Obbligo mantenimento dei figli quando può finire per legge deciso da nuova sentenza Cassazione 2022

Cade l’obbligo di mantenimento dei figli per sempre: secondo la Cassazione, ad un certo punto bisogna rendersi indipendenti se possibile

Autore: Marianna Quatraro
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L’Italia, stando a quanto riportano dati recenti, è tra le quattro nazioni della Ue con il più alto tasso di giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori. Si tratta, cioè, circa il 50% rispetto alla percentuale della media europea che si attesta al 28%.

Tra i motivi che portano i giovani figli italiani a rimanere sempre più tempo a casa ci sono le situazioni economiche difficili, tra contratti precari e stipendi eccessivamente bassi che non permettono loro di avere l’indipendenza economica tale da vivere ma se fino a qualche tempo fa avevano la certezza di poter rimanere quanto volessero a casa secondo il principio per cui i genitori erano tenuti al loro mantenimento, ora una nuova sentenza della Cassazione ha cambiato le cose.

Vediamo cosa prevede la nuova sentenza della Cassazione 2022 sull’obbligo di mantenimento dei figli.

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Obbligo mantenimento dei figli nuova sentenza Cassazione 2022

La Corte di Cassazione con una nuova sentenza 2022 ha stabilito che dopo la laurea o il diploma i figli devono trovare un lavoro e non accasciarsi sull’alloro tranquilli e certi del diritto di essere mantenuti dai genitori. Secondo la Cassazione, infatti, ad un certo punto finisce l’obbligo di mantenimento dei figli.

Stando, dunque, a quanto deciso dalla Cassazione, finisce l’obbligo di versamento dell’assegno di mantenimento al figlio non cerca attivamente un lavoro e diventa economicamente indipendente dopo la laurea o alla fine delle scuole dell’obbligo e il diritto ad essere mantenuti dai genitori non è così più infinito e deve essere definito in base alle reali possibilità di lavoro presenti sul mercato.

Nuova sentenza Cassazione 2022 il caso

La nuova sentenza della Cassazione 2022 nasce da un ricorso, respinto, presentato da una donna che contestava la decisione della Corte d’appello di revocare l’assegnazione di mantenimento che l’ex marito aveva versato per anni al figlio di circa 30 anni insegnante di musica precario con un guadagno di circa 20 mila euro all’anno come supplente.

Secondo i giudici, infatti, in relazione al caso citato, ad un certo punto, hanno spiegato che nonostante sogni e ambizioni bisogna essere in grado di prendersi le proprie responsabilità e camminare con le proprie gambe, cercando un lavoro che, seppur lontano dalle proprie ambizioni, sia in grado di rendere i figli autonomi e indipendenti da un punto di vista economico.

Gli stessi giudici hanno anche invocato il divieto di ‘abuso di diritto’, con l’intento di evitare che i figli possano approfittare dell’obbligo di mantenimento da parte dei genitori, se studenti universitari che se la prendono comoda nel percorso di studi andando fuori corso.