Entrano in vigore importanti novità nell'ordinamento italiano in riferimento alla vita di coppia. O meglio, all'ex vita di coppia in quanto da una parte ci sono le nuove procedure per il divorzio che vanno nell'ottica della semplificazione. Dall'altra segnaliamo invece le importanti modifiche per assegno mantenimento e visite figli al via nel 2023. Non ci resta quindi che esaminare da vicino i cambiamenti introdotti e più precisamente:
Divorzio in Italia, nuove procedure da seguire
Assegno mantenimento e visite figli, cosa cambia dal 2023
La semplificazione e l'accelerazione del processo di separazione e divorzio avverrà grazie all'entrata in vigore della riforma in materia che sarà attuata completamente entro la fine del 2024. Questo pacchetto di norme semplificherà molti dei passaggi del procedimento, consentendo alle parti di presentare anche la domanda di divorzio durante il procedimento di separazione. La nuova procedura si applica a tutti i procedimenti di separazione e divorzio dal 28 febbraio 2023. La riforma rappresenta un importante passo avanti per migliorare l'efficienza e la semplificazione del processo di separazione e divorzio per le parti coinvolte, generando un risparmio anche in termini economici.
La creazione di un tribunale unificato determina l'eliminazione delle attuali differenze tra i procedimenti relativi alla separazione, al divorzio e all'affidamento dei figli nati fuori dal matrimonio.
La riforma prevede l'adozione di un processo uniforme per tutti questi casi, semplificando il procedimento e riducendo il numero di udienze in cui le parti devono comparire, solo se strettamente necessario. L'istituzione del tribunale unificato dovrebbe portare a una maggiore efficienza nella gestione dei casi di separazione, divorzio e affidamento dei figli, nonché a una maggiore semplificazione per le parti coinvolte.
La riforma in ambito giudiziario ha introdotto un'ulteriore innovazione ovvero la creazione di un tribunale unico per le questioni familiari. Entrerà in funzione nel 2025 e si occuperà di tutti i procedimenti e le cause riguardanti le famiglie e lo stato delle persone, incluso quelli attualmente gestiti dal tribunale per i minori, che verrà soppresso.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha rivisto i criteri di riconoscimento e calcolo dell'importo dell'assegno di mantenimento dopo il divorzio. La decisione conferma che l'assegno di mantenimento è concesso solo in presenza di una disparità economica tra gli ex coniugi, come conseguenza dello scioglimento del matrimonio. La determinazione dell'importo si basa su diversi parametri, tra cui la valutazione comparativa delle condizioni economico-patrimoniali delle parti, il contributo fornito dal richiedente alla conduzione della vita familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno degli ex coniugi, la durata del matrimonio e l'età dell'avente diritto.
La funzione dell'assegno di divorzio è di natura assistenziale e compensativa, mirata a colmare una disparità economica significativa tra gli ex coniugi. Se la disparità economica tra le parti è leggera, e se la parte che riceve l'assegno di mantenimento svolge spese voluttuarie e costose che vanno ben oltre i bisogni primari, allora decade il diritto a percepire l'assegno di mantenimento.
Recenti decisioni giudiziarie hanno stabilito che, considerata la crescente complessità degli interessi e degli impegni degli adolescenti, il genitore non collocatario non può esercitare il proprio diritto di visita in modo da costringere i figli a rinunciare ad attività o impegni. Non significa che il genitore non collocatario debba interrompere ogni rapporto significativo con il minore.
Piuttosto, il genitore non collocatario ha l'obbligo di conciliare la propria vita professionale con gli impegni personali del figlio, al fine di garantire una relazione significativa. La giurisprudenza riconosce il diritto-dovere di frequentare e visitare il figlio minore, con l'obiettivo di promuovere la co-genitorialità e la crescita equilibrata. Tuttavia, tale diritto-dovere non può essere imposto, poiché dipende dalla libera autodeterminazione del figlio, specialmente se il figlio è prossimo alla maggiore età.