Dal prossimo primo gennaio 2022 è prevista una forte stretta per privati e cittadini che hanno il conto corrente in rosso, indipendentemente dalle cifre di sconfinamento. Se, infatti, un cliente ha un conto corrente in rosso, in mancanza di disponibilità di soldi, vengono bloccati tutti gli addebito automatici previsti sullo stesso conto corrente, da pagamenti di bollette di luce, gas, ecc, a pagamenti di contributi previdenziali, rate di prestiti e finanziamenti. Inoltre, si corre il rischio di immediata segnalazione alla Centrale rischi di cattivi pagatori.
E’ in arrivo una forte stretta sui conti correnti e soprattutto per coloro che rischiano sconfinamenti andando in rosso sul conto corrente per cui non esisterà più alcuna flessibilità, neppure minima, e anche su piccole somme che fanno finire il conto corrente in rosso, lasciando cioè il proprio conto corrente privo di liquidità e disponibilità di soldi da spendere o usare per i pagamenti di utente e altri dovuti. Vediamo quali sono le nuove regole e limitazioni su conti correnti in rosso per privati e cittadini in vigore dal primo gennaio 2022.
Dal primo gennaio 2022, stando a quanto previsto dalle nuove norme approvate dall’Eba, l’autorità bancaria europea, entrano in vigore nuove regole e limitazioni per conti correnti in rosso. Chi, infatti, sconfina e va in rosso, non avendo liquidità di soldi sul proprio conto corrente, si vedrà bloccati gli addebiti automatici.
Ciò significa che cittadini, privati e famiglie che hanno la domiciliazione bancaria delle utenze domestiche, vale a dire bollette di luce, gas e acqua che vengono addebitate direttamente sul conto corrente, si vedranno bloccati i relativi pagamenti. Stesso discorso vale per chi deve pagare rate di finanziamenti e prestiti in corso o per il pagamento dei contributi previdenziali.
Le nuove regole non si limitano al blocco dei pagamenti automatici sul conto corrente per cittadini e privati che vanno in rosso sul conto corrente: l’Eba ha, infatti, anche comunicato che nel caso di mancati pagamenti da 100 euro in su per oltre tre mesi consecutivi, la banca sarà obbligatoriamente tenuta a segnalare il cliente alla Centrale rischi come cattivo pagatore, che diventa così moroso nei confronti di diversi soggetti, che possono essere finanziarie, fornitori di utenze, Inps, ecc.
Oggi, invece, la segnalazione alla Centrale rischi di un titolare di un conto corrente in rosso avviene solo in casi estremi. Se, infatti, se un conto corrente è in rosso e la mancanza di disponibilità di liquidità è di importo basso e ha una durata breve, non è prevista alcuna particolare conseguenza. Generalmente, infatti, la banca attende che il conto vanga rimpinguato e applica solo gli interessi di mora sul tempo dello sconfinamento.
Se, invece, il rosso dovesse raggiungere qualche migliaio di euro e durare a lungo, la banca contatta il titolare del conto corrente, invitandolo a sanare il rosso del proprio conto corrente per evitare di incorrere in conseguente più importanti.
Se, infatti, il cliente dopo essere stato contattato dalla banca non provvedere a saldare il rosso del suo conto corrente rischia la segnalazione alla Centrale Rischi e la revoca dell'uso di prodotti e servizi collegati al conto corrente, da carte di credito e di debito a pagamenti con Rid bancari, ma anche di incorrere nella richiesta di chiusura ed estinzione del conto corrente presso la stessa banca, dopo aver ovviamente saldato il rosso del conto corrente.
Stop ai pagamenti dal primo gennaio 2022 per chi va in rosso sul conto corrente: cosa cambia con nuove norme in vigore dal prossimo anno