La pensione minima Inps è una integrazione erogata dall’Inps per permettere ai pensionati che percepiscono un assegno basso di vivere decorosamente e che aumenta se si risponde ai requisiti per avere la pensione di cittadinanza
La pensione minima Inps per quest’anno 2019 è di 513 euro e a chi non raggiunge tale soglia pensionistica viene erogata una integrazione. Per avere la pensione minima non bisogna soddisfare alcun requisito particolare se non quello di non arrivare alla soglia dei 513 euro.
Per avere la pensione minima di a 513,01 euro i pensionati devono percepire una pensione inferiore, che corrisponde a 6.669,13 euro per il 2019 (513,01 euro per 13 mensilità) e l’importo dell’integrazione è pari alla differenza tra la pensione e l’ammontare del trattamento minimo. Se, per esempio, la pensione che si percepisce è pari a 350 euro mensili, l’integrazione al minimo è di 163,01 euro mensili.
Se il pensionato non è sposato ha diritto all’integrazione al minimo in misura piena, in caso di reddito annuo non superiore a 6.669,13 euro; e in misura parziale, in caso di reddito annuo superiore a 6.669,13 euro e fino a 13.338,26 euro (cioè fino a due volte il trattamento minimo annuo). Non si ha diritto ad alcuna integrazione se il reddito supera la soglia di 13.338,26 euro. Per ottenere la pensione minima, bisogna presentare apposita domanda all’Inps o direttamente online o rivolgendosi ad un patronato.
Per avere la pensione minima con integrazione della pensione di cittadinanza a 780 euro, come il reddito di cittadinanza, bisogna soddisfare altri requisiti che sono:
Per l’integrazione della pensione minima con pensione di cittadinanza non è previsto, come richiesto per il reddito di cittadinanza, l’obbligo ad impegnarsi nella ricerca attiva del lavoro o in percorsi di formazione.
In generale, l’importo della pensione minima con pensione di cittadinanza non può superare i 9.360 euro annui (780 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con un solo componente, e i 19.656 euro all’anno (1.638 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con più componenti, ma la somma da erogare dipende dal risultato di due quote.
La prima quota, a integrazione del reddito familiare, è pari al massimo a 7.560 euro annui, di cui 630 euro al mese per il singolo componente e al massimo 15.876 euro, cioè a 1.323 euro al mese nel caso di più componenti ma si può ricevere anche molto meno se, per esempio, si ricevono altre prestazioni come indennità di accompagnamento, pensione di invalidità civile, ecc; mentre la seconda quota è per i nuclei che pagano l’affitto o il mutuo ed è di 150 euro mese fino a un massimo di 1.800 euro all’anno.
Per esempio, nel caso di una coppia di pensionati che vive con una pensione totale pari a 900 euro, si ha diritto a un’integrazione pari a 270 euro per raggiungere i 1170 euro mensili, mentre nel caso di un pensionato che vive da solo e percepisce il solo assegno sociale pari a 448,07 euro mensili, ha diritto ad un’integrazione pari a 331,93 per raggiungere i 780 euro mensili.