La pensione può anche diminuire di importo. A chi e di quanto mediamente può succedere

Pensioni di vecchiaia, reversibilità o invalidità: come e quando possono essere ridotti gli assegni secondo leggi 2022

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
La pensione può anche diminuire di impor

Quando una pensione può diminuire di valore?

Una pensione tradizionale non può generalmente diminuire di valore considerando che ogni anno è anche soggetto a rivalutazione automatica che prevede aumenti degli assegni. Tuttavia, ci sono tipi di pensioni che possono diminuire, per diversi motivi e condizioni, come pensioni di invalidità e pensioni di reversibilità. 
 

In quali casi una pensione può diminuire di valore? Stando a quanto previsto dalle leggi 2022 in vigore, le pensioni tradizionali, di vecchiaia e anticipata, non diminuiscono ma sono alcune tipologie di pensioni che milioni di italiani percepiscono per differenti motivazioni a poter diminuire, basti pensare a pensioni di reversibilità e pensioni di invalidità. Vediamo allora quando e di quanto possono diminuire le pensioni.

  • Pensione tradizionale può diminuire? 
  • Quando e come può diminuire pensione reversibilità
  • Quando può diminuire pensione di invalidità

Pensione tradizionale di vecchiaia può diminuire? 

La pensione tradizionale non può generalmente diminuire, considerando che, al contrario, ogni anno le pensioni tendono ad aumentare per effetto della rivalutazione annuale che avviene per adeguare il potere d’acquisto dei pensionati al costo della vita Istat su indici fissati dal Mef. 

Per la rivalutazione delle pensioni 2022 il Mef (Ministero dell’Economia) ha, per esempio fissato un indice pari all’1,7% su tre fasce che, in particolare, sono le seguenti:

  • rivalutazione al 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo (fino a 2062 euro lordi);
  • rivalutazione del 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo (fino a 2577,90 euro);
  • rivalutazione del 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo (importi lordi oltre 2.577,90 euro).

Il trattamento minimo di riferimento dal primo gennaio 2022 è di 523,83 euro.

Un caso particolare, se vogliamo, di riduzione delle pensioni che fino all’anno scorso ha interessato tutti è stato il blocco della rivalutazione delle pensioni che non ha portato gli assegni ad aumentare riducendo così il potere di acquisto dei pensionati. 

Quando e come può diminuire pensione reversibilità

La pensione che può diminuire molto più facilmente e anche di molto è quella di reversibilità, che spetta ai parenti superstiti dell’assicurato che sono, per legge:

  • coniuge, sia il coniuge separato, sia il coniuge è separato con addebito ma in tal caso solo se titolare di assegno alimentare a carico del coniuge deceduto, sia il coniuge divorziato;
  • figli, sia legittimi, sia legittimati, sia naturali, sia adottivi, sia legalmente riconosciuti, con età inferiore ai 18 anni, o che siano studenti di scuola media superiore di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e che non svolgono attività lavorativa, o che siano studenti universitari (e fino a 26 anni) a carico del genitore deceduti, o figli disabili e inabili di qualunque età a carico del genitore deceduto;
  • nipoti, purchè di età inferiore ai 18 anni e a carico del deceduto;
  • genitori, in mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti, con almeno 65 anni di età, che non siano titolari di pensione diretta o indiretta e risultino a carico del deceduto al momento della scomparsa;
  • fratelli celibi e sorelle nubili, in mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori, impossibilitati a lavorare e a carico del defunto.

Per quanto riguarda le percentuali spettanti di pensione di reversibilità rispetto all’importo che il deceduto avrebbe percepito di pensione in base ai beneficiari sono le seguenti:

  • 100% della pensione per il coniuge con due o più figli o per sette o più sorelle o fratelli;
  • 90% della pensione per sei fratelli o sorelle;
  • 80% della pensione per il coniuge con un figlio o due figli;
  • 75% della pensione per cinque sorelle o fratelli;
  • 70% della pensione per un figlio;
  • 60% della pensione per il coniuge senza figli o per quattro fratelli o sorelle;
  • 45% della pensione per tre fratelli o sorelle;
  • 30% della pensione per entrambi i genitori o per due sorelle o fratelli.

Una volta calcolato l’importo di pensione di reversibilità spettante al parente superstite, può cambiare in base a diverse condizioni, per esempio figli minori o maggiorenni di età superiore ai 26 anni a carico, o redditi. 

In presenza di redditi personali superiori a tre volte il trattamento minimo, infatti, l’importo di pensione di reversibilità al coniuge si riduce di una percentuale tanto più alta quanto maggiore è il reddito. 

Quando si supera la soglia di reddito annua stabilita dall’Inps di 20.107,62 euro l’importo della pensione di reversibilità si riduce secondo precise percentuali che sono:

  • del 25%, per redditi superiori a 3 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • del 40%, per redditi superiori a 4 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • del 50% per redditi superiori a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Se, dunque, il coniuge superstite che percepisce la pensione di reversibilità ha un reddito annuo superiore a 20.107,62 euro è prevista una riduzione del 25%, che sale al 40% se reddito è ricompreso tra la predetta soglia e i 26.810,16 euro per arrivare al 50% se il reddito del coniuge risulta superiore a 33.512,70 euro annui, cioè oltre 5 volte il trattamento minimo Inps. 

Quando può diminuire pensione di invalidità

Anche la pensione di invalidità può diminuire rispetto all’importo originario calcolato, fino anche ad essere sospesa nei casi previsti dalla legge. L’importo della pensione di invalidità viene calcolato in base a percentuale di invalidità del soggetto richiedente e reddito. 

La pensione di invalidità civile è una prestazione assistenziale erogata dall’Inps e per cui bisogna presentare apposita domanda. La domanda di pensione di invalidità può essere presentata da coloro che hanno riduzione della capacità lavorativa riconosciuta al 100% e a condizione che non superino il limite di reddito stabilito dall’Istituto. 

Le pensioni per invalidità si riducono se l’assegno è superiore al trattamento minimo e l’interessato svolge un’attività lavorativa. La riduzione del valore della pensione di invalidità varia in base al reddito:
se il reddito è da lavoro dipendente, la riduzione della pensione è pari al 50% della quota eccedente il trattamento minimo, fermo restando che la decurtazione non può superare il reddito stesso;
se il reddito è da lavoro autonomo, la riduzione della pensione è pari al 30% della quota eccedente il trattamento minimo, e comunque non può essere superiore al 30% del reddito prodotto.

Quando poi cambia la percentuale di invalidità riconosciuta, si riduce ancora l’importo della pensione di invalidità fino ad essere del tutto sospeso come trattamento da erogare.