Sì, quando si è a lavoro e si viene colpiti da un fortissimo mal di testa che impedisce di andare avanti con l’attività si può tornare a casa e prendersi il resto della giornata di malattia a condizione di avvisare il datore di lavoro obbligatoriamente.
Il mal di testa colpisce in Italia in media una persona su cinque, in particolare le donne, e si manifesta in vari modi, c’è, infatti, chi ne soffre saltuariamente, c’è in maniera cronica, chi ne soffre talmente tanto da star male e non riuscire nemmeno a lavorare. Ciò che spesso ci si chiede è se per il mal di testa sono previsti permessi per malattia dal lavoro e come si possono usare tali permessi?
Possono essere diverse le cause del mal di testa, da problemi di stress, considerando che situazioni di tensione, sia emotiva che fisica, tendono a contrarre i i nervi di collo, testa e spalle che si contraggono involontariamente, a problemi genetici. Se, infatti, alcuni membri della famiglia soffrono di cefalea, è molto probabile la predisposizione a soffrirne.
Ma non solo: a provocare il mal di testa vi sono anche disidratazione, abuso di alcolici, cattiva alimentazione, problemi alla cervicale dovuti a una postura scorretta, variazioni ormonali, soprattutto nelle donne causate da uso di anticoncezionali, ciclo mestruale o gravidanza, e trauma cranico.
Chi, nel momento in cui si trova a lavoro, dovesse accusare un fortissimo mal di testa tale da impedire la prosecuzione del lavoro stesso, ha la possibilità di tornare casa a condizione di avvisare il datore di lavoro e prendersi la malattia per il resto della giornata. E come per qualsiasi altro caso di malattia a lavoro, è tenuto poi a presentare il certificato medico del proprio medico curante direttamente al datore di lavoro.
Si può, dunque, tornare a casa quando a lavoro si ha mal di testa ma sempre fermo restano l’obbligo di avviso al datore di lavoro, altrimenti abbandonando il posto senza avvisare nessuno si potrebbe andare incontro a provvedimenti disciplinari. Pur non essendo ancora stata riconosciuta come malattia invalidante, il mal di testa, colpendo diverse persone e rivelandosi in moti casi davvero doloroso e fastidioso tale da impedire lo svolgimento dello stesso lavoro o altre attività, è al centro di una nuova proposta di legge Lega-Pd.
La proposta sul mal di testa mira a riconoscere la cefalea primaria cronica come una patologia invalidante che può limitare o compromettere gravemente la capacità di svolgere impegni di famiglia e di lavoro, dando la conseguente possibilità a chi ne soffre di poter ricevere relativo assegno di invalidità e accesso ad alcune cure specifiche.
Quando il medico curante certifica la sussistenza di emicrania o cefalea può prescrivere al paziente anche diversi giorni di malattia, trasmettendo telematicamente il relativo certificato all’Inps e anche in questo caso di malattia il lavoratore è tenuto a rimanere a casa negli orari in cui potrebbe ricevere la visita fiscale.
Inoltre, stando a quanto stabilito da una recente sentenza della Corte di Cassazione, cefalea ed emicrania, a differenza di molte altre patologie, possono peggiorare a causa della permanenza in luoghi chiusi, come lo stesso ufficio o la casa, per cui non può essere soggetto a sanzioni il dipendente in malattia che si allontana da casa.