Dal punto di vista tecnico, l'obbligo consiste nella memorizzazione elettronica e nella successiva trasmissione per via telematica dei corrispettivi giornalieri da parte di commercianti ed esercenti. Chi disattende la norma va incontro a una multa del 90% dell'imposta relativa all'importo ma con un minimo di 500 euro. La sanzioni si applica sia nel caso di mancata memorizzazione e sia di non trasmissione. Prevista anche una multa di 100 euro per l'invio omesso, tardivo, incompleto o infedele dei corrispettivi giornalieri che non hanno incidenza sulla liquidazione dell'imposta.
La ricevuta elettronica rappresenta l'obbligo per i contribuenti di memorizzare e trasmettere elettronicamente le tariffe giornaliere. L'opzione è stata inizialmente obbligatoria per i commercianti con un fatturato superiore a 400.000 euro e successivamente per tutti gli operatori.
L'obiettivo principale è contrastare l'evasione fiscale e integrare l'obbligo di fatturazione elettronica per tutti i contribuenti Iva. Il cerchio della normativa si chiude adesso con la definizione del quadro delle sanzioni a carico dei contribuenti che trasgrediscono le norme ovvero non rispettano l'obbligo degli scontrini telematici. Approfondiamo quindi
Dal punto di vista tecnico, l'obbligo consiste nella memorizzazione elettronica e nella successiva trasmissione per via telematica dei corrispettivi giornalieri da parte di commercianti ed esercenti. Chi disattende la norma va incontro a una multa del 90% dell'imposta relativa all'importo ma con un minimo di 500 euro.
La sanzioni si applica sia nel caso di mancata memorizzazione e sia di non trasmissione. Prevista anche una multa di 100 euro per l'invio omesso, tardivo, incompleto o infedele dei corrispettivi giornalieri che non hanno incidenza sulla liquidazione dell'imposta.
Spettro dei controlli a parte, sono numerosi i vantaggi che derivano dall'invio di ricevute elettroniche. I clienti non devono più riempirsi di carta poiché le ricevute elettroniche sono facili da memorizzare e da trovare in caso di bisogno.
A differenza delle ricevute cartacee, le ricevute digitali non svaniscono, si accartocciano o si perdono. Sono compatibili con la stampante e i dispositivi mobili e molto più convenienti rispetto all'aggiunta di un'altra app sullo smartphone. I vantaggi dell'utilizzo delle ricevute elettroniche non sono esclusivi dei rivenditori. Anche le aziende che vendono abbonamenti possono trarne un beneficio.
Invece di una semplice ricevuta digitale, le aziende con pagamenti ricorrenti possono inviare una richiesta di pagamento digitale che diventa automaticamente una ricevuta digitale dopo un pagamento andato a buon fine.
Le ricevute digitali stanno diventando sempre più popolari e possono essere utili per tenere traccia degli acquisti, effettuare resi, rispettare un budget o prepararsi per la stagione delle tasse. I sostenitori del paperless sostengono anche che le ricevute stampate sono uno spreco ambientale.
D'altro canto, i detrattori digitali sollevano preoccupazioni sulla privacy. E recenti sondaggi mostrano che ci sono consumatori preferiscono ancora le ricevute cartacee. Ma gli esperti dicono che siamo vicini a un punto critico. Si aspettano che lo slancio per le ricevute senza carta crescerà insieme alla diffusione degli stessi registratori di cassa.
Per adempiere alle nuove disposizioni è necessario acquisire nuovi registratori telematici che rispettino le regole e le specifiche tecniche pubblicate dall'Agenzia delle entrate. Inoltre la stessa Agenzia ha abilitato la procedura web tramite il portale Fatture e Pagamenti per chi non possiede il registratore telematico.
Una volta predisposta la ricevuta elettronica, a seconda delle preferenze del cliente, il documento stesso può essere stampato e consegnato al cliente oppure inviatogli digitalmente via mail o anche tramite WhatsApp. Il documento ha solo valore commerciale e potrà essere utilizzato per garanzie, cambi o resi.
Strettamente legati agli scontrini telematici ci sono quindi le fatture elettroniche. Quelle non presentate tramite il sistema Sdi subiscono sanzioni comprese tra il 90% e il 180% dell'Iva dovuta.
Le sanzioni per la mancata dichiarazione di fatture nella comunicazione transfrontaliera sono di 2 euro per fattura fino a un massimo di 1.000 euro per trimestre.