Secondo quanto stabilito dalle leggi aggiornate 2022-2023, sono considerate lievi difformità catastali di una casa tutte le variazioni interne ai luoghi rispetto a quanto riportato nelle planimetrie catastali della stessa casa ma che non comportano, però, una modifica reale ed effettiva alla volumetria della casa.
Quali sono le lievi difformità catastali di una casa e come ci si deve comportare nel 2023? Il fenomeno degli abusi edilizi in casa è particolarmente diffuso nel nostro Paese e, per evitare sanzioni e demolizioni, si deve ricorrere alla sanatoria edilizia, che comporta leggi specifiche da rispettare nonché costi. Ci sono, però, eccezioni in tal senso che non richiedono necessariamente il bisogno di presentare istanza di sanatoria al Comune di competenza. Vediamo quali sono questi casi e cosa succede.
Secondo quanto previsto dalle leggi aggiornate 2023, sono considerate lievi difformità catastali di una casa tutte le variazioni allo stato dei luoghi rispetto a quanto riportato nelle planimetrie catastali della stessa casa ma che non comportano una variazione al numero dei vani, o aumento della superficie calpestabile, o cambi di destinazione d'uso anche parziali, o una variazione del numero di unità, insomma una modifica alla volumetria della casa.
Dunque, in generale si considerano lievi difformità catastali di una casa tutte quelle modifiche che non incidono sulla rendita catastale dell'unità immobiliare e generalmente le lievi difformità castali di una casa non necessitano un aggiornamento della planimetria catastale.
Nel caso di difformità catastali di una casa anche lieve bisogna presentare istanza di sanatoria al Comune e successivamente avviare la procedura di variazione catastale presso l'Agenzia delle Entrate. Tuttavia, a differenza delle procedure di sanatoria di abusi edilizi, quando si verificano lievi difformità catastali di una casa scatta la cosiddetta tolleranza dell’abuso edilizio.
Le leggi in vigore prevedono, infatti, che per risolvere un abuso edilizio in casa si debba procedere con la sanatoria per evitare l’ordine di demolizione dell’opera realizzata ma solo se l’opera supera la cosiddetta tolleranza per abusi edilizi.
E’, infatti, prevista una sanatoria automatica dell’abuso edilizio entro il tetto della tolleranza del 2% tra stato di fatto e progetto. Se cioè si realizza in casa un’opera per cui era obbligatorio il permesso di costruire e viene realizzata senza permesso ma la differenza stato di fatto e progetto rientra nel limite del 2%, come dovrebbe accadere nel caso di lievi difformità di casa, allora sussiste la tolleranza e la sanatoria per l’abuso edilizio scatta automaticamente.
Precisiamo, infatti, che la tolleranza per un abuso edilizio vale solo per piccole difformità edilizie, mentre per opere più ‘grandi e importanti’ è sempre obbligatorio chiedere la sanatoria al Comune di competenza e pagare la relativa sanzione in base all'entità dell'abuso.