Il cosiddetto impact investing persegue una precisa disciplina nel combinare la performance finanziaria con i benefici ambientali e sociali. E in un'epoca di cambiamenti climatici la scelta è lungimirante.
L'interesse per gli investimenti sostenibili o investimenti responsabili è cresciuto a passi da gigante negli ultimi anni. Ma c'è anche un'altra nicchia che sta prendendo sempre più piede ed è quella degli investimenti legati al clima e alle sue mutazioni.
Questo tipo di investimenti legati al clima e alle sue mutazioni non è una novità recentissima ma per lungo tempo è stato limitato ai mercati privati. Solo di recente è stato esteso alle azioni quotate, uno sviluppo che ha ampliato il settore e portato il suo approccio disciplinato a un pubblico di investitori più ampio.
Si nota uno slancio significativo affinché questa diffusione continui, tanto che gli esperti prevedono che possano nascere fondi a impatto nazionale e diverse aree di impatto su cui gli investitori e i clienti finali possono concentrarsi. Il cosiddetto impact investing fa riferimento a investimenti effettuati in società, organizzazioni e fondi con l'intento di generare un impatto
benefico e misurabile, sociale o ambientale, oltre a un ritorno finanziario.
Vale la pena ricordare che gli Exchange traded fund (Etf) ambientali, sociali e di governance (Esg) facilitano gli investimenti sostenibili anche legati al clima e alle mutazioni. Per gli investitori, si tratta di investire nel progresso, nelle cose che aiutano le aziende a funzionare meglio e a creare più valore. Gli Etf investono in un paniere di azioni, obbligazioni o altre attività. Seguono un indice specifico e offrono un modo flessibile ed economico per costruire un portafoglio di investimenti diversificato.
Può cioè combinare più opzioni di investimento sostenibile. Ad esempio possono concentrarsi su società con rating Esg elevati. Alcuni escludono alcune industrie controverse, come il tabacco o le armi. E altri potrebbero concentrarsi su temi specifici, come l'assenza di combustibili fossili.
Sono di certo interessanti nel parole di Rupert Welchman, portfolio manager Impact Equities della Union Bancaire Privée, perché spiegano in maniera chiara l'impatto e l'interesse degli investimenti legati al clima e alle sue mutazioni. A suo dire, anche un piccolo e per non impercettibile cambiamento di un grado di riscaldamento ha in realtà conseguenze ben maggiori. Ricorda quindi il rapporto del panel delle Nazioni Unite sul Clima che prevede un aumento di eventi meteorologici senza precedenti che porteranno a una maggiore frequenza di inondazioni, ondate di calore e fenomeni di accompagnamento come gli incendi selvaggi.
E qui tira in ballo non solo gli esperti climatici. Ma anche governi, finanza, aziende e individui. Tutti loro, argomenta, sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità e a fare la propria parte. E se da una parte riconosce che la consapevolezza del cambiamento climatico causato dall'uomo e l'accettazione della necessità di combatterlo è cresciuta immensamente negli ultimi 5 anni.
Dall'altra fa anche presente che la grande maggioranza dei Paesi e delle imprese ha finora raggiunto solo soluzioni indolori per compensare le emissioni. Per l'esperto si tratta di modi relativamente economici e semplici per chiedere la riduzione o l'azzeramento delle emissioni nette. Evidentemente non basta in quanto per evitare queste previsioni nefaste dovranno essere fatte scelte più radicali se non più dolorose.
Nella scia di queste previsioni ci sono le considerazioni di Manuela D’Onofrio, responsabile Group Investment Strategy di UniCredit, raccolte dal supplemento l'Economia del Corsera. A suo dire saranno gli investitori a dare un impulso molto importante allo sviluppo delle nuove tecnologie e per finanziare una nuova economia che funzioni con una produzione di anidride carbonica minore. In questo momento il pubblico, chi non opera in finanza, non si rende conto dell’impatto che l’industria del risparmio gestito può avere nella trasformazione dell'economia.