Secondo quanto previsto dalle norme in vigore, le regole su Legge 104 e permessi possono cambiare con sentenze di Cassazione e Tribunali perché si tratta di pronunciamenti importanti in quanto spesso le sentenze di Cassazione e tribunali esprimono orientamenti su diverse questioni che poi diventano vere e proprie leggi, seppur dopo un po' di tempo dalla loro emissione.
Come cambiano le regole per Legge 104 e permessi dopo importanti e recenti sentenze Cassazione e tribunali? Sono già cambiate alcune leggi relative a regole e permessi per chi usufruisce della Legge 104 con novità approvate la scorsa estate a cui potrebbero seguire ulteriori cambiamenti derivanti da alcune importanti e recente sentenze sia della Corte di Cassazione che di alcuni tribunali.
Si tratta di pronunciamenti importanti perché spesso le sentenze di Cassazione e tribunali diventano vere e proprie leggi, seppur dopo un po' di tempo dalla loro emissione. Vediamo allora cosa prevedono recenti sentenze su Legge 104 e permessi.
Sono diverse le nuove sentenze di Cassazione e Tribunale sulla questione Legge 104 e permessi, a partire da una nuova importante sentenza della Corte di Cassazione del 2023 che si è espressa sulla legittimità del licenziamento disciplinare per abusivo utilizzo dei permessi 104.
Secondo quanto affermato dalla Cassazione, il lavoratore dipendente che si avvale dei permessi per la Legge 104 ma si allontana da casa dell’assistito incorre nell'abuso del diritto ad usufruire dei permessi della 104, violando i principi di correttezza e buona fede, sia nei confronti del datore di lavoro che dell'Ente assicurativo.
Si tratta, infatti, di una condotta ‘abusiva’ che priva il datore di lavoro ingiustamente della prestazione lavorativa in violazione dell'affidamento riposto nel dipendente e che rende del tutto legittima la decisione di eventuale licenziamento da parte del datore di lavoro.
Secondo la Cassazione, dunque, il l lavoratore che usa i permessi relativi alla Legge 104 per svolgere attività diverse da quelle di assistenza del disabile si rende colpevole di un abuso di diritto ai danni del datore di lavoro, della collettività e dello Stato e può essere legittimamente sanzionato con il licenziamento.
Sulla scia di quanto recentemente espresso dalla Cassazione, si era già pronunciato il Tribunale di Spoleto, sostenendo con una propria sentenza che la fruizione dei giorni o delle ore di permesso per la Legge 104 per assistere un familiare invalido deve essere posta in relazione diretta con le motivazioni per cui viene autorizzato, cioè deve essere assolutamente collegata alle esigenze di soddisfacimento del diritto della persona con disabilità ad essere assistito
Un'altra recente sentenza dellla Cassazione si è, invece, espressa sulla legittimità di limiti al trasferimento del lavoratore che assiste un familiare disabile.
Secondo la Cassazione, si può esercitare il diritto del lavoratore che assiste un familiare disabile a non essere trasferito in un'altra sede di lavoro, senza il proprio consenso, anche se la persona assistita non si trova in condizione di handicap grave, ma necessita di effettivo aiuto.
Per opporsi, dunque, al trasferimento per motivi di lavoro non è necessario che il familiare che si assiste sia gravemente malato o disabile. Basta che usufruisca della Legge 104 per poter rifiutarsi di trasferirsi.
Le recenti sentenze di Cassazione e Tribunali su Legge 104 e permessi affiancheranno con le nuove regole previste già approvate lo scorso anno per i lavoratori dipendenti che devono seguire i propri familiari disabili e usufruiscono di permessi speciali previsti dalla Legge 104 per disabili e invalidi.
Le leggi in vigore permettono di fruire dei permessi della Legge 104 in tre diverse modalità che sono:
Per i permessi giornalieri o frazionati i lavoratori dipendenti che assistono un familiare disabile con Legge 104 hanno diritto a percepire a retribuzione piena, che è a carico dell'Inps ma viene anticipata dal datore di lavoro , che poi compensa tramite credito contributivo nel Flusso Uniemens.
I genitori conviventi di figli disabili con Legge 104 in situazione di gravità di età compresa tra i 3 e i 12 anni di vita e i genitori adottivi o affidatari di figli disabili in situazione di gravità che abbiano compiuto i 3 anni di età ed entro 12 anni possono usufruire dei permessi per Legge 104:
I genitori conviventi di figli disabili con Legge 104 di età superiore ai 12 anni possono usufruire dei permessi per Legge 104 per tre giorni al mese, anche frazionabili in ore.
Le ultime novità approvate riguardano la possibilità ora anche per la parte di un'unione civile e il convivente di fatto di usufruire di permessi e congedi legati alla Legge 104, equiparandoli al coniuge convivente anche nel caso in cui la convivenza sia iniziata successivamente alla richiesta di congedo e hanno diritto ad assistere il familiare disabile.
Inoltre, sempre stando alle ultime novità già approvate, ora anche più soggetti hanno diritto a chiedere all’Inps di fruire dei permessi retribuiti, in alternativa tra loro, per assistere la stessa persona disabile grave, e sempre nel limite di 3 giorni di permesso al mese.