Maternità, gravidanza e contratti a tempo indeterminato 2022. Leggi in vigore e vari casi

Quali sono le leggi che regolano la maternità delle lavoratrici con contratti a tempo indeterminato 2022 e casi previsti come usufruirne

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Maternità, gravidanza e contratti a temp

Quali sono le leggi in vigore per la maternità delle lavoratrici con contratti a tempo indeterminato 2022?

Le leggi in vigore sulla maternità delle lavoratrici con contratti a tempo indeterminato 2022 regolano l’erogazione della indennità prevista per tutto il periodo del congedo di maternità obbligatorio ma anche casi e tempo dello stesso congedo di maternità.

La maternità, o meglio, il congedo di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per le lavoratrici dipendenti durante il periodo di gravidanza e puerperio che ha una durata di cinque mesi. Vediamo quali sono le leggi in vigore per il congedo di maternità delle lavoratrici con contratto di lavoro a tempo indeterminato 2022.

  • Leggi in vigore maternità contratti a tempo indeterminato 2022
  • Casi maternità contratti a tempo indeterminato 2022

Leggi in vigore maternità contratti a tempo indeterminato 2022

Ci sono alcune novità 2022 in vigore in realtà già da un pò relative alla maternità per le lavoratrici con contratti a tempo indeterminano, e non. Se, infatti, prima era previsto l’obbligo del congedo di maternità di cinque mesi per le lavoratrici dipendenti che vietava ai datori di lavoro di mantenere a lavoro le donne durante il periodo di congedo di maternità, oggi la situazione è cambiata.

Stando, infatti, a quanto previsto dalle leggi in vigore, non è più obbligatorio astenersi dal lavoro per le lavoratrici per tutto il periodo del congedo di maternità prima del parto a condizione, però, che sia rilasciato alla stessa donna in gravidanza un certificato del proprio medico che confermi la possibilità per la donna di continuare a lavorare anche fino al nono mese di gravidanza e che non sussiste alcun rischio né per la futura mamma né per il nascituro.

Pur continuando a lavorare, la donna in gravidanza percepisce comunque la relativa indennità, a prescindere dall’effettiva astensione dall’attività lavorativa.

Stando, inoltre, a quanto stabilito dalle leggi in vigore, la domanda per il congedo di maternità deve essere presenta all’Inps prima dei due mesi che precedono la data prevista del parto e comunque non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile, altrimenti si rischia di perdere il diritto all'indennità.

Prima dell’inizio del periodo di congedo di maternità, la lavoratrice deve presentare all’Inps il certificato medico di gravidanza tramite di un medico del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato, che provvede all’invio telematico del certificato stesso, e deve comunicare la data di nascita del figlio e relative generalità entro 30 giorni dalla nascita.

Le leggi in vigore regolano anche l’erogazione dello stipendio della lavoratrice con contratto di lavoro a tempo indeterminato 2022. Durante il periodo della maternità obbligatoria, la legge prevede il riconoscimento di un’indennità economica pari all’80% per tutto il periodo della maternità obbligatoria. La mamma riceve il pagamento direttamente dal suo datore di lavoro per conto dell’Inps.

Per il calcolo dello stipendio della maternità 2022 si considera la retribuzione media globale giornaliera del periodo di paga mensile precedente a quello in cui ha avuto inizio l’evento di maternità a cui si aggiunge il rateo giornaliero per le mensilità supplementari previste da contratto.

Per le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato 2022 in maternità l’indennità viene corrisposta anche per le domeniche e festività nazionali e infrasettimanali.

Casi maternità contratti a tempo indeterminato 2022

Vi sono diversi casi che permettono di usufruire del congedo di maternità alle donne con contratto di lavoro a tempo indeterminato 2022. Le leggi in vigore attualmente permettono, infatti, di usufruire del congedo di maternità non solo, come da sempre previsto, per due mesi prima della data presunta del parto e tre mesi dopo per un totale di cinque mesi ma anche:

  • un mese prima del parto e quattro dopo;
  • tutti e cinque i mesi previsti dal congedo di maternità dopo il parto.

In ogni caso per poter lavorare fino al nono mese, come sopra spiegato, bisogna presentare apposito certificato medico.

Esiste, però, anche il caso in cui è possibile richiedere la maternità anticipata e/o prorogata fino a sette mesi dopo il parto. Questa possibilità sussiste in casi specifici che sono:

  • gravi complicanze della gravidanza;
  • persistenti forme morbose che possano aggravarsi per la gravidanza;
  • quando le condizioni di lavoro o ambientali sono considerate pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino;
  • quando la lavoratrice non può essere spostata ad altre mansioni.

In questi casi, la lavoratrice deve presentare apposita domanda all’Asl, allegando relativi certificati che confermino eventuali rischi e la Asl decide se accettare o meno la richiesta di maternità anticipata o prorogata entro 7 giorni dalla ricezione della domanda.