Lavoratori possono rifiutarsi di lavorare se fa troppo caldo come questa estate per legge

Quali sono i casi in cui i lavoratori possono rifiutarsi di lavorare se fa troppo caldo: cosa prevedono leggi in vigore e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Lavoratori possono rifiutarsi di lavorar

I lavoratori possono rifiutarsi di lavorare se fa troppo caldo come questa estate?

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore 2022, i lavoratori possono rifiutarsi di lavorare se fa troppo caldo a determinate condizioni e a seconda di tipo e luogo di lavoro. In particolare, per legge, se fa troppo caldo, il lavoratore può smettere o rifiutarsi di lavorare ma solo se il caldo eccessivo è dovuto a malfunzionamenti degli impianti di climatizzazione e se il caldo intenso deriva da eventi atmosferici eccezionali.
 

I lavoratori possono rifiutarsi di lavorare se fa troppo caldo come questa estate? Lavorare quando fa troppo caldo può diventare davvero pesante fino a quasi impossibile. Tutto dipende chiaramente dal tipo di lavoro che si svolge e dopo, ma la certezza è che temperature proibitive a lavoro rischiano di far danni alla salute degli stessi lavoratori. Vediamo allora cosa si può fare in questi casi.

  • Lavoratori possono rifiutarsi o no di lavorare se fa troppo caldo secondo leggi in vigore
  • Recenti sentenze lavorare quando fa troppo caldo 

Lavoratori possono rifiutarsi o no di lavorare se fa troppo caldo secondo leggi in vigore

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore 2022, i lavoratori possono rifiutarsi di lavorare se fa troppo caldo a determinate condizioni e a seconda di tipo e luogo di lavoro.

In particolare, il Codice Civile stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di tutelare e preservare la salute e l’integrità fisica e morale del lavoratore, adottando tutte le misure necessarie a tal fine, anche permettere la sospensione dell’attività lavorativa se prestata in condizioni di alte temperature. 

Insieme al Codice Civile, anche il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro prevede l’obbligo per il datore di lavoro di valutare tutti i rischi derivanti da eventuale esposizione ad agenti fisici, fra cui il clima, in modo da evitare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, sia nell’immediato e sia nel lungo periodo.

Spetta al responsabile per la sicurezza, in fase di valutazione dei rischi, definire la temperatura ordinaria ideale, ovvero la temperatura massima e minima in cui un lavoratore può esercitare la sua attività.

Dunque, se fa troppo caldo, il lavoratore può smettere o rifiutarsi di lavorare ma solo se:

  • il caldo eccessivo è dovuto a malfunzionamenti degli impianti di climatizzazione;
  • se il caldo intenso deriva da eventi atmosferici eccezionali.

Recenti sentenze lavorare quando fa troppo caldo 

Anche recenti sentenze hanno confermato la possibilità per i lavoratori di rifiutarsi di lavoro in alcune e specifiche condizioni. La Corte di Cassazione è stata, per esempio, chiara in merito, spiegando che il lavoratore ha il diritto di astenersi dal lavoro senza perdere il proprio stipendio nel caso di temperature a lavoro proibitive.

Secondo la Cassazione, è legittima l’astensione dal lavoro a causa della impossibilità di eseguire la prestazione lavorativa dovuta alla temperatura troppo alta nell’ambiente di lavoro e gli stessi lavoratori che si astengono dal lavoro a causa delle elevate temperature hanno sempre il diritto ad essere retribuiti, anche senza aver effettuato la prestazione lavorativa.
 

Basti pensare poi ai recenti provvedimenti regionali sulla possibilità di interrompere il lavoro agricolo in specifiche ore del giorno in questi mesi proprio a causa del gran caldo, dalla Puglia alla Basilicata, ecc