Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, regole aggiornate, limiti e utilizzo di conti corrente cointestati nel 2023 cambiano a seconda dei casi previsti dalla legge, cioè se il conto corrente cointestato va in rosso, quanti soldi possono prelevare i diversi cointestatari, cosa accade nei casi di scomparsa di uno dei cointestatari del conto e relativa eredità, e non solo.
Quali sono le nuove regole aggiornate, limiti e utilizzo su conti corrente cointestati nel 2023? Il conto corrente cointestato è una forma di conto bancario di cui sono titolari due o più persone. Si tratta generalmente di un conto che viene aperto da due coniugi o tra genitori e figli e i soldi depositati su un conto corrente cointestato appartengono a tutti i titolari del conto, in quote proporzionali al numero dei correntisti. Vediamo quali sono le regole da seguire quando si ha un conto corrente cointestato.
Un conto corrente cointestato può essere o a firma congiunta o a firma disgiunta. Il conto corrente cointestato a firme congiunte vincola tutti i titolari del conto a mettersi d’accordo su qualsiasi operazione venga effettuata, compresa la possibilità di prelevare soldi. Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, è possibile prelevare soldi da un conto corrente cointestato a firme congiunte solo se tutti i cointestatari danno autorizzazione ad effettuare l’operazione.
Non esiste, invece, alcun limite o vincolo al prelevamento di soldi nel caso di un conto corrente cointestato a firme disgiunte. In tal caso, infatti, tutti i cointestatari del conto corrente hanno la possibilità di operare sul conto corrente in maniera autonoma e non è necessario che vi sia consenso allo svolgimento delle diverse operazioni da parte di tutti i cointestatari del conto.
Tuttavia, è bene chiarire che, in generale, quando si ha un conto corrente cointestato, secondo la legge in vigore, non è possibile prelevare mai una somma superiore a quella della propria quota.
Per esempio, nel caso di un conto corrente cointestato tra due persone, ognuno dei titolari ha diritto alla metà dei soldi, se, invece, il conto è cointestato tra tre persone, ogni titolare ha diritto ad un terzo delle somme presenti, cioè il 33,3%, e così via.
Altro caso che può verificarsi è quello di un conto corrente cointestato che va in rosso: stando alle regole in vigore, in tal caso la banca ha facoltà di chiedere l’intera somma dovuta per saldare il rosso a ogni cointestatario del conto, indipendentemente da chi ha causato lo sconfinamento.
Esistono regole specifiche valide per un conto corrente cointestato tra coniugi che divorziano. Per chi apre un conto corrente cointestato ed è sposato e divorzia, il conto corrente cointestato si scioglie o diventa di uno dei due coniugi ma al momento della separazione la somma presente di divide in parti uguali tra entrambe i coniugi.
L’unica eccezione a tale regola avviene se uno dei due coniugi dimostra di aver contribuito unicamente o maggiormente alla costituzione del saldo finale. In tal caso, allora, può avere diritto ad avere più soldi della metà della somma presente sul conto o a tutta la somma presente.
Regole specifiche riguardano i conti correnti cointestati nei casi di eredità. Stando alle leggi in vigore, in caso di morte di uno dei titolari di un conto corrente cointestato, il titolare superstite cointestatario del conto deve comunicare alla banca l'avvenuto decesso, per permettere di congelare la quota di conto del defunto in vista della divisione dell’eredità tra gli eredi.
Esistono, però, delle differenze tra conto corrente cointestato a firma congiunta e conto corrente cointestato a firma disgiunta; se, infatti, il conto corrente cointestato è a firma congiunta, se uno dei cointestatari muore, gli altri cointestatari del conto non possono riscuotere le somme che spettano loro di diritto o effettuare alcun tipo di operazione perché il conto corrente viene bloccato fino a quando la banca non ha la dichiarazione di successione.
Quando la banca blocca il conto corrente del defunto, dunque, nessuno degli eredi, neppure il cointestatario del conto, può accedere ai soldi del conto del defunto. Una volta presentata la dichiarazione di successione e stabiliti gli eredi legittimi diretti, i soldi sul conto corrente cointestato vengono sbloccati e gli altri cointestatari possono avere ognuno la propria quota.
Se, invece, il conto corrente cointestato è a firma disgiunta, la parte delle somme del defunto presente sul conto viene acquisita per il 50% dall’altro o dagli altri cointestatari e per il 50% dagli eredi della persona venuta a mancare e in questo caso la banca congela solo la parte delle somme spettante agli eredi e per cui serve presentare la dichiarazione di successione ereditaria, lasciando agli altri titolari del conto la possibilità di disporre completamente delle somme spettanti.
Dunque, nel caso di conto corrente a firma disgiunta, per la divisione dell’eredità, l’altro cointestatario del conto, che ha diritto ad avere il 50% delle somme presenti sul conto, può usufruirne sin da subito senza attenderei tempi di blocco del conto, presentazione della dichiarazione di successione e successivo sblocco del conto.
Inoltre, chi ha un conto corrente cointestato ed effettua prelievi, anche fino a svuotare il conto, prima della morte dell’altro cointestatario può essere soggetto a richieste di restituzione dei soldi prelevati, perché quando muore uno dei titolari di un conto corrente cointestato, la metà dei soldi sul conto a lui spettanti devono essere divisi tra gli eredi, secondo le cosiddette quote legittime se gli eredi sono più di uno, e in nessun caso l’altro cointestatario, chiunque esso sia, anche nel caso di marito e moglie, può prendere tutti i soldi presenti sul conto.
Se ciò dovesse accadere, gli eredi possono rivalersi sul cointestatario del conto per avere le somme spettanti ma non possono mai agire contro la banca.
Altre regole e limiti specifici riguardano il pignoramento di un conto corrente cointestato nel 2023. Se, infatti, si ha un conto corrente cointestato, nel caso di pignoramento, se il debito è di un unico intestatario, non si può toccare la parte di conto dell’altro intestatario.
E’, dunque, possibile pignorare, e quindi bloccare solo il 50% delle somme presenti su un conto corrente cointestato. La restante parte, l’altro 50%, non può essere toccata, per cui il cointestatario del conto cointestato che non risulta il debitore può usufruire della parte dei soldi sul conto.