Mai sottovalutare l'importanza di effettuare investimenti con oculatezza in questo 2022. Non tanto in relazione alle scelte da effettuare che sono sempre personali, quanto piuttosto nell'affidamento a istituti e consulenti affidabili ed esperti della materia. La regola di fondo di ogni investimento è che le banche sono tenute a fornirli consigli adeguati ai propri clienti. Facciamo un passo in più per vedere da vicino:
Fondi e investimenti persi: quando chiedere un risarcimento
Obbligo di fornire consigli sulla base del profilo di rischio
Il modo per poter richiedere risarcimenti è controllare il contratto sottoscritto ed esattamente se i consigli di investimento che hanno portato a perdite siano rispettosi del profilo di rischio. Il cliente di una banca può così avere diritto a ricevere un risarcimento se ha subito perdite con fondi o investimenti a causa dell'incompetenza di un consulente dell'istituto di credito o di un comportamento irrispettose degli accordi.
In pratica se non ha ricevuto informazione in anticipo sui rischi del prodotto o del servizio su cui dirottare il denaro. Si tratta di informazioni importanti a cui prestare attenzione. Si sta parlando della possibilità di perdite, anche totali, del proprio investimento o che si possa essere obbligati a versare più di quanto investito e perso.
Il broker o comunque il consulente di investimento ha l'obbligo di descrivere al cliente le caratteristiche e i rischi del tipo di strumento finanziario che si acquista con il servizio di investimento. In relazione ai rischi, devono essere evidenziati, se pertinenti al tipo di strumento finanziario di volta in volta trattato, la possibilità che dall'investimento derivino impegni, obbligazioni, passività potenziali che si aggiungono al costo di acquisizione del titolo.
In altri termini: oltre a perdere quanto investito, potremmo essere chiamati a dover versare altro denaro; il rischio di perdita totale e l'incidenza dell'effetto leva;la possibilità di oscillazioni del prezzo dello strumento finanziario ed eventuali limiti alla sua liquidabilità; le pratiche di marginatura connesse all'investimento.
La Corte di Cassazione ha ricordato l'obbligo per gli istituti di credito di offrire la piena informazione attiva circa la natura, i rendimenti ed ogni altra caratteristica del titolo, non potendosi affatto presumere che l'investitore debba cogliere tutte le implicazioni di un dato investimento, solo perché in passato abbia già acquistato azioni o altri titoli, sebbene a rischio elevato.
La figura del consulente di investimento è dunque centrale per capire quali sono gli spazi di manovra per la richiesta di risarcimento. Sulla base delle disposizioni vigenti, l'intermediario non può dar luogo all'investimento se prima non ha informato il cliente dei costi del servizio offerto.
Stando a quanto reso pubblico dagli organismi di vigilanza, deve indicare il prezzo totale a carico del cliente per il servizio o lo strumento finanziario; i singoli elementi che compongono il costo totale; le spese e i tassi di cambio per gli investimenti in valuta; la possibilità che emergano altri costi e imposte al di fuori di quelli da pagare all'intermediario.
L'obbligo dell'intermediario di tenersi informato sulla situazione del cliente, in quanto funzionale al dovere di curarne diligentemente e professionalmente gli interessi, permane attuale durante l’intera fase esecutiva del rapporto e si rinnova ogni qual volta la natura o l'entità della singola operazione lo richieda, per l'ovvia considerazione che la situazione del cliente non è statica bensì suscettibile di evolversi nel tempo.