L'Indennità sostitutiva del preavviso è una indennità che, insieme alle cosiddette spettanze di fine rapporto come Tfr, i ratei maturati, le ferie e i permessi residui, gli eventuali arretrati contrattuali, vengono corrisposti al lavoratore al momento della conclusione del rapporto lavorativo di dipendenza.
I contratti di lavoro a tempo indeterminato prevedono, previo accordo, la possibilità di trattenere il periodo di preavviso di licenziamento tramite relativa indennità. L'erogazione dell'indennità sostitutiva di preavviso scatta nel momento in cui il datore di lavoro non comunica l'eventuale licenziamento al proprio dipendente nei tempi stabiliti dalla legge. Nasce, dunque, come una sorta di tutela per lo stesso lavoratore. L’obbligo preavviso è, infatti, previsto dal Codice Civile e regolato dalla contrattazione collettiva in base alle mansioni, all’inquadramento del lavoratore, all’anzianità di servizio maturata in azienda dal lavoratore, e deve essere rispettato sia in caso di dimissioni volontarie del lavoratore sia in caso di licenziamento da parte del datore di lavoro.
Stando a quanto stabilito dalla legge, l'Indennità sostitutiva di preavviso viene corrisposta nei casi di:
Questa tipologia di indennità non spetta, invece, nei casi di:
Il calcolo dell'indennità sostitutiva di preavviso parte dal giorno di comunicazione della notifica di licenziamento o dimissioni e comprende:
Non rientrano, invece, nel calcolo dell'indennità sostitutiva di preavviso i rimborsi spese, ratei e maturazione ferie. L’indennità sostitutiva di preavviso è soggetta a contribuzione previdenziale e alla stessa applicata al Tfr, al netto dei contributi previdenziali.