L’indennità di maternità spetta alle lavoratrici autonome con Partita Iva in maniera diversa rispetto alle lavoratrici dipendenti, prevedendo regole differenti in base a quanto previsto dalle singole Casse previdenziali private o dalla Gestione Separata Inps, per requisiti, durata e importo.
Il periodo della maternità che per le lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, corrisponde al periodo del congedo di maternità, che rappresenta il periodo di astensione dal lavoro previsto dalla legge per la madre lavoratrice che in questo lasso di tempo percepisce un’indennità economica che sostituisce lo stipendio, per le lavoratrici autonome con partita iva prevede regole decisamente differenti.
Vediamo quali sono le regole previste per la maternità 2022 delle lavoratrici autonome con partita Iva, quanto spetta e requisiti da soddisfare.
Le lavoratrici autonome con partita Iva non hanno diritto al congedo di maternità ma per i 5 mesi di maternità previsti hanno il diritto di percepire un trattamento economico di maternità, senza obbligo di astensione dal lavoro. Le tutele in materia di maternità per le lavoratrici titolari di Partita Iva dipendono:
o dalle casse previdenziali private, diverse per ogni Ordine professionale, cui le professioniste sono iscritte;
o dalla Gestione Separata Inps, cui si iscrivono le lavoratrici autonome con Partita Iva senza cassa privata non iscritte a Ordini professionali.
L’indennità di maternità non è, però, l’unica tutela che viene garantite alle future mamme: è bene precisare, infatti, che si può presentare domanda anche per ricevere:
Le lavoratrici autonome con Partita Iva iscritte ad un ordine professionale, come avvocati, medici, commercialisti, architetti, ingegneri, giornalisti, hanno pieno diritto all’indennità di maternità che non viene erogata dall’Inps ma da ogni singola Cassa di appartenenza, per esempio Cassa Forense per gli avvocati, Enpam per i medici, Inarcassa per gli ingegneri, Inpgi per i giornalisti.
L’erogazione dell’indennità dura cinque mesi che possono essere o divisi in due mesi prima del parto e tre mesi dopo o tutti e si può fruire di tutti e cinque i mesi dopo il parto. Si può usufruire della prestazione anche continuando a lavorare e l’importo che si percepisce è pari all’80% della retribuzione denunciata nell’anno precedente l’evento di maternità.
Per le lavoratrici autonome con un’indennità bassa è previsto un importo minimo uguale per tutti.
Per la richiesta dell’indennità di maternità, nei casi di lavoratrici iscritte a Casse previdenziali private, la domanda deve essere presentata alla Cassa di appartenenza, a partire dal sesto mese di gravidanza compiuto, cioè dal settimo mese, ed entro180 giorni dal parto.
Passando alle regole 2022 per la maternità delle lavoratrici autonome con Partita Iva iscritte alla Gestione Separata dell’Inps, per avere l’indennità di maternità, valida sempre per cinque mesi, o consecutivamente dopo il parto o per due mesi prima e tre mesi dopo il parto, deve avere almeno 3 mesi di contributi versati nei 12 mesi precedenti l’evento della maternità e l’importo giornaliero dell’indennità si calcola considerando il reddito imponibile dei 12 mesi precedenti l’evento, in base ai versamenti effettuati, dividendo il risultato per 365 e moltiplicandolo per l’80%.
L’indennità giornaliera che risulta deve poi essere moltiplicata per il numero di giorni da indennizzare per cinque mesi. Le lavoratrici autonome con partita Iva iscritte alla Gestione Separata Inps devono presentare domanda direttamente online all’Inps o tramite contact center dell’Istituto entro un anno dall’evento di maternità. Alle iscritte alla Gestione Separata dell’Inps, l’indennità viene pagata direttamente dall’Inps.
Quando e come le lavoratrici autonome con partita IVA possono richiedere la maternità e ricevere i benefici: cosa sapere e spiegazioni