Partorire in anonimo è un diritto di ogni donna e deve essere comunicato e difeso, nell’interesse dei bambini. E’ bene, dunque, che tutte le donne che non vogliono tenere i bambini e vogliono darli in adozione sappiano che se decidono di partorire in anonimo, il loro nome non sarà mai reso noto e su nessuna segnalazione alla autorità né su altra documentazione sarà mai riportato alcun dato della mamma.
Maternità e tutele per mamme e figli: il momento in cui una donna scopre di aspettare un bambino è il più bello della vita di una donna ma ci sono casi in cui la stessa futura mamma non è pronta, o forse vive una condizione quasi drammatica per cui ha necessità di aiuto e supporto. Le leggi 2022 permettono anche di garantire l’anonimato del parto. Vediamo allora quali sono i diritti delle mamme per il parto anonimo.
Al momento del parto, in ospedale, stando a quanto previsto dalle leggi 2022, bisogna garantire la massima riservatezza alla donna che decide di mantenere l’anonimato per il parto: nessun giudizio, nessuna colpa, ma sistemi di assistenza e interventi mirati ad assicurare alla donna che il parto resti anonimo anche dopo le dimissioni.
Le leggi nel nostro Paese prevedono, infatti, diversi diritti per le mamme che non riconoscono il proprio figlio perché permettono alle madri di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato per garantirgli assistenza e tutela giuridica.
Alla mamma che sceglie di mantenere l’anonimato del parto viene garantito che il segreto sul suo nome resterà per sempre mentre sull’atto di nascita del bambino viene riportata la dicitura ‘Nato da donna che non consente di essere nominata’.
Generalmente, poi, quando nasce un bambino si fa la dichiarazione di nascita entro 10 giorni al massimo dalla nascita, per cui si redige l’atto di nascita e si crea l’identità anagrafica del bambino. Se, però, la mamma vuole rimanere anonima la dichiarazione di nascita non viene fatta dalla mamma ma dal medico o dall’ostetrica o, come previsto dalla legge, da altra persona che ha assistito al parto, sempre nel caso in cui la mamma no voglia essere nominata.
Una volta nato il bambino da parto anonimo, con la mamma che non lo ha riconosciuto, parte subito la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di abbandono del neonato non riconosciuto e si apre così un procedimento di adozione per garantire al neonato il diritto a crescere ed essere educato in famiglia. La segnalazione alla Procura, e ogni altra successiva comunicazione all’autorità giudiziaria, non devono mai riportare elementi identificativi della madre in modo da garantirle sempre l’anonimato.
Partorire in anonimo è, infatti, un diritto di ogni donna e deve essere comunicato e difeso, nell’interesse dei bambini, per cui è bene che tutte le donne che non vogliono tenere i bambini e vogliono darli in adozione sappiano che se decidono di partorire in anonimo, il loro nome non sarà mai reso noto. Solo una volta legalmente adottato, il bambino non riconosciuto dalla mamma al momento del parto diventa figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato.