I lavoratori con contratto a chiamata 2022 al termine della prestazione di lavoro se restano senza occupazione possono chiedere l’indennità di disoccupazione Naspi o avere diritto al reddito di cittadinanza a condizione di soddisfare i relativi requisiti richiesti.
Quali aiuti si possono richiedere se resto disoccupato dopo contratto a chiamata 2022? Il contratto a chiamata è una tipologia contrattuale di lavoro subordinato che consente al lavoratore di mettersi a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni di carattere discontinuo o intermittente ogni qualvolta il datore di lavoro ne abbia bisogno. Si tratta, dunque, di un contratto valido per lavori a tempo per cui spesso ci si chiede quali sono gli aiuti disponibili per la disoccupazione di un lavoratore con contratto a chiamata 2022.
Chi ha un contratto a chiamata e viene licenziato può accedere alla indennità di disoccupazione Naspi. Considerando che il lavoro a chiamata si svolge tramite contratto che presuppone un rapporto di lavoro dipendente, quando termina per licenziamento permette di richiedere la Naspi erogata dall’Inps che prevede durata e importo da corrispondere al lavoratore in base al tempo di durata del lavoro effettivamente svolto.
Ma non solo: se un lavoratore perde involontariamente un lavoro dipendente, ha diritto alla Naspi anche se riceve una proposta di contratto a chiamata durante il periodo in cui percepisce l’indennità di disoccupazione ma solo il reddito derivate da tale occupazione rientra nel limite di 8 mila euro dall’anno.
Tra gli aiuti che si possono richiedere al termine di un contratto a chiamata o pur avendolo in corso c’è il reddito di cittadinanza: per percepire il reddito di cittadinanza basta soddisfare i requisiti richiesti e inviare apposita richiesta, mentre per continuare a percepirlo se si intraprendere un lavoro con contratto a chiamata quando già si è precettori, bisogna inviare apposita comunicazione all’Inps entro 30 giorni dall’inizio dell’attività lavorativa tramite modulo SR181 Com-Esteso e indicando di che lavoro si tratta.
E solo una volta ricevuta la comunicazione, l’Inps valuta se l’inizio di una nuova attività lavorativa da parte di uno o più componenti permette ancora di percepire il reddito di cittadinanza o meno.
Se Naspi e reddito di cittadinanza sono disponibili come aiuti nel caso di disoccupazione di chiude un contratto a chiamata, è bene sapere che anche i lavoratori con contratto a chiamata al momento della cessazione del rapporto di lavoro hanno diritto a Tfr e Liquidazione.
Essendo, infatti, il contratto a chiamata un lavoro dipendente a tutti gli effetti, come per tutte le tipologie di lavoro, prevede anche l’erogazione del Tfr al termine dell’attività lavorativa e in tal caso l’importo spettante è calcolato in base alle ore effettivamente lavorate durante il rapporto lavorativo.
Quali aiuti disponibili per lavoratori con contratto a chiamata 2022 al termine della prestazione di lavoro: Naspi e reddito di cittadinanza