Leggi 2022 su stipendi in contanti attuali e aggiornate

I cambiamenti sul pagamento degli stipendi in contanti sono già operativi e sono legati a doppio filo con la normativa sull'uso del denaro liquido.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Leggi 2022 su stipendi in contanti attua

Continua l'aggiornamento delle norme sull'utilizzo dei contanti, strettamente legato a quello del pagamento degli stipendi. Le nuove disposizioni sui limiti da non superare, a meno di andare incontro a pesanti sanzioni, sono entrate in vigore dalla seconda metà del 2022 e lo rimarranno fino alla fine del 2022.

Dopodiché è stato già programmata la revisione delle soglie che saranno ancora inferiore. Per quanto riguarda gli stipendi, i cambiamenti sono già operativi e sono legati a doppio filo con la normativa sull'uso del denaro liquido.

E c'è un aspetto aggiuntivo da non trascurare: le spese pagate in contanti non possono essere portate in detrazione nella dichiarazione del redditi.

Per poterle "recuperare" è richiesto il pagamento esclusivamente con metodi tracciabili ovvero bancomat, carte di credito, carte di debito, moneta elettronica, bonifico bancario, bonifico postale, bollettino postale o assegno.

E lo si può fare solo per le spese pagate dal conto o dalla carta intestata al contribuente che presenta la dichiarazione di redditi. Vediamo da vicino i provvedimenti aggiornati su

  • Stipendi in contanti, leggi in vigore
  • Provvedimenti aggiornati sui contanti

Stipendi in contanti, leggi in vigore

Nessuna incertezza perché è vietato pagare gli stipendi in contanti. Stando alle normative aggiornate del 2022 retribuzioni e compensi dei lavoratori devono essere corrisposti solo con mezzi tracciabili.

La disposizione vale per tutti e dunque per lavoratori subordinati e parasubordinati, con contratto a tempo determinato o indeterminato, full time o part time. Stessa cosa per i soci lavoratori di cooperative con contratti subordinati, i contratti di apprendistato, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e le varie forme di lavoro flessibile come contratto a chiamata e job sharing.

Non solo non c'è differenza tra rapporti di lavoro instaurato, ma anche tra importi. A essere esonerati da queste disposizione sono solamente gli enti pubblici e i datori nell'ambito di un rapporto di lavoro domestico (colf e badanti).

Sono quindi 4 le opzioni di pagamento alternative al denaro contante tra cui scegliere: con bonifico bancario sul conto corrente del lavoratore, con strumenti di pagamento elettronico, con ordine di versamento in contanti a uno sportello bancario o postale in cui il datore di lavoro ha attivato un conto corrente, con assegno consegnato al lavoratore o a un suo delegato.

Con quest'ultima definizione la normativa identifica il coniuge, il convivente o un familiare, in linea retta o collaterale, del lavoratore, ma solo se di almeno 16 anni.

C'è poi un'altra disposizione che affianca quella principale: la firma del lavoratore sulla busta paga non è una prova del pagamento della retribuzione. A fare fede è unicamente il pagamento tracciato.

E siccome non esiste una regola senza la previsione di una punizione, ecco che se il datore di lavoro o il committente non rispettano l'obbligo del pagamento tracciato e dunque del divieto di utilizzo dei contanti per saldare competenze e retribuzioni, scatta una sanzione da 1.000 a 5.000 euro per ciascun lavoratore.

Provvedimenti aggiornati sui contanti

La norma sul divieto di pagare lo stipendio in contanti fa il paio con quella sulla riduzione del limite per i trasferimenti di denaro contante a 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022 e a 1.000 euro dal primo gennaio 2022.

Di conseguenza non è consentito effettuare spostamenti di denaro tra soggetti diversi in una sola soluzione in contante di importo superiore a queste somme e né di farlo in maniera furba ovvero con più pagamenti consecutivi fino al raggiungimento della cifra prevista.

Anche in questo caso non mancano le sanzioni: da 2.000 euro per le irregolarità commesse fino al 31 dicembre 2022, da 1.000 euro per quelle dal primo gennaio 2022.

Le disposizioni si applicano anche nel caso di pagamenti tra due società, il socio e la società di cui questi fa parte, società controllata e società controllante, legale rappresentante e socio, due società aventi lo stesso amministratore, una ditta individuale e una società nelle quali coincidono le figure di titolare e rappresentante legale.