Sì secondo gli esperti, per i benefici che ne derivano: la produzione di energie alternative rinnovabili a minor impatto ambientale, come le tecnologie green, il minor impatto sull'ambiente, riduzione dell'effetto serra e del riscaldamento globale, la maggiore efficienza e meno sprechi, utilizzando prodotti e servizi che richiedono meno energia, la creazione di nuovi posti di lavoro, con nuove industrie e mercati.
Il cambiamento è in corso, anche se non sempre abbiamo la necessaria attenzione per notarlo. Pensiamo alla Green Economy ovvero quell'insieme delle attività produttive volte a ridurre l'impatto ambientale attraverso nuove fonti energetiche, innovazioni tecnologiche e riduzione dei rifiuti. Si ispira alla sostenibilità ecologica ed è già diffuso nel mondo, tanto che un numero sempre crescente di aziende sta già investendo nel green, ottenendo ricavi redditizi e creando green jobs, le opportunità di lavoro nate dalla Green Economy.
Senza contare gli investimenti crescenti in questo settore, a tal punto da farlo diventare una vera e propria certezza e non più una scommessa Inoltre, la Green Economy non si occupa solo della produzione, ma anche dell'impatto che avrà sull'ambiente. Grazie a interventi privati e finanziamenti pubblici è possibile ridurre l'inquinamento, salvaguardando l'ecosistema e la biodiversità. Vediamo allora da vicino:
La Green Economy rappresenta un modello teorico di sviluppo economico che tiene conto dell'impatto delle azioni umane. Gli investimenti privati, insieme alla spesa pubblica, rendono possibili quelle riforme politiche e quei cambiamenti che salvaguardano la natura e l'ecosistema. La migliore gestione delle risorse naturali, l'ottimizzazione della produzione e l'aumento del Pil aiuterebbero il pianeta a sostenere l'impatto dell'uomo e questo porterebbe sicuramente allo sviluppo economico.
Il consumo eccessivo di materie prime provoca l'aumento dei prezzi e danneggia il sistema, mentre la Green Economy crea nuovi posti di lavoro e migliora il mercato del lavoro in settori come l'agricoltura, le energie rinnovabili, la bioarchitettura e il riciclaggio.
Secondo Larry Fink, presidente e ceo di BlackRock, intervenuto in occasione della conferenza internazionale sul clima di Venezia, la transizione potrebbe portare fino al 25% in più di crescita cumulativa del Pil nei prossimi due decenni. Rappresenta una opportunità di investimento di almeno 50 trilioni di dollari. Si tratta di numero da capogiro, ma è necessaria tenere alta l'attenzione. L'obiettivo, argomentano gli esperti, è assicurarsi di spingere tanto sul lato della domanda quanto sul lato dell'offerta.
Altrimenti si rischia una crisi di approvvigionamento che farà lievitare i costi per i consumatori, soprattutto quelli che meno se lo possono permettere, e rischia di rendere politicamente insostenibile la transizione. I benefici? La produzione di energie alternative rinnovabili a minor impatto ambientale, come le tecnologie green, il minor impatto sull'ambiente, riduzione dell'effetto serra e del riscaldamento globale, la maggiore efficienza e meno sprechi, utilizzando prodotti e servizi che richiedono meno energia, la creazione di nuovi posti di lavoro, con nuove industrie e mercati.
Le attività produttive realmente green non derivano solo da fonti energetiche rinnovabili o dal riciclo dei rifiuti, ma comprendono tutta la riconversione sostenibile dei settori tradizionali. Pensiamo a industrie, palazzi e uffici, ristrutturati con ottimo risparmio energetico, con particolare attenzione agli infissi, riscaldamento, dispersione termica. Ma anche a settori economici che vogliono ridurre l'impatto ambientale nell'estrazione, nel trasporto, nel trattamento e nella lavorazione delle materie prime.
Oppure innovazione tecnologica per la riduzione del materiale di scarto nei processi produttivi, principalmente in relazione agli imballaggi. Ma anche a innovazioni produttive per ridurre le emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti. L'innovazione può contribuire attivamente alla riduzione degli sprechi e dell'impatto ambientale, nonché al rilancio di un'economia verde.
Il tutto mentre è in fase di creazione la Climate Finance Partnership in collaborazione con i nostri partner governativi, Francia, Germania e Giappone, nonché partner filantropici. Si tratta di una struttura pubblico-privata progettata per attrarre capitali privati per infrastrutture sostenibili, come l'energia rinnovabile, nei mercati emergenti.