Nuova legge ufficiale su parità stipendi uomini e donne dal 2022. Ecco cosa cambia

Rapporti periodici per accertare parità di genere a lavoro, sgravi contributivi per le aziende più virtuose, sanzioni: cosa prevede nuova legge su parità stipendi uomini e donne

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Nuova legge ufficiale su parità stipendi

Cosa prevede la nuova legge su parità di stipendi tra uomini e donne dal 2022?

La nuova legge sulla Parità salariale a firma della deputata Pd Chiara Gribaudo La legge sulla parità salariale rivede alcune norme già esistenti, modificando l’articolo 46 del codice delle Pari opportunità del 2006, e ne introduce di nuove per rendere uomini e donne uguali in ambito lavorativo, senza alcuna differenza di genere, e prevede il debutto dal primo gennaio 2022 per tutte le aziende della Certificazione della parità di genere.
 

Il Senato ha definitivamente dato il via libera all’unanimità alla legge sulla Parità salariale. Il testo unico a firma della deputata Pd Chiara Gribaudo ormai ufficiale modifica il codice sulle pari opportunità tra uomo e donna per ridurre il gap tra gli stipendi percepiti. 

Stando, infatti, a recenti dati resi noti dall'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica, la differenza di stipendio netto mensile a cinque anni dal conseguimento della laurea e a parità di ruoli lavorativi è di oltre 500 euro tra uomini e donne, considerando i 1.969 euro di stipendio per gli uomini contro 1.403 euro di stipendio per le donne. Vediamo cosa prevede la nuova legge ufficiale sulla parità di stipendi tra uomini e donne?

  • Cosa cambia con nuova legge su parità stipendi uomini e donne dal 2022
  • Legge su parità salariale tra uomini e donne come funziona nuova Certificazione 


Cosa cambia con nuova legge su parità di stipendi uomini e donne dal 2022

La nuova legge ufficiale sulla parità salariale rivede alcune norme già esistenti, modificando l’articolo 46 del codice delle Pari opportunità del 2006, e ne introduce di nuove per rendere uomini e donne uguali in ambito lavorativo, senza alcuna differenza di genere. Se, per esempio, oggi sussiste l’obbligo per le aziende che abbiano più di 100 dipendenti di redigere un rapporto periodico relativo ad assunzioni, retribuzioni, promozioni, mobilità, licenziamenti, la nuova legge sulla parità salariale fissa a due anni l’obbligo di presentare tale rapporto estendendolo alle aziende che abbiano più di 50 dipendenti.

La nuova legge su parità di stipendi tra uomini e donne dal 2022 integra il concetto di discriminazione diretta e indiretta, includendo gli atti di natura organizzativa o oraria che sono svantaggiosi per le donne, nonché i trattamenti che ‘in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive’ creano alla donna lavoratrice condizioni di lavoro decisamente meno favorevoli nonchè ostacoli alla carriera rispetto ai colleghi uomini.

La nuova legge sulla parità salariale estende, inoltre, l’obbligo oggi valido per le società quotate di riservare alle donne almeno un terzo dei posti previsti negli organi di governo anche alle società controllate da pubbliche amministrazioni, e non quotate, riservando due quinti di presenze a figure femminili nei consigli di amministrazione per i primi sei mandati successivi all'introduzione della nuova norma.

Legge su parità salariale tra uomini e donne come funziona nuova Certificazione 

Stando a quanto previsto dalla novità approvata,dunque, dal primo gennaio 2022 debutta per tutte le aziende la Certificazione della parità di genere, valida sia per le aziende pubbliche e sia per le aziende private, per chi adotta comportamenti virtuosi in base a specifici parametri e ne redige relativo rapporto.

Le aziende private che, in base ai comportamenti virtuosi adottati, ottengono la certificazione nel 2022, possono beneficiare di uno sgravio contributivo. In particolare, per il 2022 le aziende più virtuose potranno avere uno sgravio contributivo entro la soglia massima dei 50 milioni e il limite di 50 mila euro e un punto percentuale per azienda. 

Il beneficio per gli anni successivi sarà strettamente collegato all’eventuale reperimento delle relative coperture.

La certificazione garantisce un punteggio premiale nell’assegnazione di fondi e nelle gare. 

Il ministero del Lavoro pubblicherà online la lista delle aziende che hanno tramesso il rapporto e di quelle che non l’hanno fatto. Una volta scritto, il rapporto deve essere trasmesso dalle aziende ai sindacati e possono averne accesso anche gli stessi dipendenti.

Alle aziende che non trasmettono il rapporto, secondo modalità e tempi che verranno chiariti dai prossimi decreti attuativi, saranno sospesi per un anno i benefici contributivi ricevuti e chi non adempie alla redazione del rapporto entro i 60 giorni successivi all’eventuale invito fatto alle aziende inadempienti rischia una sanzione compresa tra i 516,46 e i 2.582,28 euro, che sale da mille a 5 mila euro per rapporti mendaci o incompleti.