In quali casi si parla di falsa partita iva secondo leggi 2022

Quando si parla di partita Iva occorre ricordare l'esistenza di una doppia possibilità: regime ordinario o regime forfettario. Entrambe possono essere anche false.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
In quali casi si parla di falsa partita

Falsa partita Iva, quali sono i casi?

La circostanza più tipica è quella dell'instaurazione di un rapporto di lavoro di tipo dipendente ma senza al sottoscrizione di alcun contratto bensì sfruttando la formula della partita Iva. Si tratta evidentemente di una irregolarità poiché il datore di lavoro che si avvale della prestazione dei lavoratori autonomi e li tratta come dipendenti senza sostenerne gli oneri contributivi e assicurativi derivanti da un rapporto di lavoro subordinato. Per riconoscere l'irregolarità ci sono 3 parametri.

Si chiamano false partite Iva e come lascia intendere lo stesso nome, nascondono una situazione di irregolarità. A essere interessati sono lavoratori autonomi e professionisti ovvero coloro che non hanno sottoscritto un rapporto di lavoro di tipo dipendente.

Quando si parla di partita Iva occorre ricordare l'esistenza di una doppia possibilità: regime ordinario o regime forfettario. Ed è proprio quest'ultimo, nonostante le limitazioni nei ricavi e nelle detrazioni, che presenta molto punti di interesse. Non tanto e non solo per via dell'aliquota unica al 15% a cui sono soggetti i ricavi.

Ma anche per le facilitazioni gestionali e contabili. Coloro che aderiscono a questo regime non applicano studi di settore (adesso si chiamano Isa, Indici sintetici di affidabilità) né parametri, non sono assoggettati a ritenuta d'acconto da parte degli eventuali sostituti d'imposta, non sono tenuti alla registrazione e alla tenuta delle scritture contabili.

Non solo, ma non sono soggetti agli obblighi della fatturazione elettronica, non sono tenuti a operare ritenute alla fonte sugli emolumenti corrisposti, sono esonerati dagli obblighi relativi all'applicazione dell'Iva.

Non c'è dubbio che la scelta su cosa fare è sempre personale perché deve tenere conto dei carichi di famiglia, delle spese sostenute, di deduzioni e detrazioni come quelle relative a spese sanitarie, interessi mutui prima casa, spese per l'istruzione dei figli, dei contributi previdenziali versati e dei compensi percepiti.

La convenienza ad adottare il regime forfettario sia estremamente è quindi variabile in base al profilo fiscale personale e alle modalità di svolgimento della propria attività. Ma vediamo meglio

  • Falsa partita Iva, quali sono i casi
  • Sanzioni per le false partite Iva

Falsa partita Iva, quali sono i casi

La definizione di falsa partita Iva è molto semplice da capire perché comprende tutti quei casi in cui la partita Iva non è utilizzata per lo scopo per cui è stata attivata. La circostanza più tipica è quella dell'instaurazione di un rapporto di lavoro di tipo dipendente ma senza al sottoscrizione di alcun contratto bensì sfruttando la formula della partita Iva.

Si tratta evidentemente di una irregolarità poiché il datore di lavoro che si avvale della prestazione dei lavoratori autonomi e li tratta come dipendenti senza sostenerne gli oneri contributivi e assicurativi derivanti da un rapporto di lavoro subordinato. A rimetterci è soprattutto il lavoratore stesso che utilizza la partita Iva per un'attività subordinata e non fruisce delle tutele riconosciute ai lavoratori dipendenti.

Pensiamo ad esempio alle ferie e ai permessi, alla tredicesima mensilità e al Trattamento di fine rapporto, fino ad arrivare all'assegno di disoccupazione in caso di interruzione anticipata del rapporto di lavoro. Sono tre i parametri che configurano il lavoro da dipendente anziché da autonomo con partita Iva.

Se almeno due di questi si concretizzano è lecito parlare di falsa partita Iva. Il primo è di tipo organizzativo ovvero quando il lavoratore autonomo presta il lavoro in un posto fisso stabilito dallo stesso committente.

Il secondo fa riferimento al fatturato ovvero quando del lavoratore autonomo deriva per l'80% dai compensi ottenuti dallo stesso committente in due esercizi consecutivi.

Il terzo è di carattere temporale: la durata della collaborazione con lo stesso committente è superiore a 8 mesi in 2 anni.

Sanzioni per le false partite Iva

Le conseguenze nel caso di scoperta dell'esistenza di false partite Iva sono di tipo amministrativo, fiscale e contributivo. In buona sostanza il datore di lavoro va incontro a sanzioni ed è costretto a considerare la partita Iva un lavoratore dipendente a tutti gli effetti da assumere a tempo indeterminato.

Recenti modifiche legislative hanno però permesso la possibilità di estinguere l'illecito proprio nel caso di assunzione del lavoratore con un regolare contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e che mantenga questo rapporto per almeno 12 mesi.

Quando si parla di partita IVA u00c8 necessario ricordare l'esistenza di due possibilità: il regime normale o il regime a tasso costante. Entrambi possono essere falsificati.