Licenziamento contratto giornalisti 2022. Regole, tempi preavviso

Quali sono le regole per il licenziamento nel contratto giornalisti 2022: motivi, termini di preavviso, indennità sostitutiva, norme per dirigenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Licenziamento contratto giornalisti 2022

Come funziona il licenziamento nel contratto giornalisti 2022?

Stando a quanto previsto dal contratto giornalisti 2022, il licenziamento di un giornalista può avvenire per una giusta causa o un giustificato motivo e nel primo caso il lavoratore licenziato non ha diritto al preavviso, deve essere comunicato in forma scritta, deve rispettare tempi di preavviso specifici e, se tali termini non vengono rispettati, bisogna corrispondere al giornalista una indennità sostitutiva del preavviso stabilita in misure differenti a seconda di ruolo e inquadramento del giornalista.
 

Il contratto giornalisti 2022 prevede la possibilità di cessazione del rapporto di lavoro da entrambe le parti, vale a dire che può essere deciso il licenziamento da parte del datore di lavoro, così come il lavoratore ha libera e piena facoltà di presentare le dimissioni a lavoro.

In entrambe i casi, però, è bene sapere che vi sono regole e tempi di preavviso precisi da rispettare. Vediamo di seguito quali sono le regole per il licenziamento nel contratto giornalisti 2022.

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Licenziamento contratto giornalisti 2022 tempi preavviso

Se il datore di lavoro decide di licenziare un giornalista deve rispettare precisi tempi di preavviso che, se non rispettati, prevedono per il pagamento di una indennità sostitutiva al giornalista. I termini di preavviso per licenziamento da rispettare nel contratto giornalisti 2022 oscillano tra i tre e i quattro mesi a seconda dell’anzianità del lavoratore, se il giornalista licenziato è un pubblicista assunto nelle redazioni decentrate o negli uffici di corrispondenza.

Nel caso di licenziamento di un praticante, il tempo di preavviso da rispettare è di un mese o, in alternativa, è prevista una indennità sostitutiva pari a un mese di retribuzione.

In caso di mancato preavviso, come accennato, il giornalista ha diritto ad una indennità sostitutiva del preavviso stabilita nelle seguenti misure:

  • 13 mesi di retribuzione per il direttore, il condirettore, il vicedirettore;
  • 10 mesi di retribuzione per il redattore capo, il corrispondente da Roma e il capo dell’ufficio romano di corrispondenza;
  • 9 mesi di retribuzione per il vice-caporedattore;
  • 8 mesi di retribuzione per il capo servizio e redattore senior;
  • 7 mesi di retribuzione per tutti gli altri giornalisti, anche residenti all’estero.

Tali misure stabilite per l’indennità di mancato preavviso sono aumentate di una mensilità per i giornalisti che hanno maturato un’anzianità di servizio superiore a venti anni.

Licenziamento contratto giornalisti 2022 regole

Stando a quanto previsto dalle regole in vigore secondo il contratto giornalisti 2022, il datore di lavoro può licenziare il lavoratore solo in presenza delle seguenti condizioni:

  • il licenziamento deve avvenire per una giusta causa o un giustificato motivo e nel primo caso il lavoratore licenziato non ha diritto al preavviso né alla corrispondente indennità sostitutiva, mentre per il giustificato motivo, il lavoratore licenziato al preavviso, può essere soggettivo, e dipendere quindi da un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali, ovvero oggettivo, e quindi ascrivibile a ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa 
  • il dal rapporto di lavoro deve essere comunicato in forma scritta;
  • il lavoratore licenziato può chiedere, entro quindici giorni dalla comunicazione del licenziamento, i motivi che lo hanno determinato e il datore di lavoro deve fornire spiegazioni per iscritto entro i sette giorni successivi alla ricezione della richiesta.

Il lavoratore che decide poi di impugnare il licenziamento, a pena di decadenza, deve farlo entro un tempo massimo di sessanta giorni dalla sua comunicazione, con qualsiasi atto scritto, anche extragiudiziale.
 
In caso di licenziamento per giustificato motivo, il lavoratore ha diritto di lavorare durante il periodo di preavviso, perchè solo in questo caso il rapporto prosegue inalterato fino alla scadenza del periodo stesso. In ogni caso, alla cessazione del rapporto, e a prescindere dal fatto che la risoluzione sia o non sia imputabile a giusta causa, il giornalista ha diritto alla liquidazione del Tfr, Trattamento di fine rapporto, maturato fino al momento della cessazione del rapporto di lavoro. 

Nel calcolo per la liquidazione del trattamento di fine rapporto vengono considerati anche i compensi speciali percepiti da almeno sei mesi consecutivi per incarichi giornalistici di carattere continuativo, e per i titolari, i capi ufficio ed i redattori addetti agli uffici di corrispondenza all’estero l’indennità di residenza per il 40% del suo importo.

Insieme al Tfr, come previsto dal Ccnl giornalisti, deve essere corrisposta una somma relativa all’Accordo per prestazioni previdenziali integrative per la costituzione di un fondo presso l’Inpgi che è alimentato con versamenti effettuati dalle aziende editrici, per l’erogazione a favore dei giornalisti che cessino il rapporto di lavoro di un trattamento previdenziale integrativo. Tale trattamento riguarda tutti i giornalisti assunti

Per quanto riguarda il licenziamento del giornalista dirigente, è bene sottolineare che non sussistono per tale figura le stesse tutele valide per gli altri giornalisti, per cui per l’elevato grado di professionalità, autonomia e potere decisionale che si esplica nell’ambito dell’area direzionale, il rapporto di lavoro intercorrente con il direttore, condirettore e vicedirettore può essere risolto dall’azienda anche in assenza di giusta causa e di giustificato motivo e in questo caso viene corrisposto un indennizzo fino a un massimo di 12 mesi di retribuzione in aggiunta all’indennità sostitutiva del preavviso.

Il dirigente deve, comunque, ricevere comunicazione di recesso dal contratto di lavoro per licenziamento in forma scritta e non può mai essere licenziato per motivi discriminatori.