L'importo della prima pensione ricevuta il primo mese è quello definitivo o può cambiare secondo regole 2022?

Tasse, rivalutazioni e conguagli: come e quando cambiano gli importi di pensione rispetto a prima pensione percepita primo mese di pensionamento

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
L'importo della prima pensione ricevuta

L'importo della prima pensione ricevuta il primo mese è quello definitivo o può cambiare?

Le regole 2022 in vigore sono molto chiare: l’importo della prima pensione ricevuta il primo mese di pensionamento non è definitivo e non resta sempre uguale ma può cambiare. Ciò significa l’importo della prima pensione non è quello che si percepirà per il resto della vita ma può cambiare rispetto al primo mese in cui si è smesso di lavorare ed è stata pagata la prima pensione e i fattori che contribuiscono a far cambiare l’importo di pensione sono diversi, da tasse a imposte, detrazioni, rivalutazioni e conguagli.

Quando si è in prossimità di maturare i requisiti per la pensione, bisogna preparare tutta la documentazione prevista per presentare domanda di pensione, sia all’Inps sia, nel caso di professionisti con Cassa, alle Casse private professionali. 

Una volta presentata la domanda di pensione, viene analizzata per verificare che siano effettivamente stati raggiunti i requisiti per collocarsi a riposo e per il calcolo del trattamento pensionistico finale spettante. Spesso però ci si chiede se l’importo della prima pensione ricevuta il primo mese è quello definitivo o può cambiare? Cerchiamo di seguito di dare una risposta a tale quesito.

  • Importo prima pensione primo mese è definitivo o può cambiare
  • Elementi che determinano cambiamento importo pensione nel tempo

Importo prima pensione primo mese è definitivo o può cambiare

Le regole 2022 in vigore sono molto chiare: l’importo della prima pensione ricevuta il primo mese di pensionamento non è definitivo e non resta sempre uguale ma può cambiare e sia aumentando che diminuendo nel tempo. 

Ciò significa l’importo della prima pensione non è quello che si percepirà per il resto della vita ma può cambiare rispetto al primo mese in cui si è smesso di lavorare ed è stata pagata la prima pensione e i fattori che contribuiscono a far cambiare l’importo di pensione sono diversi.

Ma andiamo con ordine: quando la domanda di pensione viene accettata da parte dell'Inps, la prima pensione spettante arriva dal mese successivo a quello di pensionamento.

Precisiamo che la decorrenza dei pagamenti della pensione, ad eccezione della pensione di vecchiaia, ha tempi diversi a seconda della forma pensionistica che si sceglie per uscire e relative finestra mobili previste, per la pensione di vecchiaia che si raggiunge a 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e dieci mesi di contributi per le donne, le finestre sono di tre mesi per tutti.

Il pagamento della prima pensione che si percepisce il primo mese di pensionamento non è uguale ai successivi perché i trattamenti pensionistici sono soggetti a diversi cambiamenti.

Elementi che determinano cambiamento importo pensione nel tempo

Come accennato, gli elementi che determinano cambiamenti negli importi di pensione nel tempo e rispetto alla prima pensione percepita il primo mese di pensionamento sono diversi e, in particolare, sono:

  • tasse e imposte;
  • rivalutazione;
  • conguagli.

Partendo dalle tasse, sull’importo di pensione vengono applicate le stesse tasse che si applicano agli stipendi, vale a dire Irpef, addizionali regionali, ma anche detrazioni e si tratta di valori che non sono sempre uguali nel tempo, per cui modificano l’importo della pensione.

Oltre le tasse, altri elementi che contribuiscono a cambiare l’importo pensionistico rispetto alla prima pensione del primo mese in cui si è smesso di lavorare sono le rivalutazioni delle pensioni, che avvengono ogni anno, e i conguagli.

Partendo dalla rivalutazione delle pensioni, si tratta di un sistema di adeguamento degli importi mensili pensionistici al costo della vita in base all’indice del prezzo al consumo stimato dall’Istat, per cui all’aumentare dell’inflazione, e quindi del costo della vita, aumenta l’importo della pensione.

La rivalutazione delle pensioni avviene in percentuali differenti in base alla pensione che si percepisce. Attualmente sei le fasce di rivalutazione delle pensioni che prevedono le seguenti percentuali:

  • 100% per gli importi fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 77% per gli importi compresi tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
  • 52% per gli importi compresi tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;
  • 47% per gli importi compresi tra 6 e 8 volte il trattamento minimo;
  • 45% per gli importi compresi tra 8 e 9 volte il trattamento minimo;
  • 40% per gli importi superiori a 9 volte il trattamento minimo.

Secondo quanto previsto, dal primo gennaio 2022, le fasce di rivalutazione delle pensioni diventeranno con le seguenti percentuali:

  • 100% degli assegni fino a tre volte il trattamento minimo Inps;
  • 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il trattamento minimo Inps;
  • 75% per gli assegni oltre cinque volte il trattamento minimo Inps.

Alla rivalutazione delle pensioni si accompagnano anche i conguagli delle pensioni, che contribuiscono a cambiare ancora l’importo della pensione. I conguagli delle pensioni possono avvenire per compensazione, e ciò significa che se il pensionato, rispetto a reddito e tasse, risulta a credito, ha diritto ad una maggiorazione in compensazione di quanto già versato, e in tal caso la pensione cambia aumentando, o con trattenute, subendo una trattenuta sulla pensione per effetto di un versamento delle tasse inferiore a quanto dovuto, e in tal caso l’importo della pensione cambia diminuendo. 

Generalmente, per i conguagli delle pensioni, la percentuale è inversamente proporzionale all’importo percepito, per cui più alto è l’assegno che il pensionato percepisce e minore è il tasso di rivalutazione.


 

Tasse, rivalutazioni e conguagli: come e quando cambiano gli importi di pensione rispetto a prima pensione percepita primo mese di pensionamento