Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, marito o moglie divorziati hanno diritto ad una parte del Tfr, trattamento di fine rapporto, dell’ex coniuge a condizione, però, che sussistano due presupposti e cioè che il coniuge divorziato deve già percepire l’assegno divorzile in maniera periodica (e non deve essere stato erogato in un’unica soluzione) e che moglie o marito divorziati interessati alla quota del Tfr dell’ex coniuge non abbiano contratto un nuovo matrimonio.
Marito o moglie divorziati hanno diritto ad una parte del Tfr o no del coniuge? Il Tfr, trattamento di fine rapporto, è un trattamento economico che viene erogato ad ogni lavoratore dipendente, sia pubblico che privato, al termine del rapporto di lavoro in corso per una somma che viene accantonata per ogni anno di lavoro prestato dal lavoratore.
Ci sono lavoratori che riescono ad accumulare somme di Tfr molto elevate, sui circa 100mila euro, e che a fine carriera possono rappresentare certamente un bel gruzzoletto su cui contare, soprattutto in presenza di figli.
Ci sono regole specifiche che disciplinano la liquidazione del Tfr relativamente a tempi e modalità di erogazione ma anche di liquidazione del trattamento in casi di divorzio. Vediamo quali sono tutti i casi 2022 in cui marito o moglie divorziati hanno diritto ad avere parte del Tfr dell’ex coniuge.
Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, marito o moglie divorziati hanno diritto ad una parte del Tfr, trattamento di fine rapporto, dell’ex coniuge ma a determinate condizioni. Perché, infatti, ex marito o ex moglie abbiano diritto ad avere parte della liquidazione del Tfr dell’ex coniuge è necessario che sussistano due condizioni:
In questi casi, la parte della liquidazione di Tfr dovuta all’ex coniuge divorziato è pari al 40% dell’indennità totale riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio.
Precisiamo che ex marito o ex moglie non hanno diritto a percepire il 40% dell’importo complessivo di Tfr maturato dall’ex coniuge, ma il 40% della somma risultante dal rapporto tra la durata del matrimonio coincidente con il periodo di lavoro.
La percentuale del 40% si riferisce, dunque, agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio e non alla cifra intera di Tfr liquidato all’ex coniuge. Per legge, precisiamo, che la durata del matrimonio comprende anche l’eventuale periodo di separazione legale fino alla data della sentenza di divorzio, momento in cui è stato completamente cancellato ufficialmente il vincolo del matrimonio.
Così come la legge stabilisce i casi in cui un ex marito o una ex moglie possono avere il diritto di ricevere una parte della liquidazione del Tfr dell'ex coniuge, così sussistono casi in cui tale diritto non spetta.
Le norme in vigore prevedono, infatti, che la parte del Tfr non spetti mai all'ex coniuge nei seguenti casi: