La normativa in vigore prevede la fruizione di due settimane in maniera continuativa nel corso dell'anno di maturazione.
Le ferie sono maturante durante il rapporto lavorativo e a ogni anno di lavoro con contratto a tempo pieno corrisponde un mese di ferie. Nel calcolo contribuiscono anche le assenze per malattia o infortunio sul lavoro, per gravidanza e puerperio, per fruire del periodo di congedo matrimoniale e per svolgere funzioni presso seggi elettorali.
Ogni dettaglio sulle ferie maturate e su quelle da godere è indicato nella busta paga consegnata al lavoratore con cadenza mensile. Vediamo meglio:
15 giorni consecutive di ferie, quando si possono avere
Leggi e CCNL 2022 15 giorni di ferie consecutivi
La normativa in vigore prevede la fruizione di due settimane in maniera continuativa nel corso dell'anno di maturazione e altre due nell'arco dei successivi 18 mesi. Il sabato e la domenica sono considerati nel calcolo dei giorni ferie. Stessa cosa per i giorni festivi se compresi nel periodo di assenza.
Bisogna sempre verificare il contratto collettivo nazionale di categoria (Marittimi, Chimica, Edilizia e legno, Terziario e Servizi, Agricoltura e Allevamento, Enti e Istituzioni Private, Poligrafici e Spettacolo, Trasporti, Meccanici, Alimentari, Enti Pubblici, Tessili, Credito e assicurazioni) che può stabilire un differente periodo per la fruizione delle ferie. La richiesta deve essere formulata dallo stesso lavoratori affinché il datore di lavoro possa accoglierle con maggiore facilità in relazione alle esigenze dell'azienda.
Il lavoratore può ricevere un'indennità al posto delle ferie per mancata fruizione per esigenze aziendali e conseguente impossibilità di fruire del riposo nei limiti di legge, per cessazione del contratto di lavoro sia nel caso di dimissioni volontarie e sia di licenziamento.
Ma anche per trasferimento del lavoratore all'estero che comporta una parziale revisione dei termini dei contratti, per periodi aggiuntivi rispetto alle quattro settimane minime di ferie all'anno che spettano a ogni dipendente poiché si tratta di periodi supplementare rispetto a quelli previsti dalla legge.
L'azienda può comunque obbligare il lavoratore alle ferie. Come stabilito dal Codice civile, lo può fare tenuto conto degli interessi del datore ma anche del dipendente. In buona sostanza, l'azienda deve avere un motivo per forzarle per esigenze specifiche, come in occasione di un periodo di chiusura temporanea o di rallentamento dell'attività.
In tutti i casi quando si parla di ferie 2022 ovvero leggi, normative e regole in vigore, occorre consultare gli accordi collettivi per conoscere nel dettaglio i criteri e le modalità di fruizione delle ferie in relazione all'orario multiperiodale, il cui parametro di riferimento non può essere maggiore di dodici mesi. Stessa cosa per le cosiddette condizioni di miglior favore. In pratica è prevista la nullità di norme contrattuali con una durata inferiore.
Le ferie sono un diritto irrinunciabile. Il lavoratore non può dire no alla fruizione ovvero non può monetizzarle. La stessa Costituzione che stabilisce il diritto irrinunciabile dei lavoratori alle ferie. Secondo il comma 3 dell'articolo 36 "il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi". La sola eccezione è rappresentata dalle ferie oltre le quattro settimane sulla base del contratto collettivo di categoria ovvero i casi personali del lavoratore.
Il datore di lavoro non può imporre le ferie al lavoratore, ma non è tenuto a pagare il periodo di riposo che il lavoratore non ha fruito nonostante gli inviti dell'azienda. Allo stesso tempo, il datore può negare le ferie al lavoratore purché il rifiuto sia giustificata da esigenze aziendali ben specifiche.
Il mancato rispetto delle norme sulle ferie comporta una sanzione a carico del datore di lavoro da 100 a 600 euro ovvero da da 400 a 1.500 euro nel caso di coinvolgimento di 5 lavoratori in almeno due anni o da 800 a 4.500 euro se di mezzo ci sono 10 lavoratori nell'arco di 4 anni.