Può accedere al regime anche chi è lavoratore dipendente che può quindi svolgere un doppio lavoro. Ma l'attività di lavoro autonomo deve essere prevalente e in ogni caso è previsto un tetto massimo di reddito per l'attività da dipendente.
Sono tanti gli aspetti che vengono passati ai raggi x quando c'è di mezzo il regime forfettario delle partite Iva. Pensiamo ad esempio ai requisiti per accedere, alle soglie dei compensi e dei ricavi, al calcolo della base imponibile sulla base dei coefficienti di redditività distinti in base all'attività esercitata, all'aliquota applicata.
Ma c'è anche un altro interesse dettaglio da approfondire e da conoscere: regime forfettario delle partite Iva e lavoro dipendente sono compatibili? Se la risposta è affermativa, c'è un limite di reddito da non superare? E quali sono le tasse da pagare?
Al regime forfettario possono accedere tutti coloro che alla data di apertura della partita Iva sono residenti in Italia ed esercitano attività di lavoro autonomo, attività di impresa, arti o altre professioni. Scegliere il regime forfettario vuol dire non essere sottoposti a Iva, Irap e Isa e avere il reddito assoggettato all'imposta sostitutiva di Irpef e Irap pari al 15% ovvero al 5% in caso di start-up.
Il calcolo del reddito imponibile avviene in maniera forfettaria applicando sul totale dei ricavi e dei compensi i coefficienti di redditività diversi a seconda del codice Ateco che di fatto riducono la base imponibile sulla quale calcolare il 15%.
La permanenza nel regime è consentita fino al possesso dei requisiti ed è dunque senza limiti di tempo. Tra le principali facilitazioni si segnala l'esonero da obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili, tranne quello di numerazione e conservazione. Di contro non è possibile detrarre le spese effettuate per l'esercizio della propria attività. Vediamo quindi
Le norme sulla partita Iva forfettaria sono oggetto di continui cambiamenti. Gli ultimi ritocchi prevedono la possibilità di accesso anche chi è lavoratore dipendente che può quindi svolgere un doppio lavoro. Ma l'attività di lavoro autonomo deve essere prevalente.
E in ogni caso è previsto un tetto massimo di 30.000 euro di ricavi dai lavoro dipendente per continuare a far parte del regime forfettario. Le disposizioni si applicano a tutti i settori e dunque
Come precisato del tempo dall'Agenzia delle entrate, ai fini dell'individuazione del limite dei ricavi e compensi per le partite Iva in regime forfettario non si tiene conto di ricavi e compensi indicati in dichiarazione dei redditi per miglioramento degli indici di affidabilità fiscale.
Nel caso di esercizio contemporaneo di più attività con differenti codici Ateco, si tiene conto della somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate.
Scegliere di aderire al regime forfettario significa non superare il tetto di ricavi annuale di 65.000 euro su cui si applica un'aliquota sostitutiva del 15%. Ma sono anche altre le particolarità fiscali da segnalare.
Non è infatti previsto l'addebito di Iva in fattura e in presenza di una fattura di importo maggiore di 77,47 euro occorre apporre una marca da bollo da 2 euro. I lavoratori non possono detrarre l'Iva a credito e non sono soggetti alla ritenuta alla fonte sui compensi.
La persistenza nel regime permette di possedere il necessario e quindi senza vincoli di orario ma compatibile con il lavoro dei dipendenti?