del beneficio sia a procedimenti penali per truffa ai danni dello Stato, secondo l'articolo 640-bis del Codice Penale.
Il diritto alle agevolazioni della legge 104 è soggetto a verifica nel tempo. L’attivazione della procedura di revisione può avvenire d’ufficio o su richiesta degli enti preposti. Chi intende contestare la revoca deve rivolgersi direttamente all’INPS per chiarimenti utilizzando canali ufficiali come "INPS Risponde" o il Contact Center istituzionale. Qualora le spiegazioni non siano sufficienti, è possibile presentare ricorso avviando un accertamento tecnico preventivo previsto dall’articolo 445 bis del Codice di Procedura Civile, fondamentale per la verifica delle condizioni sanitarie alla base della richiesta.
La revoca non produce effetti retroattivi: i permessi già fruiti correttamente, prima della comunicazione al beneficiario, non sono soggetti a restituzione o sanzioni, a condizione che siano stati utilizzati in buona fede.
La giurisprudenza e le sentenze della Cassazione sottolineano il principio per cui il diritto alle agevolazioni decade esclusivamente dalla notifica formale della revoca, come previsto dall’art. 3 della legge 104/1992. In assenza di tale comunicazione, il dipendente o il familiare può continuare a usufruire dei permessi senza rischi di sanzioni, a meno che non si accerti la malafede.
Il trasferimento ottenuto ai sensi della legge 104 per assistere un familiare può essere revocato in automatico in caso di decesso della persona assistita, come chiarito da Consiglio di Stato e varie pronunce dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), ma soltanto se concesso dopo le modifiche introdotte dalla legge 183/2010. Per i trasferimenti precedenti vige una disciplina differente, che tiene conto delle norme applicate al momento della concessione.
L’abuso dei permessi legge 104 è un grave illecito disciplinare e, nei casi più gravi, penale. Un utilizzo dei giorni di assenza per fini personali non collegati all’assistenza della persona disabile espone il lavoratore a provvedimenti disciplinari (fino al licenziamento per giusta causa) e, nei casi più gravi, ad azioni penali per truffa aggravata. La legittimità dei controlli aziendali è stata confermata da più sentenze della Corte di Cassazione, che ammettono il ricorso ad agenzie investigative specializzate e accettano le relative prove documentali in sede giudiziaria.
I permessi non possono essere cumulati o goduti da più lavoratori, salvo eccezioni specifiche previste dalla normativa o da regolamenti interni. INPS, in caso di accertata insussistenza dei requisiti, revoca i benefici dal momento della decadenza, recuperando anche le somme indebitamente erogate.