Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Le idee per partecipare a Resto al Sud 2025, cosa si può aprire e quali attività sono finanziabili

Quali sono le attività finanziabili con Resto al Sud 2025: le idee e i progetti possibili

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Le idee per partecipare a Resto al Sud 2

Resto al Sud 2025 rappresenta una delle più rilevanti misure di sostegno all’autoimprenditorialità e allo sviluppo di nuove attività economiche nelle regioni del Mezzogiorno e nei territori del cratere sismico del Centro Italia. L’incentivo, promosso e gestito da Invitalia, ha finanziato negli ultimi anni migliaia di progetti imprenditoriali, contribuendo in modo significativo alla crescita occupazionale e al consolidamento del tessuto produttivo locale. Il programma è stato rinnovato e rafforzato per il 2025, offrendo nuove opportunità a giovani e meno giovani che desiderano avviare una propria attività nei settori produttivi e nei servizi più strategici.

Cosa finanzia Resto al Sud 2025: spese ammissibili e comparti settoriali

Il finanziamento Resto al Sud 2025 copre una vasta gamma di spese sostenute per l’avvio e lo sviluppo di nuove imprese o attività libero-professionali. Sono ammesse le seguenti tipologie di investimento:

  • Spese di gestione: materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione o leasing, garanzie assicurative, entro il limite del 20% del programma di spesa.
  • Investimenti materiali e immateriali: includono macchinari, attrezzature, impianti nuovi, nonché programmi informatici e servizi ICT.
  • Interventi strutturali: ristrutturazione e manutenzione straordinaria di beni immobili, entro il limite massimo del 30% del totale della spesa.

Le attività devono inquadrarsi nei comparti turismo, servizi alle imprese e alle persone, produzione di beni nell’industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca, acquacoltura. È esclusa l’agricoltura primaria, così come sono escluse le attività commerciali sia al dettaglio che all’ingrosso. I dettagli sulle spese ammissibili sono previsti dalla normativa attuativa pubblicata da Invitalia.

Destinatari dell’incentivo e requisiti di accesso

Resto al Sud 2025 si rivolge a residenti o a coloro che si impegnano a trasferire la residenza in:

  • regioni del Sud Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia;
  • Comuni delle aree del cratere sismico nel Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria);
  • Isole minori marine e lagunari del Centro-Nord.

I candidati devono avere un’età compresa tra i 18 e i 55 anni (limite non applicato per alcune aree del cratere sismico), non essere già titolari di altre imprese in esercizio alla data del 21 giugno 2017, non aver beneficiato di altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità negli ultimi tre anni e non essere titolari di rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

L’incentivo è rivolto sia a società, anche cooperative, sia a imprese individuali e liberi professionisti (in forma individuale o associata), purché costituiti dopo il 21 giugno 2017 o da costituire in caso di esito positivo della valutazione. I professionisti non devono essere titolari di partita IVA per attività simili nei 12 mesi antecedenti la domanda (codice ATECO identico fino alla terza cifra).

Entità degli incentivi e modalità di erogazione

Il supporto economico copre il 100% delle spese ammissibili attraverso una componente a fondo perduto (50%) e una quota tramite finanziamento bancario agevolato (50%), garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI con copertura degli interessi da parte di Invitalia.

Tipologia Importo massimo
Imprese individuali 60.000 €
Società (fino a 4 soci) 50.000 € per socio, max 200.000 €

A supporto del circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto di 15.000 € per ditte individuali e attività professionali, fino a 40.000 € per le società. L’incentivo viene erogato in due fasi (primo SAL e saldo finale) e la rendicontazione avviene con la presentazione dei documenti giustificativi.

Resto al Sud 2.0 2025 e i nuovi settori prioritari

Nel 2025 entra pienamente in vigore Resto al Sud 2.0, sulla base delle direttive emanate dal D. L. Coesione e del Regolamento UE 2023/2831. Il nuovo bando accentua la valorizzazione dei progetti innovativi, green e digitali. È previsto un voucher di avvio fino a 50.000 euro specificamente destinato all’innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. L’agevolazione arriva a coprire il 75% dei costi per investimenti fino a 120.000 euro, mentre per investimenti fra 120.000 e 200.000 euro la copertura scende al 70%.

Le candidature possono contare anche sull’accompagnamento di servizi di coaching e tutoring obbligatori (del valore di 5.000 euro), che seguono la start-up nelle prime fasi di avvio, facilitando l’accesso ai mercati e la gestione amministrativa.

È confermata la presenza di misure riservate per progetti di economia circolare, transizione digitale e imprenditoria femminile. Resto al Sud 2.0 prevede inoltre maggiore attenzione verso giovani inattivi, disoccupati e soggetti in condizioni di svantaggio individuate nei programmi nazionali (GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori).

Iter di presentazione della domanda e documentazione richiesta

La procedura per l’accesso al bando Resto al Sud 2025 avviene interamente online, tramite Invitalia. È necessario essere dotati di identità digitale (SPID, CNS, CIE), compilare domanda e allegare un business plan dettagliato, quindi firmare digitalmente e inviare tramite PEC.

  1. Registrazione e accesso all’area dedicata
  2. Compilazione della domanda e caricamento del business plan
  3. Caricamento degli allegati richiesti
  4. Ricevimento del protocollo elettronico
  5. Colloquio online con gli analyst di Invitalia, a finalità istruttoria e di valutazione della coerenza progettuale

Non sono previste scadenze fisse: le domande vengono valutate a sportello, in ordine cronologico, fino ad esaurimento fondi.

Spese escluse, tempistiche e criticità comuni

Il programma non consente il finanziamento di spese promozionali, consulenze esterne, progettazione o personale dipendente. Restano esclusi anche terreni, immobili in acquisto, tributi e imposte.

Il supporto è erogato tipicamente in due tranche: una prima, al raggiungimento di almeno il 30% delle spese, e il saldo finale. Tutti i fondi devono essere spesi e rendicontati in massimo 24 mesi. Un aspetto centrale è la qualità del business plan e la capacità di dimostrare la sostenibilità economico-finanziaria dell’idea imprenditoriale.

La preparazione della documentazione (ad es. situazione finanziaria, sostenibilità, piano di spesa e sviluppo, autocertificazioni, iscrizione ad albo professionale) e la chiarezza espositiva nelle modalità richieste da Invitalia sono determinanti per l’accoglimento della domanda.

Esempi di attività finanziabili e casi di successo

Il finanziamento si rivolge a molteplici settori produttivi, con particolare attenzione alle filiere locali e alla valorizzazione delle risorse del territorio. Tra le attività più frequentemente finanziate rientrano:

  • Servizi turistici: bed and breakfast, agriturismi, alberghi, ristoranti, bar
  • Produzione alimentare e filiere enogastronomiche: trasformazione e vendita di prodotti, food & beverage
  • Assistenza alla persona e servizi sanitari: centri fisioterapici, case di cura per anziani, cliniche odontoiatriche
  • Servizi per le imprese: marketing, consulenza, formazione professionale, servizi informatici
  • Startup tecnologiche: sviluppo software, applicazioni digitali, web design, innovazione hi-tech
  • Artigianato e manifattura: produzione di beni, lavorazione locale dei materiali, artigianato digitale

Molte storie di successo sono raccolte nella guida Invitalia "Il Mezzogiorno bello e buono", esempio concreto di come il programma possa favorire la nascita di imprese eticamente virtuose e innovative, contribuendo alla crescita del tessuto socioeconomico del Sud.

Monitoraggio, rendicontazione e tutoraggio

Tutti i beneficiari sono sottoposti a monitoraggio, secondo le procedure di rendicontazione e le visite ispettive previste dalla normativa attuativa. Il rispetto dei tempi di spesa e la produzione regolare di stati di avanzamento lavori (SAL) garantiscono la regolare erogazione dei contributi e la chiusura amministrativa del progetto.

L’accompagnamento di tutor professionali è obbligatorio nella versione 2.0: gli esperti aiutano a orientare le scelte gestionali e finanziarie, riducendo gli errori procedurali e consentendo una più rapida stabilizzazione dell’attività imprenditoriale.

Statistiche e impatto socioeconomico: dati aggiornati e trend

Al 1° gennaio 2025, il programma Resto al Sud ha sostenuto oltre 18.500 progetti, con un investimento totale superiore a 820 milioni di euro e l’attivazione di quasi 62.000 posti di lavoro. Le regioni più attive risultano la Campania (oltre 7.000 imprese), seguita da Sicilia (più di 2.000) e Calabria (quasi 2.000 beneficiari). Più del 50% dei progetti finanziati riguarda il settore turistico, mentre il 23% ricade nella manifattura e il restante 20% nei servizi alla persona.

Faq: le domande frequenti su Resto al Sud 2025

  • Chi può presentare domanda?
    Possono accedere persone fra 18 e 55 anni residenti nelle regioni ammissibili o che trasferiscono la residenza in tali territori entro 60 giorni dall’approvazione della domanda.
  • Quali spese sono finanziabili?
    Sono ammesse spese per beni materiali e immateriali, ristrutturazioni entro il 30% e spese di gestione entro il 20% del progetto; non sono ammesse spese per promozioni, consulenze e personale dipendente.
  • Ci sono limiti alle imprese costituite?
    Possono partecipare solo società e partite IVA attive dopo il 21 giugno 2017, oppure soggetti non ancora costituiti alla data di domanda.
  • Quanto tempo occorre per la valutazione?
    La valutazione dura solitamente fino a 60 giorni e prevede almeno un colloquio online con Invitalia.
  • Si possono cumulare più incentivi?
    Il contributo non è cumulabile con altri incentivi a fondo perduto ricevuti negli ultimi 3 anni per la stessa finalità, ma può coesistere con misure diverse se compatibili con il regime aiuti «de minimis» UE.