Le Casse previdenziali private e la Gestione Separata dell’Inps prevedono l’indennità di malattia che viene corrisposta al lavoratore a condizione che questo stesso soddisfi determinati requisiti soprattutto dal punto di vista contributivo previdenziale, ma non è sempre dovuta.
I lavoratori dipendenti che sono impiegati con regolare contratto di lavoro subordinato, sia esso a tempo determinato o indeterminato, godono di una serie di tutele lavorative tra cui rientra l’indennità di malattia che, previa presentazione del certificato medico al proprio datore di lavoro, permette di stare a casa senza rischio di perdere il lavoro e percependo la retribuzione secondo le norme previste da contratto collettivo nazionale.
I lavoratori dipendenti possono, dunque, assentarsi dal lavoro e percepire il proprio stipendio ma le stesse certezze non valgono per i lavoratori professionisti con partita Iva. Per questo grande, grandissimo mondo di lavoratori non esistono garanzie né per le malattie, né per ferie e permessi. Quali sono le regole previste per l’indennità di malattia dei professionisti con partita iva?
I professionisti con Partiva Iva sono solitamente iscritti a Ordini e Albi che fanno capo a specifiche case previdenziali. Esistono, infatti, le casse previdenziali per gli iscritti ai diversi ordini che prevedono un loro esclusivo statuto e loro regole da rispettare per versamenti contributivi e altri.
Tanto quanto ogni Cassa decide per versamenti contributivi ma anche maternità e pensionamenti, decide anche per il riconoscimento eventuale dell’indennità di malattia. Vi sono, infatti, alcune Casse che non la prevedono, altre che, invece, prevedono, oltre ai contributi previdenziali da versare, il versamento di una somma annuale di contribuzione minima valida per tutti gli iscritti che contempla indennità di malattia, o maternità o disoccupazione.
In tal caso l’importo del versamento è molto variabile e i criteri per la sua definizione possono dipendere dal genere di Cassa stessa, dagli anni di iscrizione alla Cassa, dai redditi annui, ecc. Durata e importo di indennità di malattia, più o meno lunga, più o meno cospicua, ai professionisti con Partita Iva iscritti alle Casse previdenziali private variano in base alle regole previste in merito dalla Cassa di iscrizione perché ogni Cassa prevede regole proprie e sempre diverse dalle altre. Le cose stanno in maniera ancora diversa per i professionisti titolari di Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps.
Ai professionisti con Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps l’indennità di malattia spetta se versano il contributo aggiuntivo dello 0,72% (ad esclusione di lavoratori pensionati e iscritti alla Gestione separata non in via esclusiva) e viene riconosciuta solo se:
La durata dell’indennità di malattia per professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps è pari ad un sesto della durata complessiva del rapporto di lavoro entro un limite massimo annuo di 61 giorni e comunque non può essere inferiore a 20 giorni nel corso dell’anno. Se la malattia continua o si ha una ricaduta, sono indennizzabili i primi 3 giorni e l’indennità spetta anche per le festività.
L’importo dell’indennità di malattia per professionisti con Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps si ottiene dividendo il massimale contributivo annuo per 365 giorni dell’anno e moltiplicando poi il risultato del massimale giornaliero ottenuto percentuali definite sul numero di mensilità di contributi versati nell'anno precedente alla malattia e che sono:
Considerando che la base imponibile per il calcolo del minimale contributivo è di 15.878 euro per il 2019, il lavoratore ha un mese di contribuzione se ha versato almeno 452,92 euro, nel caso di cococo, e almeno 340,32 euro se libero professionista.
E’ bene precisare che i professionisti titolari di Partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps sono soggetti a visita medica fiscale negli orari previsti dalla legge e ad eventuali sanzioni previste nel caso di assenza all’indirizzo di residenza fornito.