Interessi massimi sui prestiti stabiliti da leggi 2022 in vigore. Dopo scatta reato di usura

Interessi massimi sui prestiti stabiliti dalla Banca di Italia: non si può andare oltre altrimenti scatta reato di usura. Leggi in vigore

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Interessi massimi sui prestiti stabiliti

Quali sono gli interessi massimi sui prestiti oltre i quali scatta reato di usura?

Stando a quanto previsto dalle leggi 2022 in vigore, i tassi di interessi massimi sui prestiti oltre i quali scatta il reato di usura sono quelli che ogni tre mesi vengono comunicati dalla Banca di Italia e oltre i quali non si può andare. 
 

Prestiti, mutui e altri tipi di finanziamenti vengono concessi da banche e finanziarie a determinati tassi che devono essere pagati dai soggetti richiedenti insieme alla somma richiesta. Se, per esempio, si chiede un prestito da 5mila o 10mila euro, o un mutuo da 100mila euro o anche di più, alla somma appena citata richiesta e che viene concessa bisogna aggiungere anche i tassi.

Spesso sono proprio i tassi che determinano un grande aumento delle rate da pagare per il rimborso del prestito o del mutuo richiesto e per evitare eccessi, sono stati fissati tetti massimi. Vediamo allora quali sono gli interessi massimi che si possono applicare sui prestiti secondo le leggi 2022?

  • Quali sono interessi massimi sui prestiti e quando scatta reato di usura
  • Interessi su prestiti quali sono e regole

Quali sono interessi massimi sui prestiti e quando scatta reato di usura

Le leggi 2022 prevedono che ogni tre mesi la Banca d'Italia pubblichi i tassi di interesse medi delle operazioni di prestiti finanziamento per definire gli importi massimi possibili e quando può scattare il reato di usura per tassi troppo altri.

I tassi medi stabiliti dalla Banca di Italia vengono aumentati di un quarto a cui si aggiungono altri quattro punti percentuali e rappresentano il tasso massimo oltre il quale scatta il reato di usura. Secondo le leggi in vigore, i tassi che superano il tasso usuraio sono considerati come non apposti e al prestito si applica poi il Taeg corrispondente al tasso nominale minimo dei Bot annuali emessi nei dodici mesi precedenti la stipula del prestito stesso.

Stando alle attuali leggi 2022, gli interessi massimi sui prestiti oltre i quali scatta il reato di usura sono i seguenti:

  • 9,19% su crediti personali per tutti gli importi;
  • 9,78% per altri tipi di finanziamento e per tutti gli importi;
  • 11,28% per prestiti con cessione del quinto, sia di stipendio che di pensione, per importi fino a 15mila euro;
  • 7,49% per prestiti con cessione del quinto, sia di stipendio che di pensione, per importi oltre i 15mila euro;
  • 8,98% per crediti finalizzati per tutti gli importi;
  • 15,94% per credito revolving per tutti gli importi;
  • 10,28% per finanziamenti con uso di carte di credito per tutti gli importi;
  • 1,85 per mutui ipotecari a tasso fisso per tutti gli importi;
  • 2,26% per mutui ipotecari a tasso variabile per tutti gli importi. 

Interessi su prestiti quali sono e regole

Quando si chiede un prestito o un mutuo è bene fare attenzione a determinate voci previste che concorrono all'aumento del costo delle rate di rimborso in entrambe i casi. Si tratta dei noti Tan, Taeg e, nel caso di mutui bancari, spread applicato dalla banca. 

Capire come funzionano Tan e Taeg è importante considerando che si tratta di elementi che incidono sull’importo finale della rata di un prestito. Il Tan (Tasso Annuo Nominale) è il tasso di interesse puro, non prevede spese o commissioni, il suo valore può essere fisso o variabile e deve sempre essere reso noto al cliente.

Il Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale) indica invece il costo totale del finanziamento, comprende spese e commissioni e serve al cliente finale per valutare l’effettiva convenienza del prestito. Per capire se i tassi d’interesse proposti per un prestito sono convenienti bisogna verificare se sono in linea con i valori medi del mercato e per farlo basta semplicemente consultare le tabelle dei tassi soglia pubblicate ogni tre mesi dalla Banca d’Italia.