Se la malattia insorge nella fase di sospensione dell'attività, il lavoratore in cassa integrazione continua a beneficiare delle integrazioni salariali. Ma allo stesso tempo viene a cadere l'obbligo di comunicazione dello stato di malattia. Ma sono tanti i casi particolari da considerare.
Il dubbio è lecito perché di fatto si tratta di due prestazioni esterne di integrazione al reddito, ma quale prevale? Sulla base della normativa aggiornata 2022, se il lavoratore si trova in cassa integrazione può fruire della malattia retribuita? Approfondiamo tutti i dettagli:
Ci ha pensato l'Inps a chiarire se la malattia viene riconosciuta in cassa integrazione. Come vedremo nei particolari nel paragrafo successivo, se la malattia insorge nella fase di sospensione dell'attività, il lavoratore in cassa integrazione continua a beneficiare delle integrazioni salariali.
Ma allo stesso tempo viene a cadere l'obbligo di comunicazione dello stato di malattia, come invece dovrebbe avvenire nella situazione di normalità. Diverso è il caso se l'evento della malattia si verifica prima dell'avvio della cassa integrazione. Se tutto il personale ha sospeso l'attività viene riconosciuta la cassa integrazione.
Tuttavia, se l'attività lavorativa non viene sospesa, ecco che il dipendente in malattia continua a percepire l'indennità. Se poi il contratto di lavoro è part-time, al lavoratore viene riconosciuta la malattia.
Infine c'è il caso del Fondo d'integrazione salariale, rispetto a cui in caso di riduzione di orario l'assegno ordinario non è dovuto per le giornate di malattia, indipendentemente dall'indennizzabilità.
In linea di massima, alla cassa integrazione guadagni ordinaria accedono le aziende industriali ovvero i lavoratori con le qualifiche di operai, intermedi, impiegati, quadri, apprendisti qualificati, assunti con contratto di inserimento.
I casi in cui è riconosciuta sono gli eventi transitori e non imputabili all'imprenditore o ai dipendenti, ma anche quelli temporanei di mercato che comportano la necessità di ridurre o di sospendere l'attività lavorativa. Affinché possa essere riconosciuta è in ogni caso indispensabile che lo stato di crisi sia provvisorio ovvero che la previsione sia la ripresa dell'attività lavorativa.
Dal punto di vista formale, il datore deve comunicare ai sindacati le cause di sospensione o di riduzione dell'orario di lavoro, l'entità e la durata previste, il numero dei lavoratori interessati.
Dopodiché la cassa integrazione può essere autorizzata per le settimane di effettiva sospensione o riduzione dell’orario di lavoro fino a un massimo di 13 settimane consecutive. Solamente in casi eccezionali il datore può presentare nuove domande trimestrali fino a un massimo di 52 settimane complessive.
Esaminiamo quindi nei particolari cosa ha messo nero su bianco l'Istituto di previdenza in relazione al rapporto tra cassa integrazione e malattia.
Come precisato dall'Inps, se durante la sospensione dal lavoro con cassa integrazione a zero ore insorge lo stato di malattia, il lavoratore continua a usufruire delle integrazioni salariali.
L'Istituto nazionale della previdenza sociale specifica che l'attività lavorativa è sospesa e non c'è obbligo di prestazione da parte del lavoratore che non deve comunicare lo stato di malattia e continua a percepire le integrazioni salariali.
Sempre l'Inps chiarisce che se lo stato di malattia preceda l'inizio della sospensione dell'attività lavorativa si prospettano due circostanze. Se la totalità del personale in dotazione all'ufficio, reparto e squadra di cui fa parte il lavoratore, ha sospeso l'attività, anche il lavoratore in malattia entra in cassa integrazione dalla data di inizio.
Dopodiché, se non viene sospesa dal lavoro la totalità del personale, il lavoratore in malattia prosegue nel beneficiare dell'indennità di malattia, se prevista dalla vigente legislazione. Se l'intervento di cassa integrazione - ha messo ancora nero su bianco l'Inps - è relativo a una contrazione dell'attività lavorativa e riguarda dipendenti lavoranti a orario ridotto, prevale l'indennità economica di malattia.
Ci ha pensato l'Inps a chiarire se la malattia viene riconosciuta in cassa integrazione. Sono tanti i casi particolari da considerare.