I patrimoni trasferiti e accreditati sono ugualmente controllati dalla Guardia di finanza e dall'Agenzia delle entrate. Ancora più esattamente, i dati dei conti correnti esteri sono controllati attraverso l'Anagrafe dei conti correnti.
Aprire un conto conto corrente all'estero è un'operazione possibile? La risposta è affermativa purché questa operazione venga fatta con la massima trasparenza ovvero con un intento differente dall'occultamento di ricavi e guadagni.
La Guardia di finanza può controllare i conti correnti esteri dei contribuenti italiani? Anche in questo caso la risposta è affermativa poiché sono in vigore accordi di reciprocità tra Stati che prevedono lo scambio di informazioni. Approfondiamo in questo articolo:
L'apertura di un conto corrente all'estero può essere giustificata da tanti motivi, come il trasferimento - anche temporaneo - in un altro Stato, la protezione dal cosiddetto rischio Paese, il timore di fallimenti, le tasse applicate.
In tutti i casi, l'apertura di un conto corrente estero comporta l'obbligo di compilazione del quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche. In pratica i patrimoni trasferiti e accreditati sono ugualmente controllati dalla Guardia di finanza e dall'Agenzia delle entrate. Ancora più esattamente, i dati dei conti correnti esteri sono controllati attraverso l'Anagrafe dei conti correnti.
Come spiegato dalla stessa Guardia di finanza, Gli Stati con ordinamenti tributari a fiscalità cosiddetta avanzata si sono dotati, per il contrasto di fenomeni evasivi ed elusivi, di strumenti per lo scambio di informazioni e la collaborazione amministrativa e giudiziaria. La cooperazione internazionale - precisano le Fiamme gialle - si fonda su precise basi normative dal cui rispetto non si può prescindere, pena l’impossibilità di utilizzare i dati scambiati e, quindi, la vanificazione dell’attività posta in essere.
I mezzi approntati vedono, in primo piano, l’attività della Guardia di finanza quale naturale referente degli organi collaterali esteri e si muovono sul duplice livello della mutua assistenza e dello scambio di informazioni in ambito convenzionale, basato principalmente su due principi. Innanzitutto sulle norme di diritto internazionale, ovvero le convenzioni per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali.
A conti fatti, allo scambio di informazioni reciproche sui conti correnti hanno aderito la quasi totalità dei Paesi mondiali. L'elenco è molto lungo, ma non bisogna dimenticare la premessa iniziale ovvero che l'apertura di un conto corrente estero è perfettamente lecita, ma sempre nell'ambito della perfetta legalità.
Il contribuente deve dichiararne l'esistenza, anche rispetto all'Ivafe ovvero l'Imposta sul valore delle attività finanziarie all'estero sulle persone fisiche residenti in Italia che detengono anche conti correnti in un Paese differente da quello italiano. Per essere più precisi, si applica in misura proporzionale del 2 per mille annuo del valore delle attività finanziarie.
La lista si compone di Albania, Alderney, Andorra, Anguilla , Antille Olandesi, Argentina, Aruba, Austria, Bahamas, Barbados, Belgio, Belize, Bermuda, Cayman, Colombia, Corea, Croazia, Curacao, Cipro, Danimarca, Estonia, Filippine, Finlandia, Francia, Germania, Gibilterra, Grecia, Guernsey , Herm, Hong Kong, Islanda, Irlanda, Isola di Man, Isole Faroe, Isole Vergini Britanniche, Italia, Jersey, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Mauritius, Messico, Montserrat, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turks e Caicos, Ungheria, Barbados, Cile, Dominica, India, Niue, Seychelles, Uruguay, Trinidad e Tobago, Arabia Saudita, Australia, Brasile, Brunei, Canada, Cina, Costa Rica, Dar es Salaam, Grenada, Emirati Arabi, Indonesia, Israele, Giappone, Isole Marshall, Macao, Malesia, Monaco, Nuova Zelanda, Qatar, Russia, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadines, Samoa, Singapore, Sint Maarten, Turchia.