Part time dipendenti pubblici deve essere sempre riconosciuto o si può negare secondo CCNL 2022

Il lavoro part time per un dipendente pubblico può essere un modo per ottenere una maggiore flessibilità negli orari di lavoro e quindi migliorare la qualità complessiva.

Autore: Chiara Compagnucci
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Part time dipendenti pubblici deve esser

Dipendenti pubblici, quando si può negare il part time?

L'amministrazione pubblica conserva il potere discrezionale di rigettare la domanda di part time sulla base delle motivazioni ammesse. Lo può fare nel caso in cui il cambiamento rechi pregiudizio alla funzionalità dell'amministrazione. La valutazione va effettuata sulla base delle mansioni e della posizione ricoperta dallo statale. Ma ci sono anche altre due motivazioni ammesse.

Il lavoro part time per i dipendenti pubblici è una disposizione flessibile che permette lavorare meno ore rispetto al tempo pieno (part time orizzontale) o meno giorni (part time verticale). Le due formule possono anche essere combinate con il part time misto.

Questa possibilità viene concessa anche nell'ambito pubblico e spesso possono essere le stesse amministrazioni a incentivare questa formula nella fase di assunzione. Si ricorda a tal proposito che nella definizione di dipendente pubblico non rientrano solo i lavoratori dei Ministeri o comunque di un'amministrazione riferita allo Stato centrale, ma anche quelle locali, come Comuni e Regioni.

Le norme contenute nel Ccnl di categoria consentono il passaggio dal full time al part time e viceversa. Ma solo a ben precise condizioni. Significa che l'amministrazione può anche negare la richiesta. Approfondiamo la questione e più esattamente:

  • Dipendenti pubblici, quando si può negare il part time
  • Perché chiedere il part time per un dipendente pubblico

Dipendenti pubblici, quando si può negare il part time

La richiesta di trasformazione di un contratto di lavoro da full time a part time è un diritto del dipendente pubblico. Non solo, ma le norme in materia stabiliscono anche termini certi. In pratica il passaggio da tempo pieno a tempo ridotto deve essere eventualmente entro 60 giorni dalla richiesta.

In buona sostanza, nell'arco di due mesi, il lavoratore ottiene una risposta definitiva alla sua domanda. Significa anche che l'esito può essere positivo ovvero viene accolta la richiesta oppure negativo. L'amministrazione pubblica conserva quindi il potere discrezionale di rigettare la domanda sulla base delle motivazioni ammesse.

Più esattamente, il part time ai dipendenti pubblici può non essere riconosciuto nel caso in cui il cambiamento rechi pregiudizio alla funzionalità dell'amministrazione. La valutazione va effettuata sulla base delle mansioni e della posizione ricoperta dallo statale.

Semaforo rosso anche nel caso in cui all'interno dell'amministrazione sia stato superato il limite percentuale di dotazione organica di personale a tempo pieno per ogni qualifica funzionale. E infine per conflitto d'interessi tra l'attività lavorativa extra pubblico e e quella di servizio.

Prevista comunque una priorità per alcuni dipendenti, ad esempio al lavoratore con figlio convivente fino a 13 anni o con figlio convivente portatore di handicap.

Perché chiedere il part time per un dipendente pubblico

Il lavoro part time per un dipendente pubblico può essere un modo per ottenere una maggiore flessibilità negli orari di lavoro e quindi migliorare la qualità complessiva e la soddisfazione del proprio lavoro. C'è poi chi fa notare che una forza lavoro più mobile e agile fa bene alla produttività anche nel comparto pubblico.

Dal punto di vista statistico, le donne e i giovani sono i due gruppi che danno maggiore valore alla flessibilità. Ma prima di compiere questo passaggio, un dipendente dovrebbe anche valutare gli aspetti negativi del part time, o almeno quelli che sono potenzialmente tali.

La prima ed evidente conseguenza è lo stipendio più basso che in futuro si traduce in una pensione inferiore perché legata ai contributi versati. C'è poi una controindicazione di carattere pratico.

È già abbastanza difficile terminare la propria attività nelle 40 ore settimanali, a meno che non si ricopre un ruolo estremamente esecutivo. Tuttavia sarebbe un errore credere che in 20 ore la situazione migliori.

I colleghi dimenticano orari e possono chiamare a ogni ora per chiedere aiuto. Oppure si corre il rischio di portare a casa un lavoro in sospeso con la convinzione di chiuderlo in un'ora, per poi accorgersi che è stato necessario lavorare tutta la notte.

Spesso e volentieri chi occupa un posizione part time perde reali opportunità di avanzamento di carriera e dunque progetti, incarichi o viaggi di alto profilo. Sfide professionali più interessanti possono non essere compatibili con il tempo di lavoro dimezzato.