Tra i vantaggi più importanti del libretto postale ci sono la completa gratuità delle operazioni e dei prodotti correlati. Molto bassi i rischi legati essenzialmente alla natura cartacea del libretto, che espone a conseguenze negative il titolare in caso di smarrimento o furto.
La storia del Libretto Postale di risparmio affonda le radici addirittura nell’Ottocento. L’esordio di questo prodotto sul mercato risale addirittura al 1875 andando poi incontro ovviamente a dei processi di rinnovamento e di perfezionamento che hanno consentito di ampliare il paniere di offerta a livello di servizi così da provare a reggere l’urto dell’home banking e altri servizi affini indubbiamente dotati di potenzialità enormi. Questo si traduce nell’approdo di un prodotto, nato nella sola dimensione cartacea, al mondo online con il corollario di nuove opportunità e di vantaggi che gli consente di tenersi al passo con le grandi innovazioni che la rivoluzione digitale in atto sta apportando a tutti i settori.
Iniziamo a scoprire che cos’è il libretto postale anche se saranno in pochi, probabilmente, ad ignorarne l’esistenza. È un prodotto finanziario emesso dalle Poste Italiane utilizzato per la gestione dei risparmi visto che consente di depositare somme di denaro collegandola a un nominativo. La sua caratteristica principale ne evidenzia anche il limite più grande. Il Libretto postale, infatti, qualunque sia la sua declinazione concreta resta un prodotto cartaceo. Questa è la forma che mantiene fino alla sua estinzione anche se, di recente, sono state apportate novità interessanti che andremo a scoprire.
Questa natura cartacea sottintende una certa farraginosità nelle operazioni. Basti pensare che bisogna annotare sul libretto tutti i dati, dalla intestazione ai movimenti, anche se, come si diceva, oggi si possono consultare anche on line ultimamente anche effettuando alcune operazioni dal proprio computer, tablet o smartphone. Bisogna inoltre ricordare che è necessario presentare periodicamente questo documento presso il proprio ufficio postale per rendere possibile l’aggiornamento delle annotazioni. In caso di smarrimento può esserne chiesto un duplicato, al costo di un euro e cinquantacinque centesimi. Infine è un prodotto fruttifero, cioè che ogni anno consente di maturare interessi il cui tasso si differenzia a seconda della tipologia di libretto scelta e che sono liquidati ogni anno al trentuno dicembre.
Il Libretto Postale allora conviene? Se si decide di aprirne uno si va incontro a vantaggi o sono invece i limiti a prevalere? La risposta a questi interrogativi è semplice e forse già nota alla maggioranza delle persone. I rischi connaturati a questo prodotto sono davvero residuali. Certo Poste Italiane può sempre decidere senza però averlo comunicato in precedenza, di cambiare i tassi del rendimento lordo annuo, ma in generale anche decisioni del genere non hanno la forza di far tendere al negativo il bilancio tra i pro e i contro. La possibilità di aprire gratuitamente un libretto postale e delle altre operazioni, sono da inserire certamente tra i vantaggi del libretto postale rispetto a un normale conto in banca.
Ma, come accade normalmente, bisogna valutare anche gli svantaggi che ridimensionano non poco la portata vantaggiosa. Per esempio non si può non evidenziane la rigidità, restata tale anche dopo i tentativi di aggiornare e potenziare uno strumento che resta comunque ancorato a una logica pre-rivoluzione digitale. È necessario spesso doversi recare presso l’ufficio postale di riferimento per svolgere la maggior parte delle operazioni.
Visto e considerato che ormai quasi nessuno conserva i propri risparmi in casa sotto la classica mattonella. L’alternativa più gettonata al conto corrente bancario, che in Italia visti i tassi di spesa e le imposte dei bolli rendono praticamente sconveniente questa soluzione, resta proprio quella di aprire un libretto postale. Ma anche questa scelta presente pro e contro rispetto al suo omologo bancario che andiamo a vedere nel dettaglio. Per prima cosa quello emesso dalle Poste Italiane è, come si diceva, un prodotto che non comporta alcun tipo di spese se si eccettua l’imposta di bollo annuale, di trentaquattro euro e venti centesimi, che riguarda però i depositi che superano i cinquemila euro.
Una misura introdotta dal Governo Monti quando in una fase molto delicata dell’economia italiana quando tutti gli indicatori, a partire dallo spread, facevano temere un collasso. Inoltre offre un rendimento che si avvicina ai conti deposito bancari, ma al contrario di questi permette di ritirare il capitale versato in qualsiasi momento. Indubbiamente i rischi sono bassi: l’ente emittente può ovviamente decidere, previa comunicazione, una variazione dei tassi di rendimento annuo lordi, anche in ragione dell’andamento del mercato, e modificare le condizioni generali applicate.