Paga base e indennità di contingenza sono due voci che fanno parte della retribuzione diretta che ogni lavoratore percepisce in busta paga e che si affiancano ad altre voci come retribuzione indiretta, retribuzione differita (come 13esima e 14esima e Tfr), retribuzione lorda e netta.
Paga base e indennità di contingenza in busta paga rappresentazione la cosiddetta retribuzione conglobata e rientrano nella retribuzione diretta che ogni lavoratore percepisce. Vediamo cosa sono nel dettaglio paga base e indennità di contingenza, a quanto ammonta il loro valore e quali sono le relative regole di calcolo.
La paga base è una voce fissa inserita nella busta paga di ogni lavoratore dipendente, sia esso pubblico o privato, che indica il compenso minimo dovuto dal lavoratore per qualifica professionale, impiego svolto e applicazione del normale orario di lavoro ed è stabilita dai singoli contratti collettivi. Non ci sono regole di calcolo universali per la paga base, dunque, considerando che viene definita in misura fissa ogni mese rapportata a giorni ed ore secondo quanto previsto dai CCNL di riferimento.
La paga base è riportata nella parte alta del cedolino tra le gli elementi fissi della retribuzione, è lorda, non netta, e dipende dall’inquadramento del lavorate. Prendendo il caso di un impiegato, per esempio, che percepisce regolarmente lo stesso stipendio per 26 giornate, la paga base mensile viene 26 per ottenere la retribuzione giornaliera, indicata nella parte centrale del cedolino, e l’impiegato riceverà 26 giornate pagate per un importo pari proprio alla paga base.
La paga base è anche nota come minimo tabellario e le tabelle sono stabilite in base ai diversi CCNL di riferimento, ed è importante perchè concorre alla formazione dello stipendio finale comprese le altre voci che determinato il salario mensile. Considerando che la paga base è il minimo tabellare per ogni lavoratore, i rinnovi contrattuali implicano automaticamente aumenti della paga base per tutti i lavoratori.
L’aumento della paga base è stabilito, dunque, dal rinnovo quadriennale del contratto nazionale di categoria e spesso i rinnovi contrattuali prevedono anche una somma che dovrebbe coprire eventuali ritardi nel rinnovo dei contratti stessi.
Questa cifra una tantum si affianca all'indennità di vacanza contrattuale che viene calcolata in base a quanto previsto dal Protocollo del 23 luglio 1993 ed erogata a partire dal quarto mese successivo alla scadenza del contratto nazionale e per tutto il periodo del mancato rinnovo. Si tratta di una cifra che viene, dunque, erogata nel periodo di mancato rinnovo del contratto dal momento della sua scadenza.
Passando all’indennità di contingenza, si tratta di una prestazione retributiva introdotta in Italia nel dopoguerra con l’obiettivo di adeguare la retribuzione al costo della vita e variando con un aggiornamento ogni tre mesi. Questo sistema di aggiornamento ogni tre mesi del valore dell’indennità di contingenza è stato in vigore fino a 1991 quando questa voce è stata congelata restando su un importo fisso. Il Protocollo d’Intesa del 31 luglio 1992 stipulato tra le parti sociali e il Governo ha, infatti, posto fine al meccanismo di adeguamento dell’indennità di contingenza al costo della vita.
Nella maggior parte dei contratti collettivi, il valore dell’indennità di contingenza è riportato nella parte alta della busta paga accanto alla paga base, mentre in alcuni CCNL, come quello dei metalmeccanici, l’indennità di contingenza è stata conglobata nella paga base.
Alcuni contratti poi hanno sostituito l’indennità di contingenza con l’EDR, elemento distinto della retribuzione, che ha un valore 10,33 euro erogato per 13 mensilità e spettante a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato. Non è, invece, previsto per i dirigenti. In alcuni contratti, anche l'EDR è stato conglobato nella paga base. Indennità di contingenza ed EDR fanno parte del calcolo dello stipendio netto che un lavoratore ogni mese percepisce in busta paga.