Nel 2022 chi resta involontariamente senza lavoro per licenziamento potrà richiedere ancora l'indennità di disoccupazione Naspi, a meno di novità dell'ultimo minuto che potrebbero arrivare con l'istituzione del nuovo reddito di cittadinanza che il governo si sta molto battendo per approvare.
Anche nel 2022 coloro che perdono involontariamente il lavoro e vengono licenziati possono richiedere l’indennità di disoccupazione Naspi anche se, stando a quanto riportano le ultime notizie, con l’ufficiale istituzione del reddito di cittadinanza, questa misura di sostegno potrebbe venir meno. Nell’attesa di cambiamenti certi, però, anche per il 2022, al momento, varranno le stesse regole attualmente in vigore per la richiesta di Naspi.
La Naspi anche nel 2022 continuerà ad essere l’indennità di disoccupazione che può essere richiesta da tutti coloro che restano involontariamente senza lavoro, vengono cioè licenziati, ma può essere percepita anche da coloro che presentano dimissioni per giusta causa, come per molestie sessuali sul posto di lavoro. L’indennità di disoccupazione viene calcolata sui contributi previdenziali versati ed erogata direttamente dall’Inps al lavoratore che, però, prima di fare domanda deve sottoscrivere un Patto di servizio con cui si impegna attivamente a cercare una nuova occupazione o a frequentare corsi di formazione professionale o specializzazione.
Per poter beneficiare dell’Indennità di disoccupazione, bisogna aver maturato nei 4 anni precedenti alla disoccupazione involontaria almeno 13 settimane di contribuzione e negli ultimi 12 mesi almeno 30 giornate di lavoro effettivo. Esistono, però, casi in cui i 30 giorni da considerare possono essere ampliati come i periodi di cassa integrazione straordinaria e ordinaria a zero ore, malattia e infortunio sul lavoro, assenza per congedi e/o permessi 104, congedo obbligatorio di maternità, e congedo parentale.
Nel calcolo dei contributi utili a fini Naspi, possono essere considerati anche i contributi figurativi accreditati nei periodi di maternità obbligatoria, astensione dal lavoro per malattia dei figli e congedo parentale. Non sono, invece, utili ai fini Naspi i periodi coperti da contribuzione figurativa per cassa integrazione straordinaria e ordinaria a zero ore e permessi 104 fruiti dal lavoratore per assistere un familiare.
La durata della Naspi 2022 dipende dai contributi versati negli ultimi 4 anni prima della perdita di lavoro involontaria e la sua durata massima anche nel 2022 è di 24 mesi. Non è, però, prevista alcuna durata minima per la Naspi. In particolare, i tempi di erogazione dipendono dal numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni, senza considerare i periodi coperti da contributi figurativi. I 24 mesi di erogazione della Naspi non valgono per i lavoratori precari disoccupati, per la cui la durata massima di erogazione Naspi è di sei mesi.
L’importo massimo previsto dall’erogazione della Naspi è di 1.300 euro ma il calcolo dell’indennità di disoccupazione dipende dal proprio estratto conto contributivo Inps. Partendo da quanto riportato sull’estratto conto contributivo, bisogna sommare tutti gli importi relativi alle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali percepite negli ultimi 4 anni, dividerle per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicare il risultato per il coefficiente 4,33. Se il risultato è un importo pari o inferiore a 1.195 euro, l’importo della Naspi cui si ha diritto è pari al 75%; se, invece, l’importo risultante è maggiore di 1.195 euro, alla quota del 75% si aggiunge un importo pari al 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il precedente importo.
L’indennità di disoccupazione Naspi viene erogata direttamente con accredito su conto corrente bancario del richiedente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni e fino ad un massimo di due anni e il tempo di accredito dovrebbe avvenire in 60 giorni dalla presentazione della domanda. La data di pagamento della Naspi dipende dal giorno in cui è stata presentata domanda. Il pagamento avviene, infatti, sempre dopo la data di decorrenza. Spesso, però, l’attesa per il primo pagamento Naspi è di tre, quattro mesi, e può arrivare anche a 5-6 mesi. La Naspi viene pagata comunque ogni mese dall’Inps ogni mese.
La domanda per la richiesta di Naspi deve essere presentata direttamente all’Inps entro 68 giorni dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro e si può presentare o direttamente sul sito Internet dell’Istituto di Previdenza usando il proprio codice Pin, o rivolgendosi al CAF o patronati, o contattando telefonicamente il numero 803164 gratuito da rete fissa o 06164164 da cellulare. Per presentare domanda online per la Naspi, bisognerà accedere al sito dell’Inps, entrare nell’area dei servizi online, seguendo la procedura ‘servizi per il cittadino’, ‘opzione invio domande di prestazioni a sostegno del reddito’, cliccare su ‘Naspi’ sulla barra di sinistra e compilare la domanda che è composta da 6 sezioni.
Bisogna, dunque, inserire i dati anagrafici e lavorativi, tutte le informazioni specifiche richieste nelle successive schermate, dichiarare il possesso del requisito delle 30 giornate di effettivo lavoro nei 12 mesi precedenti, applicare le varie detrazioni familiari sull’importo e scegliere se si vogliono percepire gli assegni familiari.
Nella penultima sezione, bisogna sottoscrivere la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro se il lavoratore non ha già fatto richiesta presso un centro per l’impiego; mentre nell’ultima schermata, bisognerà riportare una serie di dati richiesti che possono compromettere l’esito della domanda. Al termine della compilazione delle sei sezioni la domanda potrà essere inoltrata e si potrà successivamente monitorarne e quando arrivano i soldi.