Posso far ritornare un dipendente in cassaintegrazione al lavoro prima scadenza. Conviene o no. I pro e contro

Quali sono pro e contro di far rientrare a lavoro dipendenti in cassa integrazione prima della sua scadenza: cosa c'è da sapere e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Posso far ritornare un dipendente in cas

Conviene o no fa ritornare un dipendente in cassa integrazione al lavoro prima della scadenza?

La convenienza o meno di far ritornare a lavoro un dipendente in cassa integrazione dipende sostanzialmente dalle condizioni in cui la stessa azienda versa. Se si tratta di condizioni tali da permettere al datore di far rientrare i lavoratori assicurando loro regolari pagamenti di stipendio e garantendo anche a sé stesso la possibilità di riprendere l’attività lavorativa appieno, allora conviene richiamare i lavoratori prima della scadenza della cassa integrazione.

Si può far tornare a lavoro un lavoratore in cassa integrazione prima della scadenza di quest’ultima? Si tratta di una domanda che spesso sia datori di lavoro che lavoratori si pongono quando richiedono la cassa integrazione.

Questo strumento di sostegno al reddito che viene richiesto dalle aziende a causa di gravi difficoltà economiche delle realtà lavorative, o per improvvise situazioni sopraggiunte o per criticità e problemi ambientali, o emergenze indipendenti da volontà di datore di lavoro e lavoratori, è decisamente conveniente perché permette ai datori di lavoro i crisi di mantenere comunque i propri dipendenti assicurando loro i relativi stipendi grazie alle erogazioni dall’Inps, quindi statali.

Se, però, si chiede la cassa integrazione è possibile e conviene far ritornare un dipendente in cassa integrazione prima della scadenza di quest’ultima?

  • Posso far ritornare un dipendente in cassaintegrazione al lavoro prima scadenza è possibile o no
  • Pro e conto far ritornare un dipendente in cassaintegrazione al lavoro prima scadenza

Posso far ritornare un dipendente in cassa integrazione al lavoro prima scadenza è possibile o no

Un’azienda o una impresa in particolari momenti di criticità economiche che non dipendono meramente da datore di lavoro e lavoratori possono chiedere per i propri dipendenti la cassa integrazione, sia ordinaria sia straordinaria, sia per la riduzione dell’attività lavorativa e sia a zero ore, cioè di totale sospensione della stessa attività lavorativa.

La richiesta di cassa integrazione deve essere presentata all’Inps, che si occupa poi di erogarla, entro il termine di 15 giorni dall'inizio della sospensione o riduzione dell'attività lavorativa. La richiesta di cassa integrazione riporta il periodo fissato di durata della stessa, tuttavia, stando a quanto previsto dalle orme in vigore, è possibile far ritornare a lavoro dipendenti in cassa integrazione prima della scadenza della stessa e sospedere la cassa integrazione a patto che vi siano tutte le condizioni per assicurare un regolare e sicuro ritorno a lavoro.

Pro e conto far ritornare un dipendente in cassa integrazione al lavoro prima scadenza

Ma conviene o no far ritornare un dipendente in cassaintegrazione al lavoro prima scadenza? Durante il periodo di cassa integrazione il lavoratore ha l’obbligo di disponibilità perché anche se sospeso è comunque alle dipendenze del datore di lavoro, per cui se viene richiamato deve ritornare a lavoro anche prima della scadenza della cassa itegrazione programmata.

Ci sono pro e contro al far tornare un dipendente in cassaintegrazione al lavoro prima della scadenza ed è bene valutarli. Si parte dallo stipendio: se il datore di lavoro non è in grado di sostenere il costo del lavoratore con continuità e regolarmente, non conviene che lo richiami prima della scadenza della cassa integrazione.

La cassa integrazione, infatti, sia ordinaria che straordinaria, viene riconosciuta dall’Inps ed erogata nei limiti di un massimale mensile rivalutato ogni anno e in ogni caso non superiore all’80% della normale retribuzione percepita dal lavoratore.

Il costo, dunque, è a carico dell’Inps mentre se il datore dovesse richiamare il lavoratore prima della scadenza della cassa integrazione, quest’ultima verrebbe sospesa e i costi di stipendio e di tutti gli altri elementi della retribuzione globale del dipendente tornerebbero ad essere a carico del datore di lavoro. Se non sussistono le condizioni per cui il datore di lavora possa effettivamente tornare a garantire i regolari pagamenti ai suoi dipendenti non conviene richiamarli prima della scadenza della cassa integrazione stessa.

Di contro, la retribuzione ridotta all’80% non è conveniente per il lavoratore che, però, almeno mantiene il posto di lavoro e non rischia il licenziamento definitivo.

Ci sono poi altri costi da considerare: se, infatti, per i contributi ordinari non sono richiesti costi aggiutivi, diversa è la situazione per il contributo addizionale, da pagare in aggiunta al contributo ordinario. Per esempio, per un lavoratore cui è stata interamente sospesa l’attività per un mese intero che percepisce 2.000 euro di stipendio lordo mensile l’azienda potrebbe dover versare fino a 300 euro, cifra che moltiplicata per il numero di lavoratori sospesi rappresenta un costo importante che l’azienda dovrebbe sostenere.

Altra voce da considerare sono le spese per ogni pratica di cassa integrazione. Generalmente la gestione delle domande di cassa integrazione da parte delle aziende passa tramite consulenti del lavoro, i cui costi possono aggirarsi dai 40 euro per imprese con uno o due dipendenti per arrivare anche a 300 euro e anche più.

Se, dunque, le condizioni dell’azienda non sono ottimali tali da permettere il rientro a lavoro dei dipendenti, dopo aver speso soldi per ogni pratica, non conviene far tornare prima i lavoratori con l’eventualità di dover poi magari pagare anche le pratiche per il rientro a lavoro.

Tra i pro, infine, di far ritornare i dipendenti i cassa integrazione a lavoro prima della scadenza c’è sicuramente quello di una possibilità di ripresa dell’attività produttiva appieno tale da permettere alla stessa azienda di poter dare nuova spinta a guadagni e fatturato.