La richiesta all'Inail per il riconoscimento della malattia professionale può essere presentata anche dai pensionati. Condizione fondamentale è che i termini per la denuncia decorino dal momento dell'acquisizione della consapevolezza di essere colpito da malattia di presunta origine professionale.
Il confine può essere molto sottile perché da una parte c'è l'insorgere della malattia professionale che può avvenire in qualunque momento e dall'altra ci sono magari le porte delle pensioni pronte ad aprirsi.
Ed è proprio in questa circostanza che sorge il dubbio principale: l'indennizzo Inail per malattia professionale è previsto anche nel caso in cui il lavoratore sia in pensione.
La risposta è da tempo oggetto di differenza di vedute, a tal punto che è stata necessaria una pronuncia della Corte di Cassazione per scrivere la parola fine. Approfondiamo quindi:
Il punto di partenza per sapere se l'indennizzo Inail per malattia professionale si può richiedere anche in pensione sono i termini di prescrizione per ottenere le prestazioni. Ammonta infatti a tre anni, con la sospensione del conteggio nel corso della liquidazione amministrativa delle indennità.
In merito alle tempistiche, secondo la Corte di Cassazione, i termini decorrono dal momento in cui il lavoratore assicurato ha acquisito la consapevolezza della riconducibilità della patologia che lo ha colpito, a una causa violenta costituente infortunio sul lavoro.
Il punto è che, nel caso di una infortunio o di una malattia professionale che non sia immediatamente configurabile come tale, può essere spostata la decorrenza va spostata, a tal punto che la richiesta all'Inail per il riconoscimento della malattia professionale può essere presentata anche dai pensionati.
Condizione fondamentale è che i termini per la denuncia decorino dal momento dell'acquisizione della consapevolezza di essere colpito da malattia di presunta origine professionale.
Ormai sono oltre 20 anni che l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro non indennizza sola la perdita della capacità lavorativa, escludendo i danni alla salute di natura esistenziale, relazionale ed estetica, introdotti solo in seguito con il principio del danno biologico.
Il dubbio interpretativo nasce anche dal fatto che le norme sulla malattia professionale prevedono che sia il datore a pagare per intero la giornata in cui è avvenuto l'incidente o si è manifestata la patologia se ha causato l'astensione dal lavoro ovvero il 60% della retribuzione oltre all'eventuale migliore trattamento previsto dal contratto di lavoro per i successivi tre giorni.
Ma il punto è che un pensionato non può fare riferimento ad alcun datore. In ogni caso, l'Inail entra in gioco dal quarto giorno successivo a quello dell'infortunio o si è manifestata la malattia professionale fino alla guarigione clinica. Fino al 90esimo giorno è prevista una indennità giornaliera pari al 60% della retribuzione media giornaliera degli ultimi 15 giorni prima della malattia professionale.
Dal 91esimo giorno l'indennità è aumentata al 75%. Al termine del periodo di inabilità temporanea, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro invita l'infortunato a sottoporsi a visita medica legale per accertare l'inabilità permanente e quantificarne eventualmente il grado.
Se è tra il 6 e il 15% corrisponde un indennizzo in capitale da calcolare sulla base della tabella con parametri riferiti all’età e alla percentuale di danno riconosciuto.
Adesso è in vigore la Nuova tabella degli indennizzi in capitale che prevede l'aumento dell'importo di circa il 40% e l'eliminazione della differenziazione tra uomini e donne. Con grado di inabilità fra il 16 e il 100% corrisponde un indennizzo in rendita di 2 quote.
La prima indennizza il danno biologico provocato dalla malattia professionale ed è calcolata sulla percentuale di menomazione accertata, secondo la Tabella indennizzo danno biologico in rendita.
La seconda risarcisce il danno patrimoniale per le conseguenze della menomazione sulla capacità di produrre reddito con il lavoro e tiene conto del grado di invalidità accertato e della percentuale della retribuzione percepita sulla base della Tabella dei coefficienti.