La principale novità da segnalare in relazione alle legge 104 è la possibilità di chiedere e ottenere la sospensione dal pagamento delle rate del mutuo prima casa.
Si celebra il trentennale della legge 104 ovvero quell'insieme di disposizioni a tutela di chi si trova in una situazione di difficoltà. Più precisamente, si tratta di quella legge per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili che fissa dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza.
Tutti gli anni si fa un gran parlare sull'opportunità di apportare modifiche più o meno sostanziose. Certo, nel tempo hanno trovato spazio una serie di modifiche, ma la maggior parte delle volte si fa un gran parlare senza che poi in realtà sia davvero cambiato qualcosa di significativo. Proviamo allora fare il punto sulla situazione odierna tra conferme e smentite ufficiali e più precisamente:
Legge 104 nel 2022, quali sono le novità reali
Patologie invalidanti riconosciute con la legge 104
La principale novità da segnalare in relazione alle legge 104 è la possibilità di chiedere e ottenere la sospensione dal pagamento delle rate del mutuo prima casa. A ben vedere si tratta di una disposizione che non trova direttamente spazio nella 104, ma che trova solo nei punti di contatti.
Questa opzione è infatti concessa a chi, evidentemente in una situazione di difficoltà economica, si trova in una condizione di disabilità grave tra l'80% e il 100%, così come risultata dalla visita medica. E, come è noto, chi rientra in questa categoria è tutelato dalla legge 104.
Non ci sono invece modifiche da segnalare sui permessi legge 104 per il lavoratore con grave disabilità o per i familiari chiamati ad assisterlo, purché con rapporto di lavoro dipendente di tipo subordinato.
Anche per via dell'emergenza pandemica, il focus non poteva che essere anche sul congedo parentale. In questo dobbiamo procedere con una netta smentita rispetto alla ridda di voci che si sono susseguite nelle settimane che hanno preceduto la redazione della legge di Bilancio.
Il prolungamento del congedo parentale continua a essere utilizzabile entro il terzo anno di vita del figlio. Il congedo biennale retribuito, invece, è utilizzabile in qualsiasi momento e a qualsiasi età del figlio disabile. Permette al genitore di stare vicino al neonato disabile fin dalla nascita.
La scelta resta individuale in base alle condizioni di salute del bimbo. Ed è importante sapere che il prolungamento del congedo parentale è retribuito come quello parentale, mentre il congedo biennale non prevede riduzioni della busta paga, purché la retribuzione non superi il tetto stabilito per legge.
I tre giorni di permesso sono fruibili dal genitore richiedente o dal parente o affine entro il secondo grado sin dalla nascita del bambino disabile. Questo diritto decorre dal giorno del riconoscimento della situazione di gravità. Ai genitori è consentito fruire dei 2 giorni di permesso mensili alternandosi.
Ai genitori di un figlio disabile è consentita una certa flessibilità nel rapporto di lavoro, nonché la possibilità di alternarsi nella cura del bambino. Mentre un genitore beneficia dei permessi orari, l’altro può usufruire contemporaneamente del congedo parentale o dei permessi di malattia per il figlio.
Sempre nell'ambito della legge 104 e della sua applicazione nel 2022, sono considerate patologie invalidanti quelle dell’infanzia e dell’età evolutiva con le caratteristiche sopra richiamate per la cui terapia e riabilitazione è necessario il coinvolgimento dei genitori o di chi esercita la potestà. Ma anche quelle acute o croniche che richiedono assistenza continuativa o frequenti monitoraggi periodici clinici, ematochimici e strumentali.
Rientrano nell'elenco quelle acute o croniche che comportano la perdita permanente o temporanea dell’autonomia personale, comprese le affezioni croniche di natura congenita, reumatica, neoplastica, infettiva, dismetabolica, post-traumatica, neurologica, neuromuscolare, psichiatrica, derivante da dipendenze, a carattere evolutivo o soggette a riacutizzazioni periodiche. E poi anche le patologie acute o croniche che richiedono la partecipazione attiva del familiare nel trattamento sanitario.